venerdì 30 gennaio 2009

BORSE LAVORO PER I DISABILI

SU NOSTRA SOLLECITAZIONE

“Il consigliere Stefano Pustetto
Chiede alla Giunta regionale se corrisponda al vero la notizia, riportata dai quotidiani locali, in cui si afferma che la regione Friuli Venezia Giulia, unica in Italia, abbia parificato le borse lavoro per i disabili ai redditi da lavoro dipendente.

Ricordo come queste borse lavoro vengono erogate nell’ambito del sistema di protezione sociale previsto dall’art. 44-ter della L.R. 41/96. e che ai sensi dell’art. 34 del Dpr 601/73 tali sussidi sono esenti da imposta sul reddito in quanto di natura assistenziale.

Con questa operazione molti disabili sarebbero costretti a rinunciare a questo tipo di intervento che risulterebbe incompatibile con altri tipi di benefici fiscali andando così a penalizzare, una volta di più, persone e famiglie già colpite dalla sorte.”

domenica 25 gennaio 2009

Il patto tra il PD e la PdL sulle europee è indecente

Sappia il PD che  Sinistra Democratica assumerà tutte le decisioni e le iniziative necessarie affinché sia restituita  agibilità democratica a tutte forze politiche, per la prossima scadenza elettorale europea.

Lo afferma segretario nazionale di Sinistra Democratica.

Che questa proposta indecente di riforma della legge elettorale per le europee con sbarramento al 4 per cento sia frutto dell’accattonaggio di Veltroni e del suo bisogno da una parte di pulizia etnica a sinistra e dall’altro di evitare un prevedibile insuccesso elettorale, fa del segretario del PD un campione di cinismo politico.



Se questo accordo del PD con Berlusconi   diventasse realtà,  evidentemente le conseguenze politiche nei rapporti del PD  con la sinistra a livello nazionale e negli enti locali  sarebbero chiare e nette.


 





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Fava: con Vendola per un progetto politico ed elettorale

"Sono grato, e sono vicino, a Nichi Vendola perche' so che per le sue scelte c'e' consapevolezza ma c'e' anche fatica". Claudio Fava, segretario di Sinistra democratica, si schiera con decisione al fianco di Nichi Vendola e del gruppo che, lasciando Rifondazione comunista, ieri a Chianciano ha formalizzato la lascita del nuovo movimento Rifondazione per la sinistra.


"So quanto il passo di Nichi e di molti altri sia sofferto e consapevole, oggi tutto questo diventa un tributo fondamentale per costruire insieme una sinistra nuova, inclusiva, non minoritaria, che si ponga l'obiettivo di riallacciare un rapporto di generosita' politica con il Paese e l'ambizione di proporsi come progetto politico ed eletutte le amministrazioni locali. Non possiamo essere noi la banca del sangue del Pd, e' una scelta coerente".


Parole decise, da parte di Fava, anche di fronte all'osservazione che la nascente forza di sinistra potrebbe anche avere anche una posizione di tipo competitivo nei confronti del Partito democratico: "Noi non guardiamo in casa del Pd ma guardiamo alla politica -dice il segretario di Sinistra democratica-. E fino adesso quella del Pd e' stata una non politica. Un partito che non c'e', che non sceglie, che non rappresena l'opposizione".





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martedì 20 gennaio 2009

PROTOCOLLO SD SULLA QUESTIONE MORALE

DALL’INDECENZA ALLA TRASPARENZA
Tredici proposte per restituire autonomia alla politica e per rimettere al centro la questione morale.
Una nuova, grave e diffusa questione morale è tornata a infettare la politica italiana. Si moltiplicano le notizie di reato sulle quali sta indagando la magistratura in numerosi Comuni, grandi e piccoli. E le indagini riguardano esponenti sia del centrodestra che del centrosinistra.
A prescindere dalle responsabilità che i giudici potranno o meno accertare, é urgente denunciare e risolvere la degenerazione della politica italiana: una personalizzazione senza freni e senza principi, campagne elettorali individuali da milioni di euro per accedere a un consiglio comunale, reti clientelari diffuse e trasversali, conflitti d'interesse, commistione tra pubblico e privato, saccheggio del territorio per garantire profitto ai proprietari delle aree...
Non è una riedizione della “tangentopoli” dei primi anni novanta: è peggio. Quel che i magistrati svelarono allora era un sistema di corruzione centralizzato, costruito attorno a partiti avidi di denaro pubblico al fine di aumentare sempre più il loro potere. Era il drammatico culmine della “partitocrazia”. Quel che si vede oggi è del tutto diverso. I partiti sono scatole vuote, contenitori di lobbies e di interessi personali, mezzi di trasporto dai quali si sale e si scende con disinvoltura per fare carriera nelle istituzioni.
Prima i partiti “occupavano” la società, come denunciò giustamente Enrico Berlinguer. Oggi sono i partiti a “essere occupati” dai comitati d'affare e dalle lobbies economiche. E’ la malinconica vittoria della filosofia dei partiti leggeri, la personalizzazione della rappresentanza, il mito di una presunta modernità indifferente ai valori e ai principi della democrazia e dell’etica pubblica.
Ma è anche la crisi di un modello di governo locale che, in nome dell’accentramento delle decisioni e dell’uso delle risorse pubbliche come puro stimolo all’impiego di quelle private, ha spinto verso la privatizzazione della cosa pubblica. Quel modello è arrivato al capolinea: lo scettro è finito in mano ai privati e la politica ha perso ogni propria autonomia. Retrocedere dal governo pubblico ha favorito la corruzione, ha duplicato le funzioni, non ha migliorato la vita dei cittadini.
Per questo la questione morale è, oggi come non mai, questione politica. Anzi: è la questione centrale della politica italiana. Ed è per noi di Sinistra Democratica il discrimine fondamentale sul quale giudichiamo e giudicheremo le alleanze politiche.
Ci appassiona poco la diatriba tra alleanze strette e alleanze larghe: le uniche coalizioni alle quali ci sentiamo e ci sentiremo di dare il nostro sostegno sono e saranno quelle in grado di esprimere una indiscutibile credibilità sui temi della moralità della vita pubblica.
Intendiamo proporre alla discussione delle assemblee elettive, alle forze politiche e sociali, a tutti i cittadini, soprattutto in vista delle prossime elezioni amministrative, le nostre proposte per fermare il degrado della vita politica. E per affermare una pratica politica onesta, sobria, rispettosa delle istituzioni, fondata sulla trasparenza e sulla partecipazione dei cittadini.



Le proposte di Sinistra Democratica
1 La politica torna sobria
Serve una legge che regolamenti e disciplini la netta riduzione di tutte le spese per l’attività politica, per i Congressi e le manifestazioni di partito, per le campagne elettorali (anche dei singoli candidati) e per le “primarie” di selezione delle candidature.
2 I rappresentanti del popolo sono stimati, non privilegiati
Va ridotto il numero dei parlamentari e dei consiglieri regionali, ne va rivisto lo status eliminando i privilegi immotivati, vanno ridotti alla media europea i loro emolumenti.
3 Gli enti si riducono (e anche i guadagni dei manager)
Va drasticamente ridotto il numero degli enti e delle rappresentanze di nomina politica, a ogni livello (comunale, provinciale, regionale, nazionale ).
4 I partiti diventano trasparenti
Va approvata dal Parlamento una legge di attuazione dell’articolo 49 della Costituzione che regolamenti la vita dei partiti, ne assicuri il carattere democratico e la trasparenza, incentivi la partecipazione degli iscritti e degli elettori. Solo i partiti che rispetteranno questi principi e queste regole potranno accedere alle diverse forme di finanziamento pubblico e di rimborso delle spese elettorali.
5 Gli eletti si danno un codice di comportamento
Proponiamo che ogni assemblea elettiva, locale e regionale, adotti con voto formale il “Codice Europeo di comportamento per gli eletti locali e regionali”, approvato dal Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa, che interviene sui temi delle campagne elettorali, dei conflitti d’interessi, del clientelismo, del cumulo delle cariche e della corruzione.
6 I sindaci non sono più imperatori
Serve una riforma delle istituzioni locali che contenga lo strapotere delle cariche monocratiche e introduca un contrappeso accrescendo i poteri di iniziativa e di controllo dei consigli comunali e provinciali. Un bilanciamento dei poteri senza il quale, come abbiamo visto, aumenta in modo incontrollato e incontrollabile l’arbitrarietà e l’opacità delle scelte di Sindaci, Presidenti e assessori.
Occorre anche correggere il potere di ciascun Consiglio Regionale di decidere la propria legge elettorale e il numero dei consiglieri, oltre che le indennità e i benefici degli eletti. Sono materie da inserire certamente in una cornice di scelte nazionali.
7 Il territorio torna a essere una cosa pubblica
Bisogna che le scelte sul territorio tornino a dipendere dal governo pubblico. Oggi, a decidere, come dimostrano i fatti emersi anche recentemente dalla cronaca, sono i privati e i loro interessi. Occorre chiudere il capitolo dell’ “urbanistica contrattata” che, a fronte di altissimi guadagni immobiliari per pochi, decreta la subalternità della politica e dell’interesse comune.
Per ripristinare la piena sovranità della mano pubblica occorre dotare i comuni delle risorse necessarie. I fondi pubblici assai cospicui previsti nei prossimi anni (ad esempio per il ponte di Messina) vanno messi a disposizione degli enti locali con questa finalità. La legge Lupi, in discussione in parlamento, va fermata non solo perché rende l’ ”urbanistica contrattata” obbligatoria ma perché abolisce gli standard urbanistici e incentiva l’espansione urbana anziché puntare sul riuso e sul recupero del costruito come in tutto il resto di Europa.
8 I primari non li scelgono i partiti
E' intollerabile che la sanità pubblica, deputata per sua natura a garantire il diritto costituzionale alla salute, sia il luogo più permeabile agli scambi politici e al condizionamento degli affari, qualche volta persino illegali.
Per superare questa situazione e combattere ogni forma di lottizzazione, è necessario separare nettamente il servizio pubblico dal mercato sanitario, superando l'anomalia tutta italiana per cui il privato è finanziato con risorse pubbliche. Bisogna inoltre stabilire criteri oggettivi per la scelta dei manager e per la valutazione del loro operato che non può riguardare solo i risultati di bilancio. Va inoltre limitata la loro discrezionalità, sia ridefinendo il ruolo dei Comuni nella progettazione e valutazione dei servizi sanitari, sia strutturando un maggior controllo da parte dei cittadini e delle loro associazioni. Occorre ristabilire criteri di merito, e non di appartenenza partitica, per la scelta dei primari attraverso concorso; rimotivare gli operatori pubblici; ridare efficacia ed efficienza al sistema e rispondere ai bisogni dei cittadini, affrontando problemi seri come quello delle liste di attesa per l'accesso ai servizi.
9 I rifiuti non arricchiscono gli affaristi e i criminali
Laddove si fa cattiva politica dei rifiuti prosperano la criminalità, l’illegalità e l’affarismo.
Riduzione della quota di rifiuti prodotti da ciascun comune, raccolta differenziata porta a porta, riciclo dei materiali come carta, vetro e alluminio, sono l’ABC di una buona politica che responsabilizza dal consumatore all’amministratore. Lo smaltimento va deciso in base a quantità e qualità dei rifiuti prodotti. Chiediamo e ci impegniamo perché gli amministratori compiano le scelte sugli inceneritori o le discariche solo avendo chiari questi parametri e provvedendo a realizzare a monte quelle buone politiche
10 Appalti puliti fanno bene a tutti
E’ indispensabile mettere in discussione la pratica diffusa degli “appalti al massimo ribasso”. In particolare quando si tratta di servizi che rispondono a diritti fondamentali dei cittadini, tale pratica, lungi dal produrre efficienza scarica i problemi sui più deboli. E, per giunta, altera il mercato.
Proponiamo che la pratica dei grandissimi appalti sia superata. Un appalto troppo grande non è governabile. E’ buona pratica decidere di volta in volta quale opera dare in appalto, senza trovarsi legati per tempi lunghissimi ad una impresa o ad una cordata. Anche in questo caso a trarne beneficio non sono solo l’efficienza e la trasparenza ma anche la concorrenza.
L’ “offerta economica vantaggiosa”, alternativa all’appalto, deve esplicitare in partenza almeno tre ordini di parametri: la salvaguardia e il miglioramento ambientale, la tutela di diritti dei lavoratori, la qualità del servizio. Chiediamo che la trasparenza, i ridimensionamento, la rinuncia al “massimo ribasso” e i parametri di qualità siano i punti cardinali della politica degli appalti.
11 Il pubblico che funziona più del privato
E’ necessario invertire la tendenza, che si è affermata in modo massiccio e spesso scriteriato negli ultimi anni, alle esternalizzazioni e alle privatizzazioni di comparti e funzioni anche di pregio della pubblica amministrazione, in particolare quando sono in gioco beni, diritti primari come l’acqua ma non solo. Questa politica è giunta al capolinea. I fatti di malcostume venuti alla luce recentemente dimostrano che queste iniziative, anziché garantire maggiore efficienza e consistenti risparmi per le istituzioni, servono troppo spesso ad arricchire imprenditori senza scrupoli aiutati da amministratori conniventi. Per fare ciò occorre valorizzare ed investire sul lavoro e sulla professionalità interne alla Pubblica Amministrazione.
Il pubblico per riappropriarsi delle sue funzioni autentiche deve ispirarsi a criteri di sobrietà e di efficienza. La moltiplicazione, o addirittura la duplicazione degli assessorati, le consulenze milionarie non giustificate diventano una lesione alla credibilità di chi amministra i denari di tutti. Per restituire alla politica una parte del suo prestigio è necessaria una stagione di sobrietà e trasparenza.
12 Cominciamo subito: il finanziamento trasparente ogni giorno
Servono scelte coraggiose e atti unilaterali dei partiti dei movimenti politici, nel segno della trasparenza e del rigore morale. Proponiamo che ogni partito pubblichi sul proprio sito web il proprio bilancio, aggiornando quotidianamente le voci delle entrate e delle uscite, in modo da rendere pubbliche in permanenza le fonti di finanziamento e le spese sostenute.
13 Cominciamo subito: liste libere da ogni ombra
Chiediamo a tutte le forze politiche un impegno concreto: che a partire dalle prossime elezioni amministrative ed europee non vengano candidate, a nessun livello, persone indagate, rinviate a giudizio o condannate per reati contro la pubblica amministrazione e reati di mafia.
Sinistra Democratica si impegna a non ristringere alleanze con partiti e liste che non rispetteranno questo impegno.

domenica 18 gennaio 2009

associazione per la Sinistra: Comunicato stampa 18 gennaio 2009

Nuova tappa oggi a Roma dell’associazione Per la sinistra, come era stato annunciato da Moni Ovadia all’assemblea dell’Ambra Iovinelli che il 13 dicembre scorso ha lanciato le Primarie delle Idee.

Il Tavolo nazionale dei firmatari dell’appello Costruire la sinistra, il tempo è adesso, esponenti politici,uomini e donne dei movimenti politici, delle associazioni, singole personalità, rappresentanti delle numerosissime associazioni unitarie fondate nelle diverse regioni, città, piccoli centri in tutta Italia si sono riuniti per discutere e preparare i nuovi appuntamenti dell’Associazione.

Al centro dei lavori della giornata in primo luogo la definizione delle regole che sostengano in modo leggero l’azione politica dell’associazione Per la sinistra.

E soprattutto l’organizzazione delle Primarie dell’Idee in tutta Italia.

Si prevede che nel week-end del 20-21-22 febbraio in tutta Italia si realizzino assemblee, incontri, si raccolgano voti per definire i contenuti, i valori, il percorso del progetto che porterà alla fondazione di un nuovo soggetto. Un percorso partecipato, in cui in gioco non è la scelta di un leader, ma appunto le idee in cui ci si riconosce.

Sono intervenuti tra gli altri Claudio Fava, Elettra Deiana, Paolo Cento, Gennaro Migliore, Loredana De Petris, Katia Bellillo, Maria Luisa Boccia, Paolo Robotti, Bia Sarasini, Pasqualina Napolitano, Gianni Mattioli, Roberto Musacchio

Nel corso della riunione sono stati approvati Odg su il massacro a Gaza e le elezioni europee





domenica 11 gennaio 2009

Costruiamo una speranza di pace in Palestina
Sinistra Democratica aderisce all’Appello “Dobbiamo fare la nostra scelta” promosso da La Tavola per la Pace, Coordinamento Nazionale Enti Locali per la pace e i diritti umani, Acli, Agesci, Arci, Articolo 21, Cgil, Pax Christi, Libera - Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie, Legambiente, Associazione delle Ong italiane, Beati i Costruttori di pace, Emmaus Italia, CNCA, Gruppo Abele, Cipsi, Banca Etica, Volontari nel Mondo Focsiv, Centro per la pace Forlì/Cesena, Lega per i diritti e la liberazione dei popoli, e sarà ad Assisi il prossimo 17, e sostiene le iniziative per la pace in Medio Oriente a cominciare da quella dell’11 gennaio a Roma e da quella indetta dalla Cgil regionale del Lazio per mercoledì 14 gennaio sempre nella capitale.
Cessare il fuoco senza condizioni, fermare il massacro di civili e di bambini, consentire gli aiuti umanitari, ritiro dell’esercito israeliano da Gaza, stop al lancio di missili sul territorio israeliano sono le nostre parole d’ordine per l’immediato.Parole condivise da tante forze ed i n sintonia con la stragrande parte del Paese e del mondo e presenti nella risoluzione dell’Onu.
Avremmo voluto registrare ben altro protagonismo dell’Italia in questa crisi ma l’appiattimento del Governo Berlusconi e del ministro Frattini sulle ragioni di una sola parte, atteggiamento quest’ultimo che ha toccato anche settori dell’opposizione ed esponenti di primo piano del Pd, hanno finito per rendere ininfluente il ruolo del nostro Paese. Lavorare per una pace duratura in Medio Oriente comporta, poi, ben altra determinazione e coerenza da parte della comunità internazionale e soprattutto di Stati Uniti ed Europa.
Porre fine alla costruzione delle colonie in Cisgiordania, fine dell’isolamento di Gaza, riunificazione politica dei palestinesi sono i presupposti per riprendere un percorso che avrà credito solo se fisserà obiettivi e tempi certi. L’obiettivo è quello della costruzione dello stato palestinese entro i confini del 1967, i tempi avrebbero dovuto essere entro il 2008, è ancora possibile ancora non discostarsene troppo.Solo questo esito potrebbe dare sicurezza esterna ed interna ad Israele obiettivo che perseguiamo con altrettanta determinazione e che ci distingue dall’unilateralismo ideologico presente in settori della stessa sinistra.Su queste posizioni invitiamo i nostri iscritti e le nostre organizzazioni a non risparmiare sforzi in queste ore per far tacere le armi e per riapre una speranza di pace in Palestina
Documento direzione nazionale SD

lunedì 5 gennaio 2009


L’inferno di Gaza: Si mobilitino le coscienze democratiche
Più di cinquecento palestinesi uccisi, in stragrande maggioranza civili, donne e bambini. Intere famiglie cancellate dalla faccia della faccia della terra.Un milione e mezzo di persone sotto le bombe degli aerei, delle navi da guerra, dei carri armati israeliani.Una striscia di terra assediata. Il confine con l’Egitto sbarrato dall’esercito del Cairo. Non si può neanche scappare.L’emergenza umanitaria è drammatica. Scarseggiano viveri e medicinali.Gaza è stata lasciata sola per anni a dibattersi con spaventosi problemi di sopravvivenza : è il posto del mondo con la più alta densità di abitanti.L’estremismo di Hamas ha ottenuto consensi: Quando la moderazione e il dialogo non danno risultati, la parola passa ai violenti. E’ sempre andata così.Di fronte ad una situazione così spaventosa, non servono proteste a senso unico. E’ certamente necessario gridare al Governo israeliano : fermatevi e soprattutto fermate i massacri! La reazione dello Stato ebraico alla rottura della tregua è stata spropositata e aggressiva.Ma bisogna anche gridare ad Hamas che sono degli irresponsabili, che rompere la tregua e ricominciare con il lancio dei missili per colpire civili israeliani, ha consegnato migliaia di palestinesi al fuoco e alle bombe dell’esercito con la stella di Davide.E dovremmo infine protestare contro tutti i paesi europei e occidentali, nessuno escluso, che hanno tradito promessa dopo promessa, che si erano impegnati a realizzare uno Stato per i palestinesi e non hanno fatto nulla, che hanno abbandonato Gaza alla miseria e alla disperazione.E’ il momento di una forte riscossa pacifista , di un movimento che non guardi in faccia a nessuno e che sia pronto ad intervenire verso tutte le numerose “guerre locali” e per prosciugare tutti i bacini dell’odio e della violenza disseminati nel nostro pianeta.E’ il momento di una mobilitazione unitaria, ampia e pacifica . Noi siamo pronti a fare la nostra parte.
Coordinamento nazionale SD