venerdì 19 dicembre 2008


Claudio Fava sulla giustizia
GIUSTIZIA


DICHIARAZIONE ON. CLAUDIO FAVASegretario Nazionale Sinistra Democratica
E’ imbarazzante che il governo ed ampi settori del Partito Democratico si trovino d’accordo sull’urgenza di riformare la giustizia e non sulla necessità di cacciare il partito degli affari fuori dalla politica.Il problema non sono i giudici che accusano ma gli amministratori pubblici ed esponenti politici che si lasciano corrompere.Lo afferma l’on. Claudio Fava, segretario nazionale di Sinistra Democratica

domenica 7 dicembre 2008

mercoledì 3 dicembre 2008

Il 13 dicembre
Il 13 dicembre non sarà solo una festa. Ne abbiamo fatte tante, di feste: servono a star bene insieme, a contare le facce conosciute, a mettere in fila un po’ di bei discorsi, a mostrare i muscoli. E a ritrovarsi confusi e svuotati il giorno successivo.Il 13 dicembre sarà una scelta. Convinta e impegnativa. La scelta di aprire questo processo costituente al paese, di sottrarlo alle prudenze dei gruppi dirigenti, di incarnarlo nelle passioni e nella generosità di chi sente tutta l’urgenza di una nuova sinistra in Italia.Non staremo qui a dirci ancora una volta quanto “nuova” debba essere questa sinistra: abbiamo impegnato quattro mesi, dall’assemblea di Cianciano in poi, a ragionare sull’eredità che le culture politiche del secolo scorso ci hanno lasciato. Ci siamo detti cento volte che quell’eredità non va congelata né rifiutata ma rielaborata, impastata con una lingua diversa, arricchita con pratiche finalmente democratiche, finalmente inclusive. Abbiamo parlato delle troppe liturgie e dell’urgenza di abbandonarle. Abbiamo compreso che questo progetto non riuscirà a sommare tutta l’attuale sinistra (difficile tenere insieme chi si sente comunista dentro, e chi invece festeggia ogni giorno l’orgoglio comunista…), ma che oggi la virtù politica essenziale, più che l’unità ad ogni costo, è la coerenza: ovvero la capacità di utilizzare lo stesso alfabeto, di condividere la stessa ricerca, di affrontare lo stesso mare.La sinistra italiana che nascerà il 13 dicembre sarà il racconto di questo tempo e di questo paese. Ma ne sarà anche il rimedio. Una sinistra del fare, più che dell’affermare. Questo ci siamo detti: e ce lo siamo detti a lungo. Adesso dobbiamo cedere ad altri la parola, lasciare che essa venga raccolta da chi questa nuova sinistra la sta già fabbricando nella pratica politica quotidiana, nel lavoro sui territori, dentro le amministrazioni, nei tempi serrati delle cento assemblee che abbiamo già svolto.Cosa sarà e “quando” sarà questa nuova sinistra italiana? E’ ciò che cominceremo a decidere insieme tra due settimane. Posso solo dirvi cosa non dovrà essere: né un circolo di cultura, né un repertorio di tatticismi o di parole reticenti. Perché questo progetto decolli, perché diventi subito pane quotidiano e sfida elettorale in Italia e in Europa, occorre molta generosità. E poco politicismo. Esattamente l’opposto di ciò che è accaduto ad aprile.
Claudio Fava

lunedì 24 novembre 2008

PETIZIONE

Curare gli indigenti, soprattutto i bambini, è un dovere deontologico per tutti i medici, ma è un imperativo etico per un paese civile.Non cancelliamo con un decreto un diritto costituzionale …." chi di questi ti sembra stato il prossimo di colui che fu ferito dai briganti ?"Quello rispose "chi ha avuto compassione e si è preso cura di lui"ed Egli disse "va e fa anche tu lo stesso" (Vangelo secondo Luca)
Appello promosso dalla Segreteria Provinciale FIMP ( Federazione Italiana Medici Pediatri ) di Modena
L'art. 32 della Costituzione Italiana sancisce come diritto fondamentale dell'individuo il diritto alla tutela della salute e garantisce agli indigenti il diritto alle cure gratuite, anche nell'interesse della collettività.Il DL 286/ 98 all'art. 35 prevede la gratuità delle cure urgenti ed essenziali anche agli stranieri non iscritti al SSN, privi di permesso di soggiorno, e privi di risorse economiche e non prevede nessuna segnalazione, salvo i casi di obbligatorietà di referto, come per i cittadini italiani.
La Lega Nord - Padania ha presentato attraverso 5 Senatori un emendamento che prevede l'abrogazione del comma 5 dell'art. 35 e abolisce la gratuità della prestazione urgente ed essenziale agli stranieri non iscritti al SSN e privi di risorse economiche, e propone inoltre l'obbligo per le autorità sanitarie di segnalarli all'autorità competente.
I Pediatri di libera scelta aderenti alla FIMP ( Federazione Italiana Medici Pediatri ) operanti nel SSN, sottoscrittori di questo appello, ritengono gravissimo tale emendamento che finirebbe per respingere in sacche di esclusione la popolazione più indigente e ne richiedono il ritiro : esso non è soltanto la negazione di un diritto costituzionalmente sancito, ma costituisce anche un pericolo per la tutela della salute della collettività, per la mancata cura di patologie anche gravi, con conseguente rischio di diffusione e rappresenta inoltre un pericoloso passo legislativo verso l'abolizione del diritto alla cura.
Ritengono inoltre che la segnalazione all'autorità competente di un paziente indigente sia in aperto contrasto con il codice etico ordinistico al quale i medici debbono attenersi e di cui affermano il primato.
Denunciano con preoccupazione che tale emendamento priverà della assistenza sanitaria essenziale migliaia di bambini divenuti "per Decreto invisibili e senza diritti" in totale contrasto con la Convezione ONU sui diritti del fanciullo e richiedono che lo Stato Italiano firmatario con L. 176/91 della Convenzione ONU di New York del 20.11. 1989 sui diritti del fanciullo garantisca ad ogni minore straniero il pieno diritto di usufruire delle prestazioni mediche pediatriche a prescindere dalla regolarità del soggiorno.
Richiedono quindi a tutti i colleghi Pediatri, a tutti i Medici, agli Operatori Sanitari e a tutti i Cittadini Italiani ai quali stanno a cuore i fondamenti dello stato sociale e la solidarietà di sottoscrivere questo appello.

sabato 15 novembre 2008

Il giudizio sui fatti del luglio 2001 rimane impresso nella memoria collettiva degli italiani: un buco nero della democrazia…
Leggeremo certamente con attenzione le motivazioni della sentenza di ieri. Ma ieri non si è fatta fino in fondo giustizia, non si è fatta piena luce su un buco nero della democrazia italiana.Il giudizio politico e morale su quello che accadde a Genova in quel luglio 2001 non lo danno certo le sentenze della magistratura.Il giudizio su quei fatti rimarrà per sempre impresso nei ricordi di chi c’era, di chi ha visto, di chi in questi lunghi anni ha ascoltato le testimonianze dei ragazzi e delle ragazze vittime di quei soprusi.Quello che accadde a Genova, rimane a tutt’oggi una ferita aperta nel rapporto tra cittadini italiani e Stato: dove doveva esserci sicurezza e tutela ci fu solo violenza. Ecco perché era utile e necessaria – per sgombrare il campo dall’omertà e dalle reticenze – una commissione parlamentare d’inchiesta: ma ci stupisce che solo ora IdV avanzi la proposta della sua costituzione. Sarebbe bastato che IdV il 30 ottobre del 2007 avesse votato a favore della commissione e forse uno squarcio maggiore di verità sarebbe venuto alla luce.
Claudio Fava
coordinatore nazionale Sinistra Democratica

venerdì 14 novembre 2008


Diaz, l'amaro in bocca. Il pm: ricorreremo
Il giorno dopo la sentenza su Genova resta l’amaro in bocca. Per chi da sette anni aspettava giustizia, 13 condanne non bastano. E soprattutto non basta far passare la tesi che a decidere la mattanza della Diaz furono solo alcune teste calde, senza nessun ordine dall’alto. Prima di tirare le conclusioni definitive, comunque, bisognerà aspettare le motivazioni della sentenza. È quello che pensa anche il pm Enrico Zucca, che per gli imputati aveva chiesto un totale di 110 anni di condanne: «Rispettiamo l'autorità della sentenza del Tribunale – ha spiegato – Poi, dopo il deposito delle motivazioni, dovremo riconoscerne l'autorevolezza». Zucca nella sua requisitoria aveva sostenuto la teoria della “catena di comando”, evidentemente, è costretto a dire ora, i giudici «hanno deciso diversamente». Comunque, la storia per lui non finisce qui: «Ricorreremo in appello quando leggeremo le motivazioni». Sempre che non arrivi prima la prescrizione. Non finisce qui nemmeno per il sindaco di Genova Marta Vincenti secondo la quale ora c’è bisogno di «una risposta politica» e di una «commissione di inchiesta». «So – spiega – che questo Parlamento non è quello di sette anni fa e forse c'è meno interesse perché tutti vorrebbero archiviare una fase. Dalla città di Genova – aggiunge – penso sia giusto però venga anche a questo Parlamento l'indicazione che noi qui non l'abbiamo superata».L’appello a fare luce, almeno in Parlamento, arriva anche dal deputato Idv Giuseppe Giulietti: «Non siamo soliti dare giudizi sulle sentenze dei Tribunali e non lo faremo neanche in quest'occasione; tuttavia - afferma il portavoce di Articolo21 - ci sono ancora troppe ombre su quella notte del 2001 a Genova durante il G8. Abbiamo assistito ad una sospensione della Costituzione ivi compresa dell'Articolo21 perchè in quel momento (ma anche nei giorni successivi e fino ad oggi) un'informazione chiara su quanto fosse accaduto nelle strade e nella scuola Diaz non c'è stata. E quali fossero le reali responsabilità. A questo punto - conclude - chiediamo che si provveda all'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta sul G8 di Genova, sperando che questo strumento possa contribuire alla verità e alla giustizia».Amareggiati, come ovvio, quelli del Comitato Verità e Giustizia per Genova che dopo anni di attesa hanno visto crollare ogni loro aspettativa: sono amareggiati soprattutto perché «nessuno degli imputati era presente in aula. Era un loro dovere stare di fronte al tribunale ed alle parti civili». A parlare è Enrica Bartesaghi, presidente del Comitato am anche madre di una vittima della Diaz: la figlia «è stata picchiata alla Diaz, medicata in ospedale al Galliera e dopo accompagnata a Bolzaneto dove non ha potuto parlare con i genitori né con un avvocato. Per noi – ricorda – era scomparsa. Poteva anche essere morta. L'abbiamo trovata lunedì pomeriggio nel carcere di Vercelli dove, ci ha riferito, finalmente si è sentita al sicuro».Commenta la sentenza anche Amnesty, che nel suo Rapporto annuale aveva raccontato Genova come una delle pagine più nere per i diritti umani in Italia. «Tredici funzionari dello Stato – dicono – sono stati condannati per le brutalità commesse nei confronti di decine di persone inermi: se il processo è giunto a tale conclusione, ciò si deve alla tenacia dei pubblici ministeri e al coraggio delle vittime, delle organizzazioni che le hanno sostenute e dei loro avvocati, che hanno preso parte a centinaia di udienze in un contesto nel quale si è più volte cercato di aggirare l'obiettivo dell'accertamento della verità. Occorrerebbe chiedersi – conclude Amnesty – se una sentenza diversa, nella quale fossero state accertate ulteriori responsabilità penali nella catena di comando, avrebbe potuto essere favorita da un diverso comportamento delle autorità italiane che mai, in questi sette anni, hanno voluto contribuire alla ricerca della verità e della giustizia. In questi anni non abbiamo sentito una parola forte di condanna per il comportamento tenuto dalle forze dell'ordine nel luglio 2001, non c'è stata una commissione d'inchiesta, non si è risolto il problema dell'identificazione dei funzionari delle forze dell'ordine, non sono stati istituiti organi di monitoraggio indipendenti né meccanismi correttivi interni».Vallo a spiegare al ministro della Giustizia Angelino Alfano, che invece è convinto che la «sentenza ha dato un responso chiaro su quello che è successo».

giovedì 13 novembre 2008

Mezzetti: “Sd a fianco della Cgil”
In un momento difficile per il movimento dei lavoratori e per la democrazia italiana, il tentativo maldestro e arrogante da parte del governo Berlusconi di isolare e colpire la Cgil, il sindacato più rappresentativo dei lavoratori in Italia, è grave e preoccupante.Ancor più preoccupante è il fatto che la Cisl e la Uil si prestino alla realizzazione di questo sciagurato disegno.
Sinistra Democratica rispetta l’autonomia di ogni singola confederazione e le scelte che ognuna di esse compie, ma Cisl e Uil non possono non essere consapevoli del grave danno che si arreca ai lavoratori italiani prestando, direttamente o indirettamente, il fianco a chi vuole isolare il sindacato più grande.
E ci preoccupa anche che il maggior partito di opposizione, il Pd, in questo contesto balbetti e si appelli all’autonomia della politica per evitare di prendere posizione e, “pilatescamente” lavarsene le mani.
Sinistra Democratica esprime invece la sua piena solidarietà alla Cgil, il suo sostegno in questo delicato momento e la condivisione delle iniziative da essa annunciate per le prossime settimane.
Ricordo infine, che i 500 partecipanti all’Assemblea degli amministratori locali di Sd, svoltasi a Firenze sabato scorso, hanno votato all’unanimità un ordine del giorno a sostegno dello sciopero generale del 12 dicembre.
Massimo Mezzetti
Componente della Segreteria nazionale di Sinistra Democratica

sabato 8 novembre 2008

Un soggetto politico, non un circolo culturale

Claudio Fava, coordinatore di Sinistra democratica, ci racconta motivazioni, aspirazioni e tappe ufficiali che animano questo nuovo progetto, che oggi presenta un documento -"Costruire la Sinistra: il tempo è adesso"- base di un' associazione politica. La società attuale registra un crescente dinamismo e, allora, una sinistra che se ne faccia portavoce appare indispensabile. Ben sapendo che viste le prossime scadenze elettorali (su tutte la tornata per l'Europa), ci sarà bisogno di non riproporre il vecchio schema del cartello elettorale stile Sinistra arcobaleno, ma qualcosa che sia propedeutico ad una nuova soggettività, anche partitica. Ma questo va deciso insieme e con l'apporto della società civile, che resta a suo dire il protagonista principe dell'iniziativa.
Oggi viene presentato il documento "Costruire la Sinistra: il tempo è adesso" che è base dell'associazione politica. Una nuova ripartenza della sinistra a sinistra del Pd? Si, perché c'è bisogno di investire una grande generosità per non riproporre procedure stanche e sgradevoli già bocciate in passato dalla nostra gente e dagli elettori, cercando invece di inventare un nuovo modo di fare sinistra.
E come si rende possibile questo nuovo modo di fare sinistra?Soprattutto evitando di affidare un progetto politico ad una enclave di gruppi dirigenti, scegliendo al contrario di rendere protagonista la società civile, la sinistra diffusa, la quale, insieme alla politica di impianto più tradizionale, possa animare questo percorso politico.
Dal punto di vista concreto cosa farete per garantire un maggior protagonismo dal basso?Il 13 dicembre lanceremo la nostra assemblea costituente e da quel momento partirà una grande consultazione che servirà non soltanto a confermare ciò che proporremo, cioè nome e simbolo di questa associazione politica, ma a dar vita a una sorta di primarie delle idee, che sono un modo per fabbricare un progetto politico che non nasca nel concistoro tra segretari ma sia condiviso, aperto, allargato. La formazione dei gruppi dirigenti, le scadenze elettorali, l'identificazione e la selezione delle candidature: tutto deve essere frutto di un percorso democratico e partecipato. La sinistra deve tornare ad essere un concetto inclusivo, altrimenti il corpo sociale, oggi più che mai protagonista, continuerà a non accorgersi della nostra presenza.
Il corpo sociale che è sempre più protagonista, sempre più in fermento. Quanto ha contribuito questo dato alla nascita della vostra iniziativa?Molto. Il clima sociale, che è cambiato indipendentemente da Obama, al contrario di quanto sostenga Veltroni, ha fatto crescere l'urgenza di dare corpo e senso anche politico a questo attivismo della società.
Sotto le braci di questa associazione politica cova il fuoco di un nuovo partito?Il partito, come soggetto e entità generale, deve rivedere forme, regole, tradizione. Bisogna infatti immaginare modalità di partecipazione alla politica che siano un po' più leggere, capillari e coinvolgenti. Ed occorre soprattutto che siano decise insieme.
Quindi qual è lo scopo che vi proponete?La certezza è che vogliamo dar vita ad un soggetto politico, quali saranno le forme che assumerà lo decideremo insieme. Ribadisco che non si tratta di un circolo di cultura o di discussione, è un soggetto politico che vuole darsi rappresentanza istituzionale, che vuole concorrere alla ricostruzione di un centrosinistra nel paese, che vuole dare il suo contributo per superare questo periodo di egemonia culturale e politica del centrodestra, reputandolo non come un risultato invitabile del nostro destino.
Comunque è un rilancio del tradizionale progetto della costituente della sinistra?Si è lo stesso progetto.
Nel futuro prossimo però ci saranno le elezioni europee che non possono che essere un banco di prova anche per voi, soprattutto se doveste costituirvi in partito...E' inevitabile. Ma vorremmo arrivare a questo banco di prova elettorale in modo diverso da come ci si arrivò con Sinistra Arcobaleno.
Avresti preferito che in questa iniziativa politica ci fosse dentro tutta Rifondazione?Lo avrei preferito ma patto di condividere lo stesso orizzonte strategico che non è quello dell'opposizione oggi per l'opposizione domani, che non consiste nel recupero identitario tout court. Perché la necessità è conservare storie e identità ma per costruire qualcosa di diverso e nuovo.
Non l'opposizione per l'opposizione dunque. Quindi l'aspirazione è quella di animare una sinistra di governo e un nuovo centrosinistra?Si. L'obiettivo è quello di creare una sinistra che si ponga il problema di trasformare questo paese e per farlo bisogna, certamente ed anche, sapere governare. La sinistra non sta al governo o alla opposizione per definizione, ma si trova in un ruolo o nell'altro a seconda della volontà dell'elettore. Noi vorremmo che i nostri elettori ci dessero mandato per tornare a governare il paese all'interno di una alleanza di centrosinistra, che sia però diverso da ciò che abbiamo conosciuto in questi anni.
Prossime tappe ufficiali della neonata associazione?Oggi la presentazione del documento dell'associazione, poi il 13 dicembre ci sarà una grande assemblea per la costituente che lancerà anche una fase di consultazione ampia su contenuti e non solo. L'appuntamento sarà preceduto in queste settimane da una serie di appuntamenti e momenti locali, perché l'associazione cominci ad esistere e costruire il percorso che poi porterà all'assemblea. Del resto questo sta già accadendo nei territori, nella realtà, nella società.

venerdì 31 ottobre 2008

Mascarin: No ai neofascisti nel movimento studentesco

NO AI NEOFASCISTI NEL MOVIMENTO STUDENTESCO
Da giorni ormai in tutta Italia le organizzazioni di estrema destra tentano di infiltrarsi nei cortei e nelle manifestazioni studentesche contro la "riforma Gelmini" e le politiche scolastiche del Governo di centrodestra.
Oggi a Roma i neofascisti, non riuscendo a prendere la testa della manifestazione studentesca, hanno attaccato gli studenti di sinistra. Un giorno prima dello sciopero nazionale del mondo della scuola l'estrema destra tenta di delegittimare e danneggiare il movimento studentesco, che in queste settimane si è giustamente guadagnato le simpatie di una larga fetta dell'opinione pubblica italiana
La risposta forte e pacifica che a partire da oggi deve attraversare la protesta studentesca deve essere una sola: no alle provocazioni neofasciste, no ai neofascisti nel movimento studentesco.
Samuele Mascarin
Sinistra Democratica nazionale




mercoledì 29 ottobre 2008

Si parta subito con la raccolta firme e con un comitato per il Referendum contro la Legge Gelmini

Quando, con protervia ed arroganza, un governo non ascolta chi - genitori, docenti, studenti insieme - esprime la propria contrarietà verso un provvedimento che distrugge di fatto la scuola primaria, quando un governo addirittura non rispetta neanche l’opposizione parlamentare e va avanti con i propri disegni restauratori in un settore strategico per l’Italia come quello della conoscenza, è il momento allora di far esprimere democraticamente i cittadini italiani.
Si parta subito con la costituzione di un comitato referendario e con la raccolta delle firme per promuovere un referendum che spazzi via le vergogne legislative della Gelmini.
Sinistra Democratica è pronta a fare la propria parte, insieme a tutti coloro che in queste ore stanno lanciando questa proposta.
Per lo meno adesso è chiaro che scuola vuole il centrodestra: sappiamo che dovremo fare i conti con un’idea ottocentesca del sapere, una vera e propria foto in bianco e nero.
Un bella scuola elementare, ad esempio, come ai miei tempi: maestro unico, 45 picciriddi nella stessa classe e a mezzogiorno tutti a casa.
Con un’università regredita ed avvilita, in cui la ricerca rimarrà un privilegio di pochi. A meno che si scelga la via di una sana, civile, virile, algida educazione privata.
In questo senso va riconosciuto a Berlusconi e alla sua maggioranza l’onestà di non improvvisare: il governo si muove con un’intenzione limpida, manifesta. Quella di sovvertire il diritto ad una scuola pubblica, un luogo per chi non può e per chi non sa.
Ma la destra sbaglia su un punto: non staremo a guardare, se pensa che la mobilitazione di queste settimane ora si placherà, sbaglia di grosso.
Ne avrà un esempio chiaro e nitido domani con lo sciopero di Cgil, Cisl, Uil e con le civili manifestazioni di popolo che proseguiranno.


Claudio Fava

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mercoledì 22 ottobre 2008

Berlusconi vada a giocare a soldatini con i suoi nipotini…


Invece di cacciare gli amici dei camorristi dal suo governo, Berlusconi ha aperto la caccia contro gli studenti italiani, colpevoli di non apprezzare gli atti della Gelmini e i tagli forsennati imposti dal suo governo alla ricerca e all'università.Lo afferma l’on. Claudio Fava, Segretario Nazionale di Sinistra Democratica.Facciamo appello - prosegue il leader SD - al senso di responsabilità dei Rettori per evitare che venga compromessa, in nome di un'idea squadrista della politica, l'inviolabilità delle università italiane.Al premer - conclude l’on. Fava - consigliamo, affettuosamente, di andare a sfogare le proprie smanie in qualcuna delle sue ville, giocando con i soldatini insieme ai suoi nipotini.
Claudio Fava
Berlusconi non controlla le sue pulsioni autoritarie

C’è voluto un attimo a Silvio Berlusconi per passare dalla Gelmini a Maroni, dal ministro della scuola e dell’università a quello dell’Interno.Capisco che gli è difficile controllare le sue pulsioni autoritarie, che non ha mai compreso la differenza tra l’Italia e le sue aziende. Ma il capo del governo deve sapere che, se affida un legittimo conflitto politico, sociale e culturale, (su una questione cruciale per il destino di un Paese come quella della conoscenza) alla polizia, trasformandolo immediatamente in un puro affare di ordine pubblico, è assai probabile che si renda responsabile della trasformazione degli attuali fuochi in un generale e incontrollabile incendio.Mi rivolgo ai Rettori, con cui da ministro ho avuto ora motivi di consenso ora motivi di dissenso: si appellino immediatamente allo Statuto di autonomia degli atenei e al principio di libertà che appartiene alla loro natura. Respingano la militarizzazione del conflitto che viene dal governo.I giovani hanno capito bene il disastro che gli aspetta, per il decreto Gelmini combinato con i provvedimenti di Tremonti e Brunetta.Devono trovare ora accanto al loro movimento - che deve mantenere calma, forza e compostezza - tutti gli adulti che sanno cosa vuol dire per il futuro della nostra Nazione scuola, università e ricerca scientifica.
Fabio Mussi

mercoledì 15 ottobre 2008

COMUNICATO STAMPA




Il coordinamento provinciale di Sinistra Democratica ha organizzato una serata d’informazione e discussione pubblica per venerdì 17 ottobre dalle 20.45 presso la saletta conferenze dell’ex convento di San Francesco a Pordenone.
Il titolo della serata è: “I danni del governo regionale e del governo nazionale: quale opposizione nel progetto di una nuova sinistra”.Dalle leggi abrogate ideologicamente, causando vuoti legislativi, alle nuove norme, si discuterà della situazione politica locale e nazionale.
Con questa iniziativa, promossa all'indomani della manifestazione nazionale della sinistra dell’11 ottobre, Sinistra Democratica rilancia anche a livello locale la necessaria opposizione contro le politiche del centro-destra al governo della Regione, e intraprende un percorso ampio e partecipato per la costituente di un nuovo soggetto della sinistra unitaria e per la ricostruzione di un nuovo centrosinistra.
Partecipano il consigliere regionale della Sinistra Democratica nel gruppo de La Sinistra L’Arcobaleno Stefano Pustetto e il responsabile degli enti locali di Sinistra Democratica nazionale Stefano Mezzetti.
Introduce e modera Michele Ciol del coordinamento provinciale di Sinistra Democratica.
Durante la serata sarà possibile firmare per il referendum contro il cosiddetto Lodo Alfano, che introduce l’immunità per le più alte cariche dello Stato. Anche a livello locale Sinistra Democratica condivide e partecipa a questa mobilitazione.
Per informazioni su Sinistra Democratica si può scrivere a
sdpordenone@yahoo.it oppure visitare il blog sdpordenone.blogspot.com.

martedì 14 ottobre 2008

Il 19 settembre 2007 la Camera dei Deputati approva la Relazione sulle tematiche relative ai cambiamenti climatici. Al momento del voto si astiene l’opposizione di centro-destra.

Il testo recepisce l’indicazione della Commissione Europea relativa al pacchetto clima energia che prevede un aumento del 20% dell’efficienza energetica, una riduzione del 20% delle emissioni di anidride carbonica e un ricorso del 20% per le energie rinnovabili.
Questi impegni ribaditi dall’Unione Europea vanno conseguiti entro il 2020.

Oggi Berlusconi e Confindustria vogliono riportare l’Italia a essere fanalino di coda in Europa per le politiche ambientali e energetiche. Assegnano al nostro Paese un ruolo secondario e in controtendenza a livello internazionale nel pieno del negoziato climatico per il dopo Kyoto.
Noi ci opponiamo!

La grave crisi finanziaria non può essere l’alibi per sfuggire a politiche virtuose e continuare con scelte energetiche pericolose per il clima che rimandano nel tempo, senza affrontarla, la questione dei mutamenti climatici.

CON L’EUROPA

PER IL CLIMA E LE FONTI RINNOVABILI
PER IL RISPARMIO ENERGETICO
PER LA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI CLIMALTERNATI

CONTRO GOVERNO E CONFINDUSTRIA CHE PROPONGONO

NUCLEARE
CARBONE


Giovanni Bellini, Angelo Bonelli, Valerio Calzolaio, Paolo Cento,Loredana De Petris, Grazia Francescato, Monica Frassoni, Umberto Guidoni, Mirko Lombardi, Simonetta Lombardo, Anna Luise, Walter Mancini, Roberto Musacchio, Maurizio Musolino, Pasqualina Napoletano, Manuela Palermi, Camillo Piazza, Jean Claude Saroufim, Massimo Serafini, Tommaso Sodano

lunedì 13 ottobre 2008

LA SINISTRA C'E': QUI ED ORA!

Qui e ora sono parole impegnative ma necessarie. Dentro queste parole c'è un'urgenza che il paese ci presenta come un debito scaduto. L'urgenza di tornare a fare sinistra, a ricostruirne i segni e i luoghi, a ritrovarne la lingua perduta. A patto che la lingua della sinistra non sia più liturgia, esercizio di accademia, celebrazione dei santi e dei profeti. Dev'essere un alfabeto che sappia parlare al paese, che riesca a farsi capire e a farsi ascoltare.Servono parole nuove. E un nuovo sguardo sulle cose che scuotono l'Italia, che ne corrodono le radici di civiltà, che umiliano i diritti e i doveri, che scatenano le guerre dei penultimi contro gli ultimi. Serve una nuova sinistra che non sia solo un'idea nobile e astratta ma uno strumento concreto della politica, una Sinistra Italiana che raccolga storie collettive e passioni civili, che si ponga il problema di riscrivere il racconto di questo tempo senza accomodamenti. Serve, se ci è permesso dirlo fuori da ogni diplomazia, un partito della Sinistra che ci restituisca un'idea e un senso della società, che non si accontenti di mediare ma che scelga di trasformare.Serve anzitutto il coraggio dei nostri pensieri, quelli che ci siamo scambiati a bassa voce in questi mesi, dopo aver capito che nel voto di aprile non c'era un epilogo ma il principio di qualcosa. I pensieri di chi non crede in una sinistra ridotta a un museo, che non si rassegna al corso dei tempi e al suo senso comune. Serve il coraggio di tutti per non fabbricare una sinistra di pochi.Serve adesso, compagni: a partire da oggi, a partire da qui.
Claudio Fava
coordinatore nazionale Sinistra Democratica

venerdì 10 ottobre 2008

11 OTTOBRE

PER LA SINISTRA. Un grande striscione, un messaggio politico chiaro. Le donne e gli uomini di Sinistra Democratica che giungeranno a Roma da tutt’Italia si danno appuntamento sabato prossimo a Roma alle ore 13 a Piazza Esedra (piazza della Repubblica), nei pressi del McDonald (angolo piazza della Repubblica/via delle Terme di Diocleziano – vedi mappa). Lì sarà possibile, per chi non le avrà portate, ritirare le bandiere di Sinistra Democratica. Un altro striscione con la scritta IL RAZZISMO E’ UN VELENO. LIBERIAMOCENE marcherà la nostra presenza. L’appuntamento è troppo importante, passiamo parola.

giovedì 9 ottobre 2008

ANCHE IN PROVINCIA DI PORDENONE

Un referendum per la legalità e la giustizia


Dal congresso di Chianciano del giugno scorso, Sinistra Democratica si è pronunciata a favore di una referendum abrogativo del “lodo Alfano”. Forte di questo mandato abbiamo partecipato ieri, martedì 7 ottobre, insieme ad altri esponenti politici, alla conferenza stampa che ha lanciato la campagna di raccolta della firme per la promozione del referendum. Alla conferenza stampa hanno partecipato esponenti di forze politiche tra loro diverse, che si sono presentate in modo diverso alle elezioni dell’aprile scorso e che probabilmente saranno collocate, seppure nell’ambito del centro sinistra, in modo diverso nelle consultazioni elettorali che verranno. Questo fatto non segnala un problema ma una opportunità: la battaglia contro il “lodo Alfano” non è di parte ma può essere condivisa e sostenuta da moltissimi cittadini a prescindere dall’orientamento politico.
Noi partecipiamo a questa iniziativa con i valori propri di una forza di sinistra. Una sinistra degna di questo nome non può non sentire come propria una mobilitazione a sostegno del principio di uguaglianza e contro ogni forma di privilegio e il “lodo Alfano” contraddice il principio di uguaglianza e determina un inaccettabile privilegio. Se è vero, come molti seppur tardivamente stanno riconoscendo, che in Italia c’è un rischio di autoritarismo e di dittatura della maggioranza, allora non ci si può preoccupare preventivamente della certezza del raggiungimento del quorum per un referendum di questo tipo. Se è a rischio la pratica democratica nel nostro paese, non si possono ingaggiare soltanto le battaglie che si è sicuri di vincere e in ogni caso noi siamo certi che la maggioranza degli italiani condividerà le ragioni del referendumPer iniziativa di alcuni tribunali la Corte Costituzionale sarà chiamata a pronunciarsi sulla legittimità del “lodo Alfano”. Come sempre attendiamo il giudizio della Consulta con fiducia e rispetto, qualunque esso sia. Noi rimaniamo convinti che questa iniziativa legislativa della destra vada contrastata non soltanto perché si tratta di una norma ordinaria che confligge con l’art. 3 della Costituzione, ma perché il suo contenuto è profondamente immorale. In un paese civile i cittadini si aspettano che chi è chiamato a ricoprire le più alte cariche dello Stato, sia persona di indiscutibile onestà e correttezza. Con il “lodo Alfano” si manda invece il messaggio esattamente opposto: anche un delinquente può diventare Presidente della Repubblica, o del Consiglio, o delle Camere, importante è che non possa essere processato durante l’espletamento del suo mandato. Invece che della garanzia dell’onestà si determina la garanzia dell’impunità.
Ci chiediamo dove siano finiti coloro che, finché era in carica il governo Prodi, denunciavano le malefatte della “casta” e che oggi sembrano aver riposto la loro ascia di guerra. Il “lodo Alfano” promuove una casta di intoccabili in spregio al principio secondo il quale tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge.Queste sono le ragioni, che ribadiamo, del nostro sostegno al referendum e per le quali Sinistra Democratica si impegnerà da subito a raccogliere migliaia di firme. Agiremo all’interno di un comitato nel quale saranno rappresentate tutte le forze e le personalità che condividono questo obiettivo. Comitati di questo tipo, che non prefigurano ovviamente nessuno schieramento politico generale vanno costruiti ora in tutto il territorio nazionale perché si dia il massimo di forza all’avvio di questa mobilitazione straordinaria per la legalità e per la giustizia.
Carlo Leoni
del Coordinamento nazionale di Sd

mercoledì 8 ottobre 2008

martedì 7 ottobre 2008

Pordenone, 5 ottobre
COMUNICATO STAMPA
Sinistra Democratica a Roma
Ci saranno anche i rappresentanti di Sinistra Democratica pordenonese alla manifestazione che si terrà a Roma il prossimo 11 ottobre, promossa da diversi intellettuali per denunciare la deriva in cui versa l'Italia(chi volesse aggiungersi può prendere contatto con il coordinamento di SD al n. 340 3928072)
La decisione è stata presa nel corso nella riunione del movimento politico tenutasi venerdì.
L'assise ha anche dato mandato al coordinamento provinciale di avviare un confronto con tutte le forze politiche di centrosinistra in vista delle prossime elezioni provinciali con l'obiettivo di verificare ipotesi di condivisioni programmatiche, respingendo l'idea di una presunta “autosufficienza” del Partito Democratico.
Sinistra Democratica ha inoltre deciso di collaborare attivamente alla raccolta firme contro il c.d. “Lodo Alfano” che esclude da ogni tipo di processo le 4 più alte cariche dello stato.
Segue appello 11 ottobre (vedi anche sito: www.11ottobreinpiazza.org)
Le politiche aggressive del Governo di centrodestra, sostenute in primo luogo da Confindustria, disegnano il quadro di un’Italia ripiegata su se stessa e che guarda con paura al futuro, un Paese dove pochi comandano, in cui il lavoro viene continuamente umiliato e mortificato, nel quale l’emergenza è evocata costantemente per giustificare la restaurazione di una società classista razzista e sessista. Che vede nei poveri, nei marginali enei differenti, i suoi principali nemici. Che nega, specie nei migranti, il riconoscimento di diritti di cittadinanza con leggi come la Bossi Fini che non solo generano clandestinità e lavoro nero, ma calpestano fondamentali valori di umanità.
Questa è la risposta delle destre alla crisi profonda, di cui quella finanziaria è solo un aspetto, che attraversa il processo di globalizzazione e le teorie liberiste che l’hanno sostenuto. Una risposta che, naturalmente,ignora il fatto che solo un deciso mutamento del modello economico oggi operante può risolvere problemi drammatici, dei quali il più grave è la crisi ecologica planetaria. Spetta alla sinistra contrapporre un’altra ideadi società e un coerente programma in difesa della democrazia e delle condizioni di vita delle persone. E’ una risposta che non può tardare ed è l’unico modo per superare le conseguenze della sconfitta elettorale epolitica.?Ci proponiamo perciò di contribuire alla costruzione di un’opposizione che sappia parlare al Paese a partire dai seguenti obiettivi :
1.. riprendere un’azione per la pace e il disarmo di fronte a tutti i rischi di guerra, oggi particolarmente acuti nello scacchiere del Caucaso. La scommessa è ridare prospettiva a un ruolo dell’Europa quale principaleprotagonista di una politica che metta la parola fine all’unilateralismo dell’amministrazione Bush, al suo programma di scudo spaziale e di estensione delle basi militari nel mondo, all’occupazione in Iraq eAfghanistan (dove la presenza di truppe italiane non ha ormai alcuna giustificazione), ma anche alla sindrome da grande potenza che sta impossessandosi della Russia di Putin;2.. imporre su larga scala un’azione di difesa di retribuzioni e pensioni falcidiate dal caro vita, il quale causa un malessere che la destra tenta di trasformare in egoismo sociale, guerra tra poveri, in un protezionismoeconomico del tutto insensibile al permanere di gravi squilibri tra il Nord e il Sud del mondo. Di fronte alla piaga degli “omicidi bianchi” è necessario intensificare i controlli e imporre l’applicazione delle sanzionialle imprese. Si tratta inoltre di valorizzare tutte le forme di lavoro:
lottando contro precariato e lavoro nero, anche attraverso la determinazione di un nuovo quadro legislativo; sostenendo il reddito dei disoccupati e dei giovani inoccupati; ottenendo il riconoscimento di forme di lavoro informale e di economia solidale;3.. respingere l’attacco alla scuola pubblica, all’Università alla ricerca e alla cultura, al servizio sanitario nazionale, ai diritti dei lavoratori e alla contrattazione collettiva. E’ una vera e propria demolizione attuata attraverso un’azione di tagli indiscriminati e di licenziamenti,l’introduzione di processi di privatizzazione, e un’offensiva ideologica improntata a un ritorno al passato di chiaro stampo reazionario (maestro unico, ecc.). L’obiettivo della destra al governo è colpire al cuore leistituzioni del welfare che garantiscono l’esercizio dei diritti di cittadinanza. L’affondo è costituito da un’ipotesi di federalismo fiscale deprivato di ogni principio di mutua solidarietà;4.. rispondere con forza all’attacco contro le politiche volte a contrastare la violenza degli uomini contro le donne, riconoscendo il valore politico della lotta a tutte le forme di dominio patriarcale, dell’autodeterminazione delle donne e della libertà femminile nello spaziopubblico e nelle scelte personali;
5..sostenere il valore della laicità dello stato e riconoscere piena cittadinanza alle richieste dei movimenti Gay Lesbici Trans Queer per la pari dignità e l’uguaglianza dei diritti, e a quelle relative alla scelta del proprio destino biologico;
6.. sostenere le vertenze territoriali (No Tav, No Dal Molin, ecc.) che intendono intervenire democraticamente su temi di grande valore per le comunità, a partire dalle decisioni collettive sui temi ambientali, sulla salute e sui beni comuni., prima fra tutti l’acqua. Quella che si sta affermando con la destra al governo è un’idea di comunità corporativa, egoista, rozza e cattiva, un’idea di società che rischia di trasformare le nostre città e le loro periferie nei luoghi dell’esclusione. Bisogna far crescere una capacità di cambiamento radicale delle politiche riguardanti la gestione dei rifiuti e il sistema energetico. Con al centro la massima efficienza nell’uso delle risorse e l’uso delle fonti rinnovabili. Superando la logica dei megaimpianti distruttivi dei territori, del clima e delle risorse in via di esaurimento. E’ fondamentale sostenere una forte ripresa del movimento antinuclearista che respinga la velleitaria politica del governo in campo energetico.
7.. contrastare tutte le tentazioni autoritarie volte a negare o limitare fondamentali libertà democratiche e civili, a partire dalle scelte del governo dai temi della giustizia, della comunicazione e della libertà di stampa. O in tema di legge elettorale mettendo in questione diritti costituzionali di associazione e di rappresentanza. Si tratta anche di affermare una cultura della legalità contro le tendenze a garantire l’immunità dei forti con leggi ad personam e a criminalizzare i deboli.Per queste ragioni e con questi obiettivi vogliamo costruire insieme un percorso che dia voce ad un’opposizione efficace, che superi la delusione provocata in tanti dal fallimento del Governo Prodi e dalla contemporanea sconfitta della sinistra, e raccolga risorse e proposte per questo paese inaffanno. L’attuale minoranza parlamentare non è certo in grado di svolgere questo compito, e comunque non da sola, animata com’è da pulsioni consociative sul piano delle riforme istituzionali, e su alcuni aspetti delle politiche economiche e sociali (come tanti imbarazzati silenzi dimostrano, dal caso Alitalia all’attacco a cui è sottoposta la scuola, dalla militarizzazione della gestione dei rifiuti campani alle ordinanze di tante amministrazioni locali lesive degli stessi principi costituzionali).Bisogna invece sapere cogliere il carattere sistematico dell’offensiva condotta dalle destre, sia sul terreno democratico, che su quelli civile e sociale, per potere generare un’opposizione politica e sociale che abbia l’ambizione di sconfiggere il Governo Berlusconi. Quindi, proponiamo una mobilitazione a sinistra, per “fare insieme”, al fine di suscitare un fronte largo di opposizione che, pur in presenza di diverse prospettive di movimenti partiti, associazioni, comitati e singoli, sappia contribuire a contrastare in modo efficace le politiche di questo governo.Al tal fine proponiamo la convocazione per il 11 ottobre di un’iniziativa di massa, pubblica e unitaria, rivolgendoci a tutte le forze politiche, sociali e culturali della sinistra e chiedendo a ognuna di esse di concorrere a un’iniziativa che non sia di una parte sola. Il nostro intento è contribuire all’avvio di una nuova stagione politica segnata da mobilitazioni, anche territorialmente articolate, sulle singole questioni e sui temi specifici sollevati.
Prime adesioni
Vanna Picciolini, Bianca Pomeranzi, Maurizio Acerbo, Andrea Agostini, Mario Agostinelli, Vittorio Agnoletto, Andrea Alzetta, Fabio Amato, Bianca Dacomo Annoni, Ciro Argentino, Giorgio Arlorio, Giuseppe Albanese, Stefano G. Azzarà , Andrea Bagni, Rossana Ballino, Paola Baraffi, Imma Barbarossa, Gianni Belloni, Alessandro Biasoli , Bianca Mara, Carlo Baldini, Maria Luisa Boccia, Gabriele Bollini, Elio Bonfanti , Carlo Borriello , Mara Bianca, Benedetta Buccellato, Alberto Burgio, Sergio Bellucci, Gabriele Bollini, Bonadonna Salvatore, Nerina Benuzzi, Maddalena Berrino, Fausto Bertinotti, Stefano Bianchi, Marina Bosco, Giacinto Botti, Augustin Breda, Antonio Bruno, Gloria Buffo, Oriella Busetto, Bianca Bracci Torsi, Paolo Cacciari, Daniele Calli, Maria Campese, Giovanna Capelli, Mauro Cannoni, Antonio Castronovi, Francesca Cavarocchi, Maria Grazia Campus, Sergio Caserta, Wilma Casavecchia, Cesare Chiazza, Elena Canali, Giuseppe Chiarante, Luciana Castellina, Guido Cappelloni, Bruno Ceccarelli, Paolo Cento, Stefano Ciccone ,Aurelio Crippa, Mario Cena, Luigi Cerini, Gianpiero Ciambotti, Paolo Ciofi, Anna Cotone, Eros Cruccolini, Claudio Cugusi, Rosa Maria Cutrufelli, Sandro Curzi, Flavio Cogo, Luisella De Filippi, Elettra Deiana, Nunzio D’Erme, Dante De Angelis, Loredana De Checchi, Loredana De Petris, Paolo De Nardis , Piero Di Siena, Antonella Del Conte, Walter De Cesaris, Elena Del Grosso, Jose Luis Del Roio, Gemma De Rosa, Valeria Di Blasio, Pippo Di Marca , Mauro Di Marco, Dalma Domeneghini, Ferruccio Danini, Eugenio Donise, Erminia Emprin, Roberta Fantozzi , Pietro Folena, Riccardo Ferraro , Ciccio Ferrara, Eleonora Forenza, Loredana Fraleone, Mercedes Frias , Francesco Francescaglia, Davide Franceschini, Francesca Foti , Matteo Gaddi , Stefano Galieni, Don Gallo, Clara Gallini , Rocco Giacomino, Matteo Gerardo, Alfonso Gianni, Dino Greco, Fosco Giannini, Paul Ginsborg, Franco Giordano, Sergio Giovagnoli, Claudio Grassi, Cristina Grandi, Heidi Giuliani, Chiara Giunti, Alfiero Grandi, Giuseppe Gonnella, Celeste Grossi, Rita Guglielmetti, Paolo Halacia, Margherita Hack, Giuseppe Joannas, Igor Kocijancic, Pietro Ingrao, Donata Ingrilli , Beniamino Lami , Antonio Lareno, Rita Lavaggi, Gigi Livio, Salvatore Lihygm, Mirko Lombardi, Roberto Latella, Umberto Lauren, Piero Leonesio, Carlo Leoni, Orazio Licandro, Lia Losa, Salvatore Lihard, Dora Maffezzoli, Ramon Mantovani, Laura Marchetti, Gerardo Marletto, Graziella Mascia, Gianfranco Mascia, Roberto Mastroianni, Corrado Mauceri, Filippo Miraglia, Sergio Mirimao, Citto Maselli, Giorgio Mele, Paolo Menichetti, Lidia Menapace, Gennaro Migliore , Gianni Minà, Siliano Mollitti, Mario Monicelli, Valerio Monteventi, Giorgio Molin, Emilio Molinari, Andrea Morniroli, Andrea Montagni , Sandro Morelli, Roberto Musacchio , Gianni Naggi, Amalia Navoni , Fabrizio Nizi , Simone Oggionni, Andrea Occhipinti, Franco Ottaviano , Manuela Palermi , Mario Palermo , Gianni Palumbo, Simona Panzino, Luigi Pegolo, Elisabetta Piccolotti , Silvana Pisa, Francesco Piobbichi, Marina Pivetta, Giuseppe Prestipino, Giovanni Prezioso, Ciro Pesacane, Renata Puleo , Carla Ravaioli, Luigi Regolo, Fausto Razzi , Simona Ricotti, Tiziano Rinaldini , Giorgio Riolo , Anna Maria Riviello, Mino Ronzitti, Rossano Rossi, Giovanni Russo Spena , Francesco Saccomano, Mario Sai , Don Roberto Sardelli, Antonia Sani, Pino Sgobio , Ersilia Salvato, Pasquale Scimeca , Arturo Scotto , Luigi Servo, Anita Sonego, Claudia Sacconi, Raffaele Salinari, Consiglia Salvino, Davide Scagliante, Paola Scarnati, Aldo Semeraro, Patrizia Sentinelli,Antonio Sgrò, Graziella Silipo, Massimiliano Smeriglio, Niko Somma, Gabriella Stramaccioni, Maria Luisa Severi, Bruno Steri, Gigi Sullo, Luigi Tamburino , Federico Tommasello, Patrizio Tonon, Massimo Torelli, Stefano Tassinari, Aldo Tortorella , Sergio Tosini, Luca Trevisan, Mauro Valiani, Mauro Vannoni , Fulvio Vassallo Paleologo, Benedetto Vertecchi, Nichi Vendola, Jacopo Venier, Pasquale Voza, Sergio Zampini, Renato Zanoli, Maurizio Zipponi, Angelo Zola, Katia Zanotti



giovedì 2 ottobre 2008

mercoledì 24 settembre 2008


COMUNICATO STAMPA PROVINCIALE 24 SETTEMBRE

Il Partito Democratico ha comunicato la volontà di organizzare da solo delle primarie per individuare il proprio candidato alla carica di presidente per le elezioni provinciali della prossima primavera.
Sinistra Democratica teme che tale scelta sia compresa e vissuta come una conferma della pratica dell’autosufficienza che ha contraddistinto l’azione del PD. La volontà di tenere delle primarie proprie può quindi essere un errore dal momento che sarebbe necessario, invece cercare di ricostruire l’intero campo di centrosinistra anche in provincia di Pordenone. Quest’ultimo obiettivo rappresenta una priorità di Sinistra Democratica, accanto alla costituente di un nuovo soggetto della sinistra unitaria.
Per questi motivi invitiamo pubblicamente il Partito Democratico e gli altri soggetti politici che hanno appoggiato la candidatura di Sergio Zaia alla precedente tornata elettorale provinciale, ad un incontro per ragionare assieme su un percorso comune che porti l’intero centrosinistra alle prossime elezioni.
Sinistra Democratica intende appoggiare, inoltre, la campagna promossa dall’UDC per la raccolta firme, al fine di reintrodurre la preferenza nella legge elettorale nazionale.
Si tratta di un obiettivo assolutamente condivisibile poichè la reintroduzione della preferenza darebbe agli elettori la possibilità concreta di scegliere i propri rappresentanti, senza dover solo ratificare le scelte dei partiti. La “porcata” della legge elettorale nazionale voluta dalla destra sta per essere replicata nella legge elettorale delle europee. E’ un ulteriore conferma di quanto questa destra sia insofferente verso la vera partecipazione dei cittadini e voglia invece trasformare la nostra democrazia in leaderistica ed elitaria. E’ un progetto a cui ci opporremo in modo deciso.
Sinistra Democratica provinciale intende partecipare attivamente anche alla mobilitazione per la raccolta firme per il referendum contro il cosiddetto lodo Alfano: l’immunità per le più alte cariche della Repubblica. Per questo prenderemo contatto con tutti coloro che vorranno attivarsi sul territorio.
Sinistra Democratica condivide infine la proposta di anagrafe pubblica degli eletti su internet avanzata dai radicali. Si tratta non di una mega banca dati centralizzata ma della possibilità per tutti i cittadini di trovare su Internet ,e con una reale e agevole accessibilità, i dati relativi a presenze, assenze, voto in aula e in commissione, missioni più o meno autentiche di tutti gli eletti, dal Parlamento sino ai livelli locali di Regioni, Province e Comuni. E senza dimenticare situazioni patrimoniali, fiscali e societarie prima e dopo l’assunzione di un mandato elettivo, fino ai gettoni di presenza anche in partecipate e municipalizzate. Una proposta che aiuterebbe la trasparenza delle pubbliche amministrazioni e l’avvicinamento alla partecipazione dei cittadini alla politica attiva. Il perseguimento di una nuova etica pubblica dev’essere ragione fondante di una nuova sinistra.
Per informazioni sulla Sinistra Democratica è possibile visitare il sito sdpordenone.blogspot.com oppure scrivere a sdpordenone@yahoo.it

Sinistra Democratica in piazza per fermare Berlusconi


L’11 ottobre Sinistra Democratica sarà in piazza e invita tutti a partecipare. Fermare oggi Berlusconi è un dovere democratico.Se la destra al governo, in pochi mesi, ha già fatto molti danni in materia di scuola, lavoro, convivenza civile, ambiente e cultura democratica, è perché non ha trovato finora chi la contrastasse sufficientemente.Dare vita a una opposizione al governo Berlusconi che sia forte ed efficace è oggi una priorità assoluta. I tanti e le tante che non condividono questo indirizzo politico avverso alla scuola pubblica, punitivo verso lavoratori e pensionati, tollerante verso la xenofobia, compiacente con gli interessi di pochi potenti, debbono poter trovare nella manifestazione dell’11 ottobre un luogo dove ritrovarsi e avere voce.Un luogo che dialoghi con chi nei sindacati, nei luoghi di lavoro, sul territorio, nelle scuole già si sta attivando per fermare l’onda della destra.Avremmo voluto una sola manifestazione di tutte le opposizioni. Poiché non si è potuto ottenere questo risultato occorre che quella dell’11 ottobre sia una giornata e una manifestazione aperta a tutti coloro che non condividono le politiche aggressive della destra. Non ultima quella di strozzare con una nuova legge elettorale la possibilità di una rappresentanza al parlamento europeo scelta democraticamente.Dare forza insieme all’opposizione non confonde i diversi progetti politici: SD, ad esempio, ritiene che senza una sinistra del cambiamento sarà difficile creare una alternativa alla destra e per questo lavoriamo concretamente con molti altri alla Costituente della sinistra. Alla fine, per battere la destra, occorre una politica convincente..

domenica 21 settembre 2008

COSTITUENTE DI SINISTRA AL VIA


Fava: «Al via la Costituente, parleremo alla sinistra senza rappresentanza»
Maria Zegarelli

Tutti intorno a un tavolo, politici, sindacalisti, intellettuali, per fondare la Costituente di sinistra, primo passo per avviare un processo unitario a sinistra. Oggi alla Casa delle donne di Roma riparte il progetto a cui guarda Sinistra democratica, la minoranza di Rifondazione di Vendola e Giordano, i Verdi di Cento, la minoranza per Pdci di Katia Belillo. Ci saranno Alberto Asor Rosa, Moni Ovadia, Ascanio Celestino, Pietro Folena, Fabio Mussi, Aurelio Mancuso dell’Arcigay, il segretario della Fiom Rinaldini, Paolo Hutter, Aldo Tortorella, Mario Tronti, Flavio Lotti. Claudio Fava, coordinatore di Sd, di una cosa è convinto: «È il momento». L’interlocutore privilegiato è il Pd, non certo l’Udc.Fava, il progetto è ambizioso, ma partite con pezzi di Sd, Rc, Verdi. Non è un po’ poco?«È un progetto diverso da quello immaginato prima delle elezioni. Non vogliamo più costruire l’unità della sinistra perché la campagna elettorale e gli esiti dei congressi mostrano che ci sono due opzioni inconciliabili: l’opzione di chi lavora per l’unità dei comunisti con un ritorno fortemente identitario alle ragioni e ai simboli della tradizione del secolo scorso e l’opzione di chi vuole una nuova sinistra che vuol rinnovare se stessa, aggiornare il proprio sguardo nei confronti di un paese profondamente cambiato, che si pone l’obiettivo di una profonda riforma delle pratiche politiche. Dobbiamo porci il problema della trasformazione del paese e dunque anche di una cultura di governo nelle forme e nelle circostanze in cui tutto questo è possibile. C’è invece chi ritiene che la funzione della sinistra sia quella di presidiare uno spazio minoritario». Quale è l’obiettivo che vi ponete?«Recuperare in parte i semi positivi dell’Ulivo e seppellire per sempre lo spirito malato dell’Unione è uno degli obiettivi che un processo di aggregazione politica a sinistra deve porsi». Quali sono gli interlocutori politici a cui guarda la Costituente?«Intanto ci sono alcuni protagonisti naturali, coloro che hanno costruito in questi anni una esperienza di militanza civile e politica a sinistra, un tessuto connettivo di associazioni e di esperienze fuori dai partiti come i movimenti pacifisti, il movimento antimafia. Penso anche alle grandi battaglie di un’associazione come Libera, a tutti coloro cioè, che hanno mirato a trasformare la coscienza civile del Paese. Poi, ci sono Sd e una parte significativa di compagni di Rc e del Pdci che non hanno condiviso le conclusioni di quel processo, i Verdi e la cultura ambientalista che ormai è orizzontale e tutta la sinistra non connotata nella militanza politica». Agli appuntamenti elettorali come pensate di arrivare?«Preferisco pensare alle elezioni come la conseguenza di un processo. Il centrosinistra in sé non è un valore, lo è in quanto frutto di un processo politico. Per noi l’interlocutore naturale della sinistra è il Pd, quello innaturale, impossibile, è l’Udc non per pregiudizio ma per merito politico. Sarebbe lo stesso errore che ha portato a tenere fino all’ultimo nel centrosinistra Mastella e Dini. Al tempo stesso noi troviamo che questo processo di coalizione debba essere davvero arricchito di politica rimettendo anche in discussione esperienze fallimentari come l’Abruzzo, la Calabria e la Campania. Dove non abbiamo saputo, come centrosinistra, riaffermare l’autonomia della politica».


Costituente a sinistra, primo incontro con Fava e Vendola
Rachele Gonnelli


Attorno ad un lungo tavolo ovale, ospiti della Casa internazionale delle Donne a Roma - luogo storico del movimento femminista - si riuniscono sabato, per la prima volta dopo la lunga estate di congressi e liti furibonde, gli stati maggiori della sinistra un tempo arcobaleno.
Si fonda proprio attorno a quel tavolo, la nuova casa della sinistra. «È la prima pietra», dice il segretario della Sinistra democratica Claudio Fava. Ma la forma è ancora poco più che un abbozzo, la giornata di discussione a porte chiuse un incontro poco più che «seminariale». E Nichi Vendola, governatore della Puglia, preferisce parlare, più che di prima pietra, dell'inizio di un «percorso» per ricostruire «una sinistra che prenda atto della sconfitta anche culturale» e torni a aggregarsi nel sociale, «nei territori». Insomma ad esistere e ad avere voce.
La sfumatura tra la «pietra» di Fava e il «percorso» di Vendola in verità è lieve. L'esperienza del cartello elettorale della Sinistra Arcobaleno uscita senza neppure un parlamentare dalle urne viene archiviata da entrambi in modo netto. E anche la prospettiva delle scadenze elezioni - sia il turno primaverile delle amministrative sia le europee con o senza soglia di sbarramento- è evocata solo come «punto di arrivo».
Così, da questa prima riunione della «costituente della sinistra» non esce nessun coordinamento o organigramma. Solo un comunicato in cui si parla di «orizzonte nuovo» ma anche di «nuove pratiche e linguaggi». Più un calendario per le successive tappe che dovranno portare a questo processo di riaggregazione.
La prima tappa è prevista già per sabato prossimo, 27 settembre, sempre a Roma, quando alla festa dell'area vendoliana di Rifondazione - a Garbatella - molti degli stessi oratori della riunione seminariale si troveranno a parlare in pubblico, cercando di entrare in collegamento anche con l'iniziativa delle "Cento Piazze" della Cgil. Poi, nell'agenda a breve, ci sarà la manifestazione nazionale convocata ancora una volta a Roma il prossimo 11 ottobre.
Per ora la «costituente» è animata, oltre che da Sd e vendoliani di Rifondazione - che comunque non vogliono concepirsi come corrente interna al Prc ma si identificano in qualcosa di più «largo e plurale» - anche da personaggi politici e del mondo della cultura e dello spettacolo: da Moni Ovadia a Ascanio Celestini e da Alberto Asor Rosa a Rita Borsellino. C'è uno spezzone dei Verdi, con l'ex sottosegretario Paolo Cento, e c'è l'area dissidente del Pdci, da Katia Belillo all'europarlamentare Claudio Guidoni. E molti altri, tra i quali anche Achille Occhetto, Aldo Tortorella, Fabio Mussi.
In mattinata alla prima riunione ha partecipato anche il segretario della Fiom Gianni Rinaldini che poi però ha dovuto abbandonare la discussione per andare a Gubbio, alla Festa nazionale della corrente di Rifondazione che fa capo a Claudio Grassi - "Essere comunisti" - dove era chiamato come oratore a un dibattito sempre sulla crisi della sinistra -dal titolo emblematico: "Ricominciare a sinistra, come e da dove?" - insieme a Oliviero Diliberto e Paolo Ferrero.
Il progetto di costituente di cui hanno iniziato a tessere la tela Fava e Vendola però al momento esclude sia il segretario del Pdci Diliberto sia quello di Rifondazione Ferrero. Anche se di fronte a una soglia di sbarramento per le elezioni europee tra il 3 e il 5 percento, secondo la modifica della legge elettorale che la maggioranza di centrodestra sembra orientata a voler approvare, potrebbe portare a rimescolare le carte. Per ora prevalgono i netti distinguo usciti dai congressi dei partiti. «La nostra idea di sinistra - spiega Fava - non sarà un'opzione minoritaria».
Vendola è persino più duro nel giudizio. «Non riesco a pensare che resti solo una opposizione di corto respiro e in stato confusionale o una che si rinchiude in recinti e in invocazioni di una identità nostalgica». Per lui è fondamentale intanto guarire dal «torcicollo», da una sindrome che vede la sinistra innamorata solo del proprio passato, una sinistra ideologica che essendo «finita in un dirupo» «cerca solo di sopravvivere» aggrappata a vecchi simboli e richiami ideologici. Oltretutto sbagliati. «Io non posso partecipare a un corteo dove si suonano inni che riportano a un passato stalinista -chiarisce-. Non credo a una lettura solo storiografica dello stalinismo, non credo più, e ci ho creduto ma ora non più, a una ideologia giustificazionista rispetto a certi eventi storici, la rottura deve essere netta».
FONTE:unita.it

venerdì 12 settembre 2008

Semplicemente neofascisti

E' stato un "uno-due" solo all'apparenza imprevedibile. Mi riferisco alle dichiarazioni del sindaco di Roma Alemanno a Gerusalemme e, poi, del ministro della Difesa La Russa, durante la manifestazione in ricordo della difesa di Roma dall'invasore nazista. Alemanno ha affermato in un'intervista al Corriere della Sera del 7 settembre, che il fascismo non è stato il "male assoluto", ma "un fenomeno più complesso. Molte persone vi aderirono in buona fede [...] Il male assoluto sono le leggi razziali volute dal fascismo che ne determinarono la fine politica e culturale". La Russa, dal palco di Porta San Paolo, teatro, sessantacinque anni fa, della difesa di reparti militari aiutati da civili contro l'occupante nazista, ha detto che "altri militari in divisa, come quelli della Nembo dell'esercito della Rsi, soggettivamente e dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della patria, opponendosi nei mesi successivi allo sbarco degli anglo-americani" (da "La Repubblica" del 9 settembre). Dallo stesso palco Alemanno, volendo aggiustare il tiro delle sue precedenti dichiarazioni, non ha fatto altro che riconfermare il suo pensiero, prendendo le distanze dall' "esito liberticida e antidemocratico" del fascismo che il sindaco non cita direttamente, ma fa rientrare nella locuzione "fenomeno totalitario".
Dunque, per riassumere: per la destra italiana erede del fascismo e che tutti ritengono approdata al riconoscimento dei valori della democrazia, il fascismo è stato un "fenomeno complesso" condannato dalla storia per il suo "esito" (il che fa presupporre che i suoi principi fossero e siano considerati positivamente), in ragione della scelta dell'alleanza con il nazismo e delle leggi razziali del 1938. Ed anche chi aderì alla Repubblica di Salò, lo fece, "dal suo punto di vista", per difendere il paese. Perché ho detto all'inizio che le dichiarazioni di Alemanno e La Russa sono solo all'apparenza imprevedibili? Perchè anche l'uomo politico indicato come colui che ha liberato la destra italiana dalla zavorra del fascismo, cioè Fini, quando parlò nel 2003 del ventennio come "male assoluto", lo fece con riferimento al solo periodo delle leggi razziali e dell'esperienza della Rsi.
Esiste quindi una certa identità di posizioni tra i leader di Alleanza Nazionale, e vanno tutte nel senso di dividere il fascismo tra un "prima" e un "dopo" le leggi razziali, dimenticando la marcia su Roma, il delitto Matteotti, la messa fuori legge di tutti i partiti politici, dei sindacati, della libera stampa, l'attività del Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato con le sue trentuno condanne a morte eseguite, la missione coloniale in Etiopia. L'unica parola non pronunciata in questo vortice di dichiarazioni, precisazioni, sottolineature, è una sola, la più importante: antifascismo. E da allora in poi definire queste persone come neofascisti, significherebbe solo rispettare la verità dei fatti.
Gaetano Toro
Anche per le europee si prepara un “porcellum”. Non ci stiamo




Tra meno di dieci mesi gli italiani saranno chiamati al voto per il nuovo parlamento europeo. Si tratterà di scegliere chi ci rappresenterà nella sede sovranazionale che ormai concorre a decidere molto della nostra politica economica, dei nostri diritti sociali, delle politiche ambientali e di sicurezza.“Scegliere” non è però il verbo appropriato. Se verrà approvata la nuova legge elettorale per le europee voluta dal centrodestra, non saranno i cittadini a decidere gli eletti , visto che la proposta è quella di fare liste bloccate, e nemmeno potranno farsi rappresentare da forze politiche che non superino l’insensato sbarramento del 5 per cento. Insensato due volte: la prima perché non si tratta in questo caso di decidere un governo o di attribuire un premio di maggioranza o di premiare una coalizione; la seconda perché i gruppi parlamentari non si formano su base nazionale ma raccolgono eletti provenienti da diversi paesi. L’Europa, attraverso il voto, deve fondarsi sul la rappresentanza degli orientamenti degli elettori senza alcuna preclusione.E’evidente che la proposta del centrodestra mira a regalare un vantaggio ai partiti maggiori e non spera altro che di impedire artificiosamente alla sinistra l’accesso anche al Parlamento europeo.Se si confermasse un quadro della nostra rappresentanza a Strasburgo simile a quella del parlamento italiano, è chiaro che la destra nostrana godrebbe del vantaggio di avere poco e debole contrasto anche fuori dai nostri confini. E’ sotto gli occhi di tutti il fatto che senza le idee e la forza della sinistra ben pochi sono gli ostacoli alla politica reazionaria e antisociale di Bossi e BerlusconiD’altra parte non c’è da aspettarsi molto da coloro che si sono in tempi non lontani resi autori di una legge da loro stessi definita Porcellum. Adesso la palla passa al parlamento. Occorre che in quella sede arrivi chiaro il messaggio che fare una legge per le europee ritagliata sugli interessi contingenti dei partiti oggi più forti in Italia è un grave vulnus democratico: le regole della rappresentanza sono le prime a dover essere garantite se non si vuole parlare di regime.Le forze politiche, le associazioni, i sindacati i cittadini che hanno a cuore un’Europa democratica e sociale devono far sentire subito la loro voce. Questa è anche un’occasione d’oro per verificare se il Pd condivide con la destra l’interesse a ridurre la dialettica democratica e a strozzare la sinistra e le voci critiche, oppure se batte un colpo per richiamare i principi democratici elementari della rappresentanza. Nel primo caso, il Pd si assumerebbe anche la responsabilità di impedire la nascita di un nuovo centrosinistra in grado di contrastare e battere nei prossimi anni una delle peggiori destre in giro per l’Europa. Da solo questo partito non ce l’ha fatta in aprile, non ce la fa all’opposizione, non ce la farà nemmeno in futuro. Le conseguenze sarebbero pesanti anche per le alleanze locali in vista delle prossime elezioni amministrative. Dal Pd, ma anche da quell’ampio schieramento di forze, giornali, opinionisti, esponenti della società e della cultura che hanno tuonato contro le liste preconfezionate per il parlamento nazionale, ci aspettiamo un moto di protesta e di ribellione al meccanismo ora proposto per Strasburgo, anch’esso fondato su una elenco bloccato di nomi. Non vorremmo che alcuni leader di grandi partiti, alle prese con dissidi interni difficilmente componibili , cogliessero l’occasione al volo per regolare in questo modo gli affari di casa propria. Se l’indignazione di ieri per la legge elettorale di Camera e Senato non era di maniera, si vedrà nelle prossime settimane. Chi, come noi, lavora alla costituente per un nuovo partito della sinistra forte e serio, non può rinunciare a far sentire le ragioni di questa battaglia democratica in tutti i luoghi possibili, a partire dalla manifestazione dell’11 ottobre contro le scelte del governo e della destra.
fonte www.sinistra-democratica.it

martedì 9 settembre 2008

PORDENONE


Sono state installate altre tre rastrelliere alla stazione ferroviaria, al parcheggio dell’ospedale e in questura
Crescono le biciclette comunali

È stato potenziato il servizio di bike sharing con dodici nuove due ruote
Bike sharing in via di potenziamento, grazie all'incremento delle biciclette e ad altre rastrelliere. In questi giorni ne sono state installate tre nuove - ora le rastrelliere sono 9 - portando le biciclette da 24 a 36. Più biciclette alla stazione (+ 4), al parcheggio dell'ospedale, (+ 4), e poi due nuove postazioni , una in piazza del Popolo per favorire il collegamento dell'area delle scuole con il centro città ma anche a servizio degli utenti dei bus extra urbani che scendono alla fermata in viale Marconi, e l'altra nei pressi del parcheggio della Fiera di viale Treviso. Infatti in occasione del tradizionale appuntamento settembrino, nei padiglioni fieristici sarà possibile utilizzare una nuova e sperimentale postazione di bike sharing. In particolare a disposizione degli espositori sino a veberdì ci saranno alcune biciclette; ai richiedenti verranno consegnate le chiavi che dovranno essere conservate e riconsegnate alla scadenza della "promozione della sostenibilità del trasporto sano ed alternativo".
Dopo questo servizio, allo scopo di eseguire interventi di manutenzione o riparazione, l'intero parco biciclette dello "bike sharing" verrà ritirato la sera del 12 settembre. Le rastrelliere rimarranno vuote fino alla sera del 15, pronte e disponibili poi dalle 6 del 16 per "affrontare" la settimana della mobilità sostenibile, in calendario dal 16 al 22 settembre, manifestazione a carattere nazionale a cui l'amministrazione comunale aderisce nell'ambito della promozione dell'utilizzo dei mezzi di trasporto alternativi e non inquinanti.
Riassumendo, tra settembre e ottobre del 2006 sono state collocate 6 rastrelliere (3 alla stazione ferroviaria con 12 biciclette; una in piazzetta Calderari con 4 biciclette; una in piazzale Ellero dei Mille con 4 biciclette e una al parcheggio dell'ospedale di via Montereale con 4 biciclette ).
A regime, fra pochi giorni, ci saranno quindi quattro rastrelliere (una in più) alla stazione ferroviaria con 16 biciclette; 2 (una in più) con 8 biciclette nel parcheggio dell'ospedale di via Montereale; la postazione già esistente in piazzetta Calderai (4 biciclette) ; la nuova postazione con 4 biciclette in piazza del Popolo/Questura; un'ulteriore nuova postazione in Fiera che sostituisce quella di piazzale Ellero dei Mille, rivelatasi non adeguatamente sfruttata. Per quest'ultima postazione si profila un periodo sperimentale per verificare se il servizio risulterà gradito vista la vicinanza dell'area di parcheggio.
FONTE: GAZZETTINO.IT

domenica 7 settembre 2008




Documento approvato dalla Direzione Nazionale di Sd il 6 settembre 2008

Si è riunita il 5 e 6 settembre la Direzione Nazionale di Sinistra Democratica, due giorni di discussione intensa e approfondita sulla base di una analisi della situazione politica, degli impegni che ci attendono, e delle scelte che dobbiamo compiere nelle prossime settimane, tracciati da Claudio Fava nella relazione introduttiva. Moltissimi gli interventi delle compagne e dei compagni dell’organismo dirigenti che si sono confrontati, anche con una riflessione che Mario Tronti ha voluto dare al confronto. I lavori si sono conclusi con l’approvazione di un Documento che qui pubblichiamo.



Un nuovo inizio per il futuro della sinistra italiana
1. La ripresa politica vede l’Italia di fronte a crescenti contraddizioni, squilibri e ingiustizie che da tempo ne frenano lo sviluppo -non soltanto economico ma sociale e ambientale- ma che ora vengono pesantemente aggravate dal procedere spedito di questo governo verso la rapida attuazione del suo programma.In soli pochi mesi, disponendo di una larga maggioranza parlamentare e attraverso un uso distorto delle procedure istituzionali come delle norme costituzionali, la destra al governo sta mettendo in discussione i due pilastri fondamentali che reggono la vita democratica di un paese, l’equità sociale e i diritti civili. Tanto le importanti conquiste consolidate nel corso di decenni di vita e di lotta democratica, quanto le reali possibilità di attuare quelle vere riforme di cui l’Italia ha sempre più bisogno.Questo riguarda fondamentali beni pubblici che segnano la qualità dello stato sociale di un paese e su cui si misura la vita quotidiana di donne e uomini: salute, istruzione e formazione. La scuola italiana è con questo governo sotto un attacco che svilisce la qualità educativa e pedagogica da trasmettere alle ragazze e ai ragazzi, umilia il lavoro di tanti insegnanti capaci, e quindi crea distacco tra società, famiglie e istituzioni scolastiche. E riguarda ancor di più la realtà attuale del mondo del lavoro oggi nel nostro Paese: perdita di centralità, precarietà persistente, condizioni materiali di lavoro sempre più insicure e pesanti, salari da troppo tempo fermi e troppo bassi, volontà di ridurre l’azione e il ruolo della rappresentanza sindacale.
2. E tuttavia l’azione devastatrice di questo governo non incontra ancora, a diversi mesi ormai dal voto di aprile, un’opposizione politica capace di resistere agli attacchi della destra e di indicare la possibilità di diversa prospettiva politica per l’Italia.L’opposizione non solo tarda a organizzarsi, ma corre il serio rischio di presentarsi divisa, chiusa nel recinto, largo o angusto che sia, delle diverse logiche identitarie, incapaci di produrre quell’ampia, diffusa, forte partecipazione unitaria che l’opposizione deve avere oggi in Italia se vuole essere efficace e rialzare la testa di fronte ai colpi di questo governo.
E’ per questo che Sinistra Democratica – nata non già come ennesimo partito politico ma come movimento politico che ha il principale obiettivo di unire la sinistra e costruire un nuovo centrosinistra per governare l’Italia – ritiene si debbano individuare i punti essenziali di una comune piattaforma, quegli stessi su cui le azioni del governo rendono ogni giorno più pesante la vita materiale di tanta parte della popolazione, e si debbano dare segnali inequivocabili di unità e di mobilitazione prima di tutto nei suoi territori.Ed è per questo, quindi, che Sd non condivide l’ipotesi di svolgere, ad ottobre, diverse e distinte manifestazioni dell’opposizione nel paese, incapaci nei fatti di parlarsi, con l’unico risultato di lanciare un messaggio identitario e di divisione ulteriore. Troppo poco di fronte ad una realtà così pesante e troppo poco anche di fronte agli insegnamenti che tutti dobbiamo trarre dalle divisioni e dagli errori che hanno segnato, in tutto il campo del centrosinistra, l’ultima campagna elettorale.Ecco perché noi riteniamo necessario costruire una piattaforma e una mobilitazione del’’opposizione. E’ così che si può mettere in moto una doppia speranza. Che un’opposizione finalmente c’è, si organizza, mobilita soggetti e coscienze, unisce. E che da una simile opposizione si può partire, certo in un percorso ancora aperto e difficile, per costruire un nuovo centrosinistra per il governo dell’Italia. Noi intendiamo lavorare per questo semplice, ma fondamentale obiettivo e ci rivolgiamo a tutti gli interlocutori del centrosinistra come alle tante diverse realtà in ogni parte del territorio del paese che chiedono segnali di speranza e di risposta politica efficace.3. La nostra prospettiva politica già delineata a Chianciano pochi mesi fa e ribadita nel corso dei lavori della nostra Direzione, guarda alla Costituente della sinistra italiana come all’unica reale possibilità di mettere in moto un processo che da subito e già nelle elezioni amministrative ed europee indichi la strada per dare all’Italia quella sinistra politica che oggi non ha più. Dotata di autonomia culturale e organizzativa, di cultura di governo, di profilo europeo, capace di ridare centralità al valore del lavoro e alla laicità dello Stato. Sarà un percorso lungo nel tempo ma che occorre avviare ora. Ecco perché guardiamo all’incontro del 20 settembre, al quale parteciperanno autorevoli figure rappresentative della sinistra nella cultura, nel sociale e nel mondo del lavoro, della politica e dei movimenti, come all’occasione che, dopo la sconfitta elettorale e gli esiti dei diversi congressi dei partiti di luglio, metta in moto un nuovo inizio per il futuro della sinistra italiana.


sabato 6 settembre 2008

Scuola, tutt'Italia contro il maestro unico della Gelmini


Si prospetta molto caldo l'autunno per Mariastella Gelmini. Da più parti si levano dure critiche contro la riforma della scuola: sindacati, docenti, genitori, sindaci dei piccoli comuni. Gli Unicobas della scuola hanno proclamato per il 3 ottobre uno sciopero generale con manifestazione nella Capitale. Il 27 settembre a Roma i Cobas organizzano un convegno nazionale dei precari. I confederali non stanno di certo a guardare. Cgil, Cisl e Uil hanno fatto sentire la loro voce a Venezia con un'insolita iniziativa: hanno affittato e fatto sfilare davanti alla Mostra del Cinema cinque vaporetti per protestare contro la riforma Gelmini e i provvedimenti di Brunetta. Inoltre in occasione della regata storica i confedereali "addobberanno" il Canal Grande con quattro striscioni di protesta su scuola e università.
Taglio del personale scolastico e maestro unico sono i due punti più criticati di una riforma, o meglio controriforma, che porterà ad un indebolimento della scuola pubblica. Il segretario nazionale dell'Unicobas, Stefano D'Errico chirisce che a partire dall'anno scolastico 2009/2010 saranno «cancellati 70.000 cattedre e 40.000 ruoli Ata». Una cifra totale di esubueri che supera di gran lunga le 87 mila unità annunciate dalla Gelmini. Ma che fine faranno i soldi risparmiati sulla pelle di tanti lavaoratori? «Solo il 30% di questi risparmi sarà utilizzato a fini contrattuali per presunte iniziative dirette alla valorizzazione ed allo sviluppo professionale della carriera del personale della scuola» dice D'Errico.
Il timore è che dal mix esuberi e maestro unico si arrivi ad una diminuzione del tempo pieno. Sul piede di guerra ci sono anche i genitori degli 860 mila bambini che frequentano la scuola per 8 ore al giorno. Genitori che spesso lavorano e devono far fronte a non poche difficoltà per conciliare lavoro e famiglia. A tutti loro la Gelmini ha assicurato che il tempo pieno non verrà toccato. In realtà sono pochi a crederci vista la consistente diminuzione di risorse umane e finanziarie che si sta abattendo sulla scuola pubblica. Basti pensare che la finanziaria prevede «l'innalzamento drastico di un punto percentuale, dall'anno scolastico 2009/2010, del rapporto docente-alunni, con conseguente ingrossamentò e diminuzione delle classi» dice D'Errico. Anche dal punto di vista pedagogico la riforma, in particolare la reintroduzione del maestro unico, mostra non pochi limiti: «in tutti i paesi moderni esite un sistema di presenze multiple di insegnanti, perchè a differenza di 30 o 40 anni fa la società è mutata e le conoscenze si sono moltiplicate» afferma Benedetto Vertecchi, ordinario di Pedagogia Sperimentale a Roma Tre. Ma dopotutto la Gelmini, non ha mai fatto mistero di voler tornare alla scuola del secolo scorso.
Il vero fine della riforma pare comunque quello di privatizzare sempre di più il settore istruzione. Lo scenario alquanto preoccupante è delineato da D'Errico: «le scuole verranno trasformate in fondazioni e consegnate ai privati, i quali entreranno nei consigli d'amministrazione che sostituiranno gli attuali consiglid'istituto e, versando un obolo, diverranno i veri padroni della scuola».
Le proteste si registrano in ogni parte d'Italia. A Roma si è costituito un coordinamento docenti-genitori per raccogliere firme in difesa della scuola pubblica. Da Milano è partita la campagna "no al maestro unico" in cui si invitano le famiglie a mandare fax di protesta al ministero. A Torino i sindacati confederali pensano ad una serie di assemblee da organizzare nelle scuole mentre martedì a Palermo scenderanno in corteo i maestri precari. Volantinaggi invece a Genova e Parma.
fonte: unità.it

venerdì 5 settembre 2008

In Carovana contro le morti bianche
Non possiamo rassegnarci a vivere in un paese in cui si perde la vita per lavorare.Perché di questo si tratta: il lavoro come rischio, come percorso ad ostacoli come gimcana, tra contratti precari e diritti negati, fino a perdere la vita.Per questo è più che mai agghiacciante il cinismo con il quale di recente si è aperta una polemica sulla tecnica più precisa per rilevare il numero delle morti bianche.Una polemica cinica ed assurda, che fa velo alla realtà: quella di un modello sociale e di produzione che mercifica il lavoro e non gli riconosce valore.Le scelte dell’attuale governo vanno esattamente in questa direzione con la cancellazione dei passi avanti sulla sicurezza fatti dal Governo Prodi (il Testo Unico, le norme contro il lavoro nero, l’abrogazione della legge contro le dimissioni in bianco ecc) e il varo di norme nuove di zecca come quelle che incentivano lo straordinario. Perché esiste un rapporto certo, misurabile e misurato, tra gli incidenti sul lavoro e il numero di ore di lavoro, la precarietà e il lavoro nero.La Confindustria, che aveva contrastato violentemente il Testo Unico sulla sicurezza e le sanzioni per le imprese inadempienti, oggi plaude alle nuove norme e alla licenza di irresponsabilità che esse consentono.Ma il punto è perché tutto ciò non provoca uno scatto collettivo generale di indignazione? Che cosa è successo nella coscienza di questo Paese?Certo la grave crisi economica globale e quella europea che ricade sull’Italia e si amplifica per le storture strutturali del nostro sistema economico, colpisce al cuore i legami sociali.Colpisce il reddito delle famiglie degli operai, degli impiegati e degli insegnanti, le donne e gli uomini, i giovani e i meno giovani, amplifica le disuguaglianze e si somma alla caduta di etica pubblica alimentando il senso del declino generale del Paese. In un contesto così, la perdita di valore del lavoro nella gerarchia dei valori sociali collettivi è perfino evidente nelle statistiche europee che confinano l’Italia agli ultimi posti per il livello dei salari e rappresenta di più del tanto che già appare: la crisi morale di un intero paese. Non è cominciata oggi, ha radici globali, ha travolto tutti i partiti del centrosinistra disancorati dalla realtà mutata.Non ci si può rassegnare. Sia di fronte al mito della crescita fondata sull’abbassamento dei costi del lavoro, in primo luogo quelli sulla sicurezza, sia di fronte alla cancellazione del valore del lavoro come fondamento dell’Italia repubblicana.Per non rassegnarsi bisogna squarciare il velo che copre la realtà.Articolo 21 prova a farlo con la carovana in partenza da Venezia il 4 di settembre. Avrà tutto il sostegno più sincero e concreto di Sinistra Democratica.

mercoledì 3 settembre 2008


L’IMPRESA DI UN’ECONOMIA DIVERSA

VI edizione del Forum di Sbilanciamoci!

UN BEL LAVORO

Diritti, economia di giustizia, imprese responsabili

Mirafiori Nord (Torino) 4-6 settembre 2008

Sbilanciamoci! organizza a Mirafiori il suo Forum annuale, quest'anno dedicato al lavoro. Si terrà dal 4 al 6 settembre prossimi, a Torino, quartiere Mirafiori Nord, il forum annuale della campagna Sbilanciamoci! L’impresa di un’economia diversa giunto ormai alla sua sesta edizione. Un bel lavoro è il titolo del forum di quest'anno. Dopo il drammatico aumento della precarietà e degli incidenti sul lavoro, Sbilanciamoci dedica il forum di quest'anno ai temi del lavoro e della sostenibilità di un modello di sviluppo fondato sull'automobile e la grande fabbrica che ha avuto nella città di Torino la sua massima espressione. Mirafiori come simbolo di un modello industriale che ha caratterizzato un certo sviluppo economico del dopoguerra; Torino come la città delle grandi fabbriche per antonomasia e dei recenti incidenti sul lavoro, città che si presta a una riflessione sul sistema delle imprese, modello di sviluppo e mondo del lavoro, temi che da anni sono al centro dell'impegno della campagna Sbilanciamoci.Il forum di quest'anno - che si tiene alla Cascina Roccafranca - prevede la presenza di oltre 50 relatori italiani e stranieri che interverranno in sei sessioni plenarie e otto gruppi di lavoro tematici. Una sessione di quest'anno - dedicata al tema delle “nuove solidarietà” - viene organizzata in collaborazione con FIOM e FIM e prevede la partecipazione di delegati sindacali dal Brasile, dalla Serbia, dalla Turchia, dalla Polonia.
www.sbilanciamoci.org

giovedì 14 agosto 2008

APPUNTI FERRAGOSTANI

Il costo del ritardo sugli obiettivi di Kyoto
L’Italia dal 1° gennaio 2008 ogni giorno ha un costo di 4.111.000 € (47,6 € al secondo) per il mancato raggiungimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto. Il contatore nel sito internet del Kyoto Club visualizza in tempo reale la crescita di questo debito.
L'Italia sta accumulando un debito di oltre 4 milioni di euro al giorno (4,1 milioni di euro) per lo sforamento delle emissioni di CO2 rispetto all'obiettivo previsto dal Protocollo di Kyoto.
Per la precisione, dal 1° gennaio 2008 il debito è di 47,6 € ogni secondo e al 20 marzo abbiamo già superato i 320 milioni di euro che diventeranno quasi 1,5 miliardi di euro a fine 2008. La crescita del debito (per ogni tonnellata di CO2 abbiamo stimato un prezzo di 20 €) si può visualizzare in tempo reale dal contatore presente nel sito del Kyoto Club.
Questo costo deriva dal divario di oltre 75 milioni di tonnellate di CO2 (aggiornamento al marzo 2008) che ci separa dagli obiettivi di Kyoto, con un livello di emissioni del 9.9% superiore rispetto al 1990. Va ricordato che nel periodo di adempimento 2008-2012, la quantità di emissioni assegnate all'Italia è pari a 483 Mt CO2 eq (-6,5% rispetto al 1990).
Questa è un'emergenza pesante in termini economici, di immagine e di mancate opportunità. Paghiamo dieci anni di sottovalutazione del problema climatico e di una notevole superficialità rispetto all'entrata in vigore del Protocollo.Poiché ogni ulteriore ritardo comporterà costi crescenti sarà fondamentale che le istituzioni mettano al centro delle politiche del paese la questione climatica, con conseguenti scelte oculate su efficienza energetica, utilizzo delle fonti rinnovabili e trasporti.

giovedì 31 luglio 2008

COSTITUENTE DELLA SINISTRA

C’è una Sinistra…
C’è una Sinistra che non si è fermata al 14 aprile ma di quella sconfitta elettorale ha raccolto gli ammonimenti per ragionare su se stessa, per rimediare ai propri errori, alle infinite liturgie, ai peccati di presunzione. C’è una Sinistra che ha deciso di proporre un processo costituente che non sia la semplice somma delle appartenenze ma un’esperienza di innovazione profonda. Un progetto politico che raccolga esperienze, culture, passioni civili e tensione morale. Un progetto condiviso, costruito dal basso, capace di affrancarsi dalla prudenza dei “gruppi dirigenti”, dalla ritualità delle attese e dei rinvii. Sapendo che, nel paese, la sinistra sociale e civile è molto più avanti dei congressi che hanno preteso di rappresentarla.La risposta che arriva da questi congressi ci dice che non tutti saranno disponibili. Amici e compagni che su questo tema si erano spesi con passione, si mostrano adesso tiepidi, preoccupati di non abbattere i recinti delle loro storie, come se l’ostacolo oltre il quale lanciare il cuore sia diventato improvvisamente troppo alto.L’ostacolo è sempre lì, di fronte a noi. E’ un muretto sgretolato, fatto di diffidenze, calcoli, ansie identitarie. Davanti a questo muretto è franata l’esperienza di Sinistra Arcobaleno, un generoso progetto comune che si è risolto in un cartello elettorale, un’intesa di vertici di partito in cui ciascuno restava geloso del proprio nome, della propria storia, dei propri inossidabili simboli…Siamo stati sconfitti perché siamo apparsi per ciò che eravamo: una collezione di piccole patrie senza un progetto per il paese. Se la sfida oggi dovesse ridursi a conservare confini e bandiere di quelle patrie, vorrebbe dire che il cuore è rimasto inchiodato a terra. Da questa parte del muro.Non per noi. Non per Sinistra Democratica che rilancia in questi giorni il proprio impegno per un processo costituente a sinistra: urgente, rigoroso, largo, aperto. La Costituente su cui siamo impegnati non è la liquidazione dei partiti della sinistra ma un cantiere politico che porta in sé lo sforzo di una ricerca, la scelta di misurarsi con nuovi linguaggi, nuovi riferimenti, con un nuovo sguardo sulle cose di questo tempo. Il punto d’arrivo è una nuova sinistra, capace finalmente di riorganizzare e spostare in avanti i segni di tutte le culture che si porta dentro. Non un museo ma un laboratorio. Non una somma di recinti (i socialisti con i socialisti, i comunisti con i comunisti, gli ambientalisti con gli ambientalisti, la società civile con la società civile, i radicali con i radicali…) ma un campo da seminare insieme. Con un primo urgente banco di prova: la riorganizzazione di un’opposizione di cui oggi il paese è orfano, un’opposizione che rimetta al centro dell’agenda politica quei temi – il lavoro, la precarietà, le disuguaglianze, le nuove povertà, i diritti negati, le garanzie violate - che il governo Berlusconi considera poco più che bottino elettorale.La Costituente di Sinistra non subirà alcuna moratoria: è già in campo, e ci impegneremo perché possa confrontarsi con gli elettori già a partire dalle amministrative e dalle europee del prossimo anno. Certo, nessuno è così ingenuo da pensare che a un nuovo soggetto politico della sinistra si possa arrivare in pochi mesi con un frettoloso atto notarile. Ma nessuno può fingersi talmente sprovveduto da pensare che questo processo possa essere rimandato a tempi migliori. Il tempo per la Costituente di Sinistra è adesso, perché adesso va ricostruito un centrosinistra di nuova cultura politica, perché adesso va restituita visibilità e responsabilità a tutte le voci della sinistra, perché questo ci chiedono gli elettori che il 14 aprile ci hanno voltato le spalle e che non vogliono dover continuare a scegliere tra partiti brevi e chiusi, parole desuete, reducismo… Quattro congressi, dodici mozioni: questo è il presente della sinistra italiana. Non può essere anche il futuro.Sinistra Democratica lo ha sostenuto nella propria assemblea nazionale: dobbiamo aprire un cantiere, discutere e lavorare insieme su forme, modalità, tempi e soprattutto contenuti. Insieme non significa nel chiuso dei nostri gruppi dirigenti. Pensiamo alla domanda di nuova politica che arriva dalla sinistra sociale e diffusa: decine di associazioni, percorsi collettivi, storie individuali di impegno e di militanza, di pensiero critico e di battaglia politica che in questi anni hanno rappresentato – da Vicenza a Palermo, da Firenze a Locri - la migliore coscienza civile del paese: la Costituente è il luogo politico in cui ciascuna di quelle storie può ritrovare voce, sovranità, responsabilità.
Dobbiamo fare presto e bene. Evitando che a decidere per noi sia una nuova legge elettorale. Far nascere un progetto unitario come una necessità legata alle cifre di uno sbarramento sarebbe una fuga, non una scelta. Gli elettori ci hanno detto che dalla sinistra non vogliono finzioni o tatticismi ma assunzione di responsabilità. Per questo chiediamo a chi si riconosce in questa urgenza e in questo percorso di farsi avanti: la Costituente di Sinistra deve essere un processo plurale, aperto, inclusivo. Di pari dignità, di reciproca responsabilità. Senza ospiti né padroni di casa. E’ ciò che il paese si aspetta da noi.