mercoledì 30 gennaio 2008

Si è riunita la Presidenza del movimento è ha diramato il seguente comunicato (30 gennaio 2009)
Sinistra Democratica apprezza la scelta del Presidente Napolitano
La Presidenza Nazionale di Sinistra Democratica, riunita in queste ore, comunica il proprio apprezzamento per la decisione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.Sinistra Democratica collaborerà col Presidente incaricato Franco Marini per la realizzazione del suo difficile mandato, sulla base delle proposte che abbiamo avanzato nel corso delle consultazioni.Le priorità che il futuro Governo dovrà affrontare sono: riforma delle legge elettorale sulla base della seconda bozza Bianco, provvedimenti a favore di lavoratori e pensionati, interventi per la sicurezza sul lavoro, norme che sottraggano ai partiti le nomine per gli enti pubblici.

lunedì 28 gennaio 2008

La Sinistra unita e un nuovo centro sinistra, questo è ciò per cui lavoriamo
di Titti Di Salvo*

La crisi è arrivata trascinando con se se non la fine della legislatura, certamente la fine del governo Prodi.Ha fatto bene il Presidente del Consiglio a volere il dibattito parlamentare, è stato così evidente che sono mancati al governo i voti dei centristi ed è stato così altrettanto evidente che la fine del governo Prodi non è stata decretata da rotture politiche.Naturalmente sarebbe sbagliato oscurare dietro i trasformismi dell’Udeur e dei Liberal-democratici di Dini che hanno accompagnato la vita breve dell’esecutivo, le difficoltà talmente serie da oscurare i meriti dei 20 mesi dell’azione di governo. Non è un caso che Sinistra Democratica e la Sinistra avessero ormai da tempo segnalato la distanza crescente tra il governo e i cittadini ed anche i suoi elettori. Questo, per altro, il senso della richiesta da noi avanzata che a gennaio ci fosse la “verifica”, un indispensabile bilancio del lavoro svolto e un altrettanto indispensabile indicazione di priorità per il suo rilancio.Ricordarlo non è inutile perché la nostra opinione sulla situazione politica nasce dalla valutazione su ciò che oggi è necessario fare e impossibile rimandare. Ridistribuire ai lavoratori ai pensionati le risorse recuperate con la lotta all’evasione fiscale, chiudere i contratti e varare i decreti per la sicurezza sul lavoro; moralizzare la politica con scelte di etica pubblica, rispettare l’impegno di modificare la legge elettorale “porcata”.Scelte necessarie e urgenti per riannodare i fili di una società diseguale, frammentata e disillusa, nel pieno di una crisi politica di sistema, alle soglie di una seria crisi economica internazionale e di una grave crisi delle relazioni internazionali (Kossovo).È per questo che nelle consultazioni con il Capo dello Stato Sinistra Democratica ha proposto un governo a tempo con un preciso mandato: la concertazione con il sindacato per sostenere i salari e per andare avanti nella sicurezza sul lavoro, l’approvazione di una legge che sottragga ai partiti le nomine pubbliche, il varo di una legge elettorale che riparta dalla Bozza Bianco e sottragga alle segreterie dei partiti la nomina dei parlamentari riconsegnando ai cittadini la possibilità di scegliere chi eleggere.Ora confidiamo nel lavoro del Presidente Napolitano affinché verifichi la possibilità di varare un governo “a tempo”.Naturalmente, però, una riflessione seria sul ruolo rovinoso giocato dal Pd innanzitutto in questi mesi nell’instabilità del governo e per il futuro nell’affossamento della coalizione dei centro-sinistra è inevitabile.Consideriamo la scelta di Veltroni di correre da solo, non solo una minaccia, ma un errore strategico. Un errore che rivela la sindrome da sconfitta e la resa di fronte alle dichiarazioni di vittoria del centro-destra. È anche una scelta che evoca il senso della nascita del Partito Democratico: l’equidistanza tra impresa e lavoro, l’ambiguità colpevole sulla laicità dello stato e sui diritti civili, l’idea di un partito del leader.Ma altrettanto sinceramente dobbiamo guardare in faccia le contraddizioni che hanno segnato l’insieme dell’Unione in questi 20 mesi di governo, nonostante la premessa fosse un programma di governo di 281 pagine dettagliato fino al parossismo.Per noi, quelle contraddizioni non decretano la fine di una coalizione di centro sinistra alternativa al centro destra. Ma rendono chiarissima la necessità del rinnovamento del centro-sinistra. L’unità della sinistra, larga, popolare, di governo ne è la condizione necessaria. Abbiamo dunque una responsabilità storica:dare vita in tempi rapidissimi a questa Sinistra.Sinistra Democratica è appassionatamente impegnata per la sua realizzazione.
*capogruppo Sinistra Democratica PSE alla Camera dei deputati
M’ILLUMINO DI MENO 2008Giornata Internazionale del Risparmio Energetico
>> IL DECALOGO DI CATERPILLAR
Per il quarto anno consecutivo Caterpillar, il noto programma di Radio2, in onda tutti i giorni dalle 18 alle 19.30, lancia per il 15 febbraio 2008 "M'illumino di meno", una grande giornata di mobilitazione internazionale in nome del risparmio energetico.
Dopo il successo delle passate edizioni, Cirri e Solibello, i conduttori di Caterpillar, chiederanno nuovamente ai loro ascoltatori di dimostrare come il risparmio sia una possibilità concreta e reale a cui attingere oggi stesso per superare i problemi energetici che assillano il nostro paese e gran parte delle nazioni del pianeta. L'invito rivolto a tutti è quello di spegnere le luci e tutti i dispositivi elettrici non indispensabili il 15 febbraio 2008 dalle ore 18. Semplici cittadini, scuole, aziende, musei, gruppi multinazionali, astrofili, società sportive, gruppi scout, istituzioni, associazioni di volontariato, università, cral aziendali, ristoranti, negozianti e artigiani uniti per diminuire i consumi in eccesso e mostrare all'opinione pubblica come un altro utilizzo dell'energia sia possibile.
Nelle precedenti edizioni "M'illumino di meno" ha contagiato milioni di persone impegnate in un'allegra e coinvolgente gara etica di buone pratiche ambientali. Lo scorso anno il "silenzio energetico" coinvolse simbolicamente le piazze principali di tutt'Italia: a Roma si spensero il Colosseo, il Pantheon, la Fontana di Trevi, il Palazzo del Quirinale, Montecitorio e Palazzo Madama, a Verona l'Arena, a Torino la Basilica di Superga, a Venezia Piazza San Marco, a Firenze Palazzo Vecchio, a Napoli il Maschio Angioino, a bologna Piazza Maggiore, a Milano il Duomo e Piazza della Scala, a Pisa Piazza dei Miracoli, a Siena Piazza del Campo, a Catania Piazza del Duomo, ad Agrigento la Valle dei Templi, e centinaia di altre piazze in centinaia di altri comuni grandi e piccoli, grazie al prezioso aiuto dell’ ANCI, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani.
La campagna di "M'illumino di meno 2008" inizierà il 15 gennaio e si protrarrà per un mese fino al 15 febbraio (vigilia dell'anniversario dell'entrata in vigore del protocollo di Kyoto), dando voce al racconto delle idee più interessanti e innovative, in Italia e all'estero, per razionalizzare i consumi d'energia e di risorse, dai piccoli gesti quotidiani agli accorgimenti tecnici che ognuno può declinare a proprio modo per tagliare gli sprechi.
Sul sito internet del programma www.caterueb.rai.it, sarà possibile segnalare la propria adesione alla campagna, precisando quali iniziative concrete si metteranno in atto nel corso della giornata, in modo che le idee più interessanti e innovative servano da esempio e possano essere riprodotte dagli altri aderenti. Quest'anno la campagna "M'illumino di meno" è patrocinata Ministero dell'Ambiente e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

sabato 26 gennaio 2008

Mussi: "governo a termine"

Il ministro dell'Università e della Ricerca, dopo la visita al Quirinale per le rituali consultazioni, chiarisce la posizione di Sinistra Democratica: un governo di breve durata, che abbia pochi punti programmatici tra cui la riforma elettorale (a partire dalla bozza Bianco) e la redistribuzione dell'extragettito ai salari e ai redditi più bassi. L'intervista di Aprileonline all'uscita dall'incontro con i giovani di Sd.

Il ministro dell'Università e della ricerca e leader di Sd Fabio Mussi approda al Quirinale per la consultazione -di rito- con il presidente della Repubblica Napolitano. La posizione del movimento è così chiarita: Sd è disponibile al governo istituzionale, purchè di breve durata e con pochi punti programmatici, tra cui la redistribuzione dell'extragettito, una legge elettorale che riparta dalla bozza bianco, e un "iniezione" morale, per limitare la possibilità di nomine nel settore della sanità e degli enti pubblici da parte dei partiti
"Noi -ha affermato Mussi all'uscita dal colloquio - siamo disposti a votare un governo a termine, di breve durata, con un mandato limitato, che abbia pochi punti programmatici". "Sulla legge elettorale- per il ministro- un governo non può avere il mandato di favorire una qualunque legge nuova: il mandato deve essere più circoscritto e la legge elettorale da cui si può ripartire e' la bozza Bianco, nel testo sul quale la commissione Affari costituzionali del Senato stava per dare il suo voto". Tra gli altri punti del programma di un esecutivo di transizione, il leader di Sd punta sulla destinazione di un eventuale tesoretto ai salari e ai redditi più bassi: "il governo dovrebbe applicare la norma della legge Finanziaria che destina ogni risorsa extragettito ai salari ed ai redditi più bassi, dovrebbe emettere decreti applicativi della legge sulla sicurezza sul lavoro e impegnarsi per qualche elemento di moralizzazione, a partire dalle nomine nel settore della sanità e negli enti pubblici"."Fuori da questo quadro -ha concluso- non avrebbe il nostro sostegno".
Per il ministro è impensabile che nel "governo a termine" restino quelle forze politiche che hanno votato no alla fiducia a Prodi, vedi Mastella e l'Udeur. "Riteniamo impensabile che possano farne parte i trasformisti che hanno rovesciato Prodi e il centrosinistra tradendo il mandato degli elettori al Senato".
All'incontro con i giovani di Sinistra Democratica gli abbiamo posto qualche domanda a bruciapelo, tornando anche sulla vicenda della visita del Papa all'università La Sapienza.
Siete andati al Quirinale, cosa succede da martedì?Immagino che Napolitano darà un incarico, vediamo le condizioni che si creano, su quali basi politiche e poi decideremo. Le nostre condizioni le abbiamo esposte chiaramente.
La sinistra riparte dal No al rifinanziamento alle missioni militari?Non è un No al rifinanziamento. Abbiamo chiesto che sull'Afghanistan si discuta. Non si può semplicemente rifinanziare senza una discussione accurata su cosa è successo, cosa sta succedendo e quale può essere la missione in Afghanistan. In mancanza di questo non ce la siamo sentita di votare il semplice rifinanziamento.
Se si va alle elezioni siamo pronti, La Sinistra L'Arcobaleno è pronta? E Sd?Quasi.
Buona risposta. Tornando sulla vicenda della visita del Papa alla Sapienza, chi ha sbagliato, quali sono le responsabilità?No, c'è stata una gestione della cosa tale che ha consentito al Papa di fare una mossa politica che gli ha ovviamente attirato la solidarietà e la simpatia di gran parte dell'Italia e che ha portato anche il ministro a dire che effettivamente, come io credo sia giusto, all'università tutti hanno diritto di parola. Se c'è un posto dove non puoi porre preclusioni questa è l'università.

martedì 22 gennaio 2008


World Social Forum, una settimana di azioni glocali

Dimenticate Porto Alegre, Mumbai, Nairobi. Dimenticate le oceaniche contestazioni ai grandi della Terra. Almeno per quest’anno. L’edizione 2008 del World Social Forum non sarà un evento spettacolare. Niente megaraduni, niente testimonial d’eccezione. Solo un’immensa rete di lavoro quotidiano.Per farsi un’idea di quello che sta succedendo, basta dare un’occhiata alla mappa delle iniziative mondiali: le azioni di mobilitazione locale coinvolgeranno almeno 80 città del Nord e del Sud del mondo. E saranno almeno 700 – ma la lista si aggiorna di continuo – gli eventi che vedranno protagonisti gli attivisti che ogni giorno lavorano per un altro mondo possibile.Martedì, 22 conferenze stampa in contemporanea, dall’Italia agli Usa, dall’India al Brasile, dalla Francia al Libano, hanno collegato via Skype le grandi capitali del mondo per presentare le iniziative che animeranno la settimana del World Social Forum, che culminerà nella giornata di azione di sabato 26 gennaio.È così che Roma ha potuto dialogare con Manila, capitale delle Filippine, il primo paese, causa fuso orario, a presentare gli eventi in programma; con Erbit, in Iraq, dove il tema centrale della mobilitazione saranno i diritti umani delle donne e dei bambini; e con Ramallah, aprendo un filo diretto con il leader palestinese Mustafa Barghouti, che ha raccontato la drammatica situazione della Striscia di Gaza nei giorni dell’embargo da parte del governo israeliano. E proprio a Gaza, sabato 26 gennaio, attivisti palestinesi e israeliani proveranno a incontrarsi ad uno dei check point, per testimoniare l’idea che la pace può esistere, anche in Medioriente.Ma perché questo cambio di formula? È finita l’era iniziata a Porto Alegre? Qualcuno agita lo spauracchio del movimento in crisi. E fa arrabbiare Raffaella Bolini dell’Arci, una delle associazioni organizzatrici del Wsf2008. «Come si fa a dire che il movimento è in crisi? Guardate quante persone hanno risposto all’appello anche senza un grande evento in programma. L’idea di questa edizione è quella di rendere visibile il lavoro quotidiano dell’attivismo sociale, un modo per stimolare la partecipazione: perché il movimento altermondista – rivendica la Bolini – è la somma di quello che tutti i giorni facciamo». Le fa eco Piero Bernocchi, leader dei Cobas, anche loro coinvolti nell’organizzazione: «La scelta di quest’anno serve anche a sottolineare che non esiste un paese-guida, ma che siamo una rete dove tutti i protagonisti coesistono».A Vicenza sabato si mobiliterà il Patto contro la guerra organizzato dai No Dal Molin. A Milano si terrà un “Girotondo impertinente” per manifestare contro la decisione del sindaco Moratti di vietare l’asilo ai figli degli stranieri senza permesso di soggiorno. A Roma, un presidio stazionerà davanti al Ministero della Difesa per chiedere un ridimensionamento delle spese militari, mentre al campo rom di via Cantoni in un “Giorno di ordinaria memoria” si ripercorreranno storia e tradizioni della cultura rom. Tutti gli eventi sono pubblicati sul sito del World Social Forum. Ma si è ancora in tempo per partecipare attivamente, segnalando una nuova azione che sabato farà i cittadini del mondo un po’ più vicini.

mercoledì 16 gennaio 2008

Sinistra a Prodi: cambiare registro

Salari, precarietà, ambiente, ricerca, sud: i punti di verifica presentati oggi da La Sinistra L'Arcobaleno al Presidente del Consiglio

La Sinistra arcobaleno rappresenta un terzo della maggioranza e chiede di avere un adeguato peso nelle decisioni di Governo, a partire da quelle sulla politica economica, oggetto dell'incontro di oggi - il primo - con Romano Prodi. Al premier è stato presentato un documento diviso in capitoli, con elementi che, sottolinea il leader Verde Alfonso Pecoraro Scanio, sono previsti nel programma dell'Unione e sui quali occorre "accelerare". Da oggi, chiarisce il segretario di Rifondazione Franco Giordano, "bisogna cambiare registro", con decisioni che siano "condivise". Insomma, mai più un nuovo Protocollo Welfare: "Non è mai da parte nostra un prendere o lasciare, ma un terzo della coalizione deve pesare nelle scelte", avverte il leader di Sd Fabio Mussi. E da adesso, chiosa il segretario del Pdci Diliberto, "vogliamo fatti e non parole".
SALARI La Sinistra arcobaleno chiede la detrazione d'imposta per il lavoro dipendente e le pensioni; la restituzione del fiscal drag; il rinnovo del contratto del pubblico impiego e un "ruolo attivo" del Governo a favore del rinnovo degli altri contratti: riduzione al 20% dell'aliquota Irpef oggi al 23, e il 20% di tassazione sulle rendite finanziarie; una soglia, pari al primo scalino fiscale, di sterilizzazione degli aumenti delle tariffe pubbliche; definizione di un pacchetto di benefits per i disoccupati; revisione del paniere Istat e recupero del differenziale tra inflazione reale e programmata; introduzione del salario sociale per i giovani disoccupati e/o di un salario di intermittenza per tutti i disoccupati o i precari.
PRECARIETA' Tempo indeterminato dopo un contratto di 36 mesi; autonomia funzionale dei rami di azienda esternalizzati e responsabilità sociale dell'impresa per i lavoratori esternalizzati; definizione dell'orario massimo di lavoro su base giornaliera, settimanale, mensile; attuare la delega sulla sicurezza sul lavoro.
AMBIENTE Destinare il 40% delle risorse per le nuove iniziative per le fonti energetiche rinnovabili, potenziamento del trasporto pubblico sostenibile nelle città, interventi di risparmio ed efficienza energetica nell'edilizia; predisposizione di un piano nazionale per le fonti energetiche rinnovabili per raggiungere gli standard europei; adozione di una norma per ripubblicizzare la moratoria per i processi di privatizzazione del ciclo dell'acqua.
SCUOLA, UNIVERSITA', RICERCA Portare a 10 mila, da 4, le assunzioni di nuovi ricercatori previste dal Piano straordinario; nuovo patto con mondo dell'Università e della ricerca per un fondo nazionale che permetta al Paese un adeguamento au migliori standard europei; aumento delle retribuzioni per borsisti e ricercatori; aumento delle risorse per scuola, a partire dal piano nazionale per gli asili nido e per garantire il tempo pieno; adeguamento prefessionale del personale docente, necessario aumento delle retribuzioni nel settore; sostegno e verifica sull'innovazuone di processo e di prodotto delle imprese, qualificazione del sistema produttivo.
MEZZOGIORNO Impegno straordinario per usare i fondi europei per opere e interventi trasparenti, di ammodernamento delle infrastrutture, ambientalmente compatibili; interventi per la difesa del suolo, risanamento dei siti inquinati; rilancio della raccolta differenziata; ammodernamento de sistema idrico; interventi per lo sviluppo economico, sostegno al reddito per contrastare la tendenza all'aumento del divario e delle disuguaglianze con le altre aree del Paese; lotta ai poteri criminali e alle loro connessoni con altre realtà del Paese.

giovedì 10 gennaio 2008

Salari, rendite e prezzi (9 gennaio 2008)
La Sinistra e l'Arcobaleno definisce la piattaforma da presentare per la verifica di governo
Aumento delle retribuzioni agendo sulla leva fiscale, armonizzazione della tassazione sulle rendite salvando i titoli di Stato sotto un certo ammontare, controllo di governo sui prezzi e per adeguare i salari all'inflazione reale.Queste in sintesi le misure che i partiti della sinistra chiederanno domani al governo.In un incontro oggi a Montecitorio la messa a punto della prima tappa della verifica annunciata dalla sinistra. Domani i partiti chiederanno a Prodi un successivo incontro solo con lui per discutere tutti gli altri temi della politica di governo.Dopo il 16 ci sara' poi il confronto di maggioranza sulla legge elettorale.Presenti tutti i ministri e i capigruppo, alla riunione di oggi hanno partecipato i segretari di Rifondazione Franco Giordano, dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio, di Sinistra democratica Fabio mussi. Non c'era Oliviero Diliberto: il Pdci era rappresentato dai capigruppo Pino Sgobio e Manuela Palermi.La Sinistra non ci sta a legare l'aumento dei salari alla produttivita', come chiede Confindustria. "Ci sono salari bassi a prescindere- dice Fabio mussi, coordinatore della Sinistra Democratica- E poi in Italia il numero delle ore di lavoro all'anno e' superiore alla media dei paesi europei.Eppure i salari sono bassi. Si deve intervenire invece sui fattori qualitativi della produzione, sull'innovazione, sulla formazione, sulle risorse umane altrimenti si pesta l'acqua con il mortaio". Per la tutela del potere d'acquisto di salari e pensioni "ci siamo basati sull'abbattimento delle tasse che sono troppo elevate, in particolare per i lavoratori dipendenti, quindi chiediamo un intervento che ristabilisca un giusto rapporto tra inflazione reale e inflazione programmata. Sara' il governo a presentare una proposta in tal senso", ha detto Palermi.Nel programma della sinistra, che domani presentera' una serie di proposte senza consegnare un documento a Prodi e che tornera' a riunirsi dopo il vertice per un bilancio alla luce delle posizioni espresse dagli alleati, uno dei punti fondamentali e' l'armonizzazione delle rendite finanziarie. "Non e' possibile che le rendite siano tassate al 12% mentre i conti correnti al 27,5%. La tassazione sulle rendite va aumentata e non deve essere considerata una minaccia il fatto che una parte della maggioranza rilancia un punto sul quale la maggioranza stessa e' andata alle elezioni un anno e mezzo fa -ha spiegato ancora mussi- Si parla, chiaramente, dei nuovi titoli, con una franchigia, come discusso gia' in fase di preparazione del programma dell'Unione. C'e' anche un disegno di legge alla Camera, noi chiediamo che il governo nel 2008 riprenda questo progetto". Quanto ai titoli di stato, la Sinistra prevede che si tutelino i "redditi bassi e medi", ha aggiunto Manuela Palermi.Il recupero del potere d'acquisto e' il passaggio centrale della riunione di domani. Franco Giordano dice che si prepara a "stupire la maggioranza presentando una proposta che fece anche Sarkozy quando era ministro dell'Interno. Nel 2004 lui convoco' le associazioni dei commercianti e chiese una riduzione dei prezzi di sei mesi in sei mesi minacciando un intervento dello Stato. Chiederemo altrettanto".
Intervento in Aula nel corso del dibattito sull'emergenza rifiuti in Campania (9 gennaio 2008)
Bisogna provvedere anche alla bonifica dai rifiuti e dalla camorra
di Fulvia Bandoli
Signor Presidente, cari colleghi, sono circa dieci volte (forse anche di più) che il Parlamento si riunisce in ordine alla cosiddetta emergenza Campania. Il fatto che da tredici anni si parli di emergenza già ci mostra che stiamo adoperando una parola assurda: un'emergenza che dura tredici anni è una normalità, e questa normalità senza governo ha generato una sfiducia totale e un'esasperazione enorme. Vorrei che alcuni colleghi intervenuti precedentemente prestassero interesse ad un elemento che risulta finora un po' fuori dall'attenzione del dibattito e, purtroppo, anche delle misure proposte dal Governo. Perché i cittadini della Campania sono così arrabbiati, e perché sono così contrari a qualsiasi tipo di impianto? Perché sono trent'anni che convivono con alcune centinaia di discariche illegali, che hanno avvelenato il territorio e ucciso di tumore, in alcune aree, almeno una persona in quasi ogni famiglia. In quel territorio si ha un’incidenza del 28 per cento in più rispetto ad altre regioni d'Italia. I cittadini della Campania sono arrabbiati, perchè dopo quindici anni alla vergogna del trasferimento dei rifiuti tossico-nocivi da tante imprese del centro-nord al sud – tali rifiuti erano conferiti direttamente nelle mani della camorra da molte imprese, che così risparmiavano sui costi – si è aggiunto il disastro di un ciclo dei rifiuti inesistente in ordine ai rifiuti solidi urbani. I cittadini non accettano nessun impianto normale, in quanto da trent'anni li facciamo convivere con impianti illegali. Dobbiamo, dunque, rendere loro sicurezza, salute e bonifica, se vogliamo che riescano a farsi carico in modo civile, aperto e democratico dei loro compiti, rispetto ai rifiuti che essi stessi producono e al loro smaltimento. Il territorio campano - soprattutto la provincia di Napoli - è diventato un cimitero avvelenato che uccide i suoi abitanti, e vorrei che tale aspetto fosse posto maggiormente al centro anche del provvedimento che adotterà il Governo nei prossimi giorni. Come Sinistra Democratica non ci vogliamo nascondere i problemi politici e non vogliamo tacere sulle responsabilità. Onorevole Bondi, ho apprezzato alcuni toni - non tutti – dell’intervento suo e di quelli degli onorevoli Maroni e Mazzoni, perché ho l'abitudine di cercare il dialogo. Quando si sostiene che in Campania sono fallite intere classi politiche, ora di centrosinistra e prima di centrodestra, non credo che si stia compiendo una forzatura: si afferma la verità. Se siamo di fronte a venticinque-trent'anni di ingovernabilità di un intero ciclo e di un intero sistema, non possiamo concentrarci sull'ultimo provvedimento, sull'ultima discarica, sull'ultimo Ministro dell'ambiente e sull'ultimo presidente della regione, che pure ritengo molto responsabile di quanto sta accadendo. Ritengo responsabile, però, anche la magistratura, che, dopo venticinque anni di denunce di molti sindaci, non ha chiuso neppure una discarica abusiva; ritengo responsabile l'Impregilo di Romiti, la FIAT e la Fibe, che non è stata capace di imbastire nemmeno una parvenza di ciclo integrato dei rifiuti; ritengo responsabili molti sindaci, che non hanno svolto il loro dovere. Chiedere le dimissioni solo di questo o di quell'amministratore - oppure di tutti - oggi non sembra prioritario, ma, soprattutto, a nostro parere non è risolutivo. Quelle classi politiche, in queste ore, stanno già facendo i conti con le loro responsabilità. I cittadini campani stanno maturando il loro giudizio: con il passare delle settimane, ritengo che ciò sarà sempre più evidente, e che tutti coloro che hanno fallito faranno fatica a non prenderne atto. A noi, oggi, spetta un altro compito: indicare ipotesi, soluzioni e strade percorribili per fornire a quel territorio risposte rapide nel breve, nel medio e nel lungo periodo. Il Governo ha formulato alcune proposte condivisibili: iniziare subito la raccolta differenziata è una proposta seria, così come ipotizzare il commissariamento dei comuni che non lo faranno;. ha ragione l'onorevole Mazzoni ad affermare che la raccolta differenziata non si realizza in quindici giorni, che almeno si cominci a farla. È importante prevedere anche una sanzione. Mi pare inevitabile inviare il Genio civile (che interviene anche per le alluvioni e per i terremoti) – e non l'esercito in armi - a sgomberare le strade, così come è inevitabile chiedere uno sforzo solidale a quei comuni e a quelle regioni che saranno disponibili a compierlo, in un'ottica - come diceva l'onorevole Maroni - di cooperazione, di consenso e di discussione con le regioni e i comuni stessi, senza alcun atto di imposizione. Dovrebbero essere meglio precisati, inoltre, i siti delle discariche, che sono ancora una volta molto generici, e dovrebbe essere posto l'accento sul ruolo più importante delle province, che non sono state neppure citate dal Ministro Chiti nel suo intervento. Onorevole Bondi, lei, se non sbaglio, è stato sindaco, e non avrebbe mai pensato - come me, che sono stata amministratrice locale - di realizzare una discarica in un’oasi del WWF, come Serre, o in una discarica esaurita come quella di Pianura, che è stata aperta per quarant'anni ed è stata chiusa da Bassolino, dicendo che era una discarica esaurita. Bisogna scegliere con competenza i luoghi delle discariche, che devono avere le caratteristiche adatte. Non passerebbe mai per la testa ad alcun sindaco - né in Lombardia, né in Veneto, né in Emilia-Romagna - di realizzare una discarica in un parco naturale o in un’oasi del WWF. Perché i campani dovrebbero accettare di raccogliere l'immondizia in un’oasi naturale? Non lo capisco! Molti cittadini hanno protestato per questa ragione. I siti devono essere individuati bene e devono avere caratteristiche determinate. Dovremmo cominciare a chiedere ai presidenti di provincia di individuare nella loro provincia i siti più adatti (come avviene in molte province del centro-nord, attraverso i piani provinciali dei rifiuti), indicandoli con il consenso dei cittadini. Vorrei tornare brevemente sulla bonifica: è positivo che nelle misure predisposte dal Governo sia previsto un piano urgente e preciso di bonifica delle discariche abusive e di rifiuti tossico-nocivi, gestito non dal Commissario per i rifiuti ma da un Ministro del Governo o dalla Protezione civile. Peraltro, senza niente in cambio, anche questo piano del Governo non avrà alcuna possibilità di riuscita. I cittadini della Campania devono capire che chiediamo loro un patto, e che il Governo è disponibile e si fa garante della bonifica del territorio di quella regione. Non credo, come ha affermato qualcuno, che si stia abusando della paura delle popolazioni, dicendo che gli impianti fanno male. Credo che le popolazioni campane abbiano vissuto sulla loro pelle una realtà troppo lunga di abusi, di dissesti e di avvelenamenti territoriali e che, rispetto a quell'elemento, oggi lo Stato debba cercare di recuperare la fiducia dei cittadini nei suoi confronti. La fiducia nello Stato e nelle sue istituzioni si è, infatti, incrinata pesantemente in tutti. Non la si è cercata, e non si è mai interrotta la catena di criminalità, pesantemente attiva ancora in queste ore. Non è vero, infatti, come hanno affermato alcuni colleghi in quest'Aula, che nelle discariche di rifiuti tossici, in questi giorni e in queste ore, non sta arrivando più nulla dal nord. Purtroppo, arrivano ancora carichi incontrollati e velenosi, che continuano ad avvelenare quel territorio. Per ripristinare quella fiducia bisogna, dunque, iniziare subito la bonifica. Vorrei aggiungere, infine, una considerazione abbastanza scontata, ma che a volte per alcuni non lo è, ossia che i rifiuti sono fatti di tante materie diverse: sono secchi o umidi, comprendono carta, vetro, plastica. Sono i centri di compostaggio la prima condizione per differenziare la raccolta, per riciclare i materiali e per ridurre la quantità di rifiuti alla fine del ciclo. Limitarsi a urlare a gran voce che occorrono gli inceneritori e tante discariche può sembrare la soluzione più rapida, ma, in realtà, non è così. Il ciclo comincia dalla differenziazione e dal compostaggio e finisce nella termovalorizzazione della parte restante, che, se si effettua una buona differenziazione, naturalmente diminuisce. I rifiuti tal quali non si possono bruciare. È vietato dalla legge italiana e dalla normativa europea, quindi non facciano pensare ai cittadini italiani che si possa prendere un sacco di rifiuti e tirarlo nell'inceneritore per risolvere il problema, perché racconteremmo loro delle frottole, a meno che non si intenda scegliere la strada sciagurata della regione Sicilia, che incenerisce tutto con un piano regionale, che mi auguro - abbiamo buone speranze - sarà bocciato dall'Unione europea. Concludo dicendo che ho sentito in quest'Aula accenti durissimi non solo contro il Ministro dell'ambiente, ma contro la cultura ecologista, che è la mia e di molti, Verdi e non, che fanno parte della sinistra plurale e unitaria che si sta formando in questo Paese. Non ci siamo mai opposti a impianti che sostenessero un ciclo serio dei rifiuti. Incolpare gli ambientalisti di ciò che accade in Campania è sbagliato: è un bersaglio in totale malafede. In tante regioni del centro, del nord e anche del sud, le associazioni ambientaliste e gli ecologisti di varie aree politiche si sono adoperati in prima persona per costruire cicli funzionanti e per salvaguardare l'ambiente. Su molte questioni siamo noi ecologisti, cari colleghi, che, circa trent'anni or sono, abbiamo cominciato a spiegarvi alcuni paradigmi dello sviluppo. Non siamo retrogradi, come affermate voi, ma abbiamo gli occhi ben aperti, forse più di quanto voi li avete avuti su alcuni temi, come, per esempio, l'energia e l'inquinamento. Non guardiamo indietro, al medioevo; intendiamo guardare avanti, ma salvaguardando la salute dei cittadini, la scienza, la ricerca e una cultura politica avanzata, che non faccia strame di qualsiasi regola.

domenica 6 gennaio 2008


Firma la petizione contro l'ampliamento della Base Dal Molin e contro le servitù militari in Italia

Firma anche tu per la pace

Nel mondo globale si moltiplicano le guerre e le violenze, crescono oltre ogni limite ragionevole le spese militari, sembra rinascere una nuova, pericolosa “guerra fredda”. Si progettano scudi spaziali e si pensa a nuove sofisticatissime armi e occupazioni militari.Si moltiplicano insicurezza, sofferenza, paura.E’ ora che la voce della ragione si faccia sentire per dire “BASTA”.Le guerre, le devastazioni ambientali, la rapina delle risorse, lo strapotere della finanza multinazionale sono l’altra faccia delle schiavitù “moderne” di troppi esseri umani, in gran parte donne e bambini, della miseria in cui versano i due terzi del mondo, delle disuguaglianze, delle violazioni dei più elementari diritti umani, della violenza come principio regolatore dei rapporti personali, a cominciare da quelli di genere.
Vogliamo parlare davvero un’altra lingua. Una lingua che richiami altre parole: inclusione, diritti, libertà, uguaglianza, non violenza.E sopra tutte -perché le comprende tutte- PACE.
Con questa firma chiediamo che il Governo Italiano:
1. convochi entro i primi mesi del 2008 la seconda Conferenza nazionale sulle Servitù militari;

2. decida subito una MORATORIA in merito ad ogni attività volta nel nostro paese a costruire nuove Servitù militari, a cominciare dalla nuova base militare americana “DAL MOLIN” di Vicenza.

3. attivi gli strumenti necessari per ascoltare la voce della popolazione locale.
E' ripartito l'attacco alla 194, ne sono protagonisti Ruini, Bondi e la Binetti. E il Pd cosa dice?
Quelli che non considerano le donne persone moralmente responsabili
di Katia Zanotti*
Niente di nuovo. Al rintocco del nuovo anno il Cardinale Ruini riprende con vigore la crociata contro la legge 194 dichiarandosi favorevole alla proposta di una moratoria degli aborti lanciata da Giuliano Ferrara.E immediatamente, con zelo sottomesso e cortigiano, Sandro Bondi annuncia una mozione parlamentare per rivedere la legge 194. E Paola Binetti, subito a ruota, si è detta pronta a votare con Forza Italia per la modifica delle linee guida per l'applicazione della legge 194 sull'interruzione di gravidanza.Ma Ruini, Ferrara, Bondi, Binetti fanno parte di coloro che in questi anni hanno prodotto un vero e proprio attacco alle libertà, ai diritti, alla autodeterminazione delle donne. Fanno parte di coloro che non vogliono capire, o fanno finta di non capire che sui diritti delle donne si determinerà una reinterpretazione dei conflitti e si definirà la qualità della democrazia del nostro paese. Con testardo orgoglio civile femminile, le donne infatti sanno che nelle politiche pubbliche c’è bisogno del loro sguardo di libertà, la libertà di concepire e costruire una possibilità di vita dentro la quale anche la maternità sia responsabilmente e consapevolmente scelta. Che cosa si aspetterebbero allora le donne dalla politica, in questo tempo presente di attacco alla legge 194, in cui si propone ripetutamente un’offensiva tutta ideologica per il modo in cui si parla di aborto come soppressione di vita umana.Si aspetterebbero una precisa assunzione di responsabilità in difesa della legge sulla tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza. Sono in maggioranza in questo Paese gli uomini e le donne che riconoscono che la legge 194 ha consentito alle donne innanzitutto e alla società italiana di liberarsi dalla piaga dell’aborto clandestino, di ridurre in modo significativo le interruzioni di gravidanza, di agire sulla prevenzione, di avviare serie politiche di tutela della maternità e di affermare l’autodeterminazione delle donne nella scelta di una maternità responsabile. Sono in maggioranza le persone consapevoli, altresì, che una scelta di maternità libera e responsabile è garantita anche da politiche economiche e di welfare che rispondano a nuovi e acuti bisogni sociali e che riconoscono i diritti fondamentali al lavoro, alla casa, ad una rete di servizi di sostegno alla maternità.In questo Paese è diventata coscienza collettiva, ampiamente consolidata, l’idea che l’aborto non è un reato, e non è neppure un diritto. E’ una decisione che una donna sa prendere, consapevole.E’ diventato senso comune assai diffuso che la legge 194 non è una legge come tutte le altre e che se ha retto nel corso del tempo agli attacchi ripetuti e mai sopiti cui è stata sottoposta, tra cui il referendum abrogativo del 1981, è perché nella pratica essa non ha incentivato l’aborto, ha garantito assistenza a chi ne ha avuto necessità, e soprattutto si è affidata al senso di responsabilità delle donne che hanno saputo far valere la loro autonomia. Davvero oggi sollevare la questione dell’abrogazione della legge vorrebbe dire rischiare di perdere milioni di voti. E Ruini è molto ben avvertito su tutto ciò, tant’è che nel suo intervento di ieri fa un solo preciso riferimento all’aborto terapeutico.La legge 194 è un rigoroso e saggio punto di equilibrio fra convinzioni diverse da cui in nessun modo si può arretrare. Che cosa aspetta tutto il centro sinistra a dire con chiarezza e determinazione che la legge 194 non si tocca?
* della Presidenza Nazionale di Sd

giovedì 3 gennaio 2008

Buon 2008 dalla Sinistra Democratica!