giovedì 27 dicembre 2007

Sinistra Democratica si mobilita per raccogliere firme per sostenere la legge di iniziativa popolare contro le armi atomiche. E' possibile aderire alla campagna anche sul nostro sito www.sinistra-democratica.it
Diamo alla pace un'altra occasione
di Silvana Pisa
Sinistra Democratica ha aderito convintamene alla campagna "Un futuro senza atomiche" per raccogliere firme in appoggio alla proposta di legge d'iniziativa popolare per rimuovere gli ordigni nucleari USA dalle basi di Aviano e Ghedi.
La vicenda è nota ,la riassumiamo per sommi capi : in queste due basi (USA e NATO), per accordi internazionali secretati, sono Conservate 90 bombe nucleari, in aperta violazione del Trattato di non Proliferazione che l'Italia ha firmato nel 1975 impegnandosi a non ricevere, né produrre, armi nucleari.
La presenza sul nostro territorio di questi ordigni risulta ancora più stridente se pensiamo che, col referendum dell'87, il nostro Paese ha messo al bando il nucleare.
Le nostre autorità politiche e militari hanno sempre negato questa presenza, al contrario del Pentagono che, nel suo sito, ha dato la mappatura completa delle 480 bombe dislocate nelle varie basi in Europa.
Oggi noi sappiamo che 50 armi nucleari sono ad Aviano dove potrebbero essere usate dagli F16 senza il controllo del nostro Paese.
Di piu': le bombe custodite a Ghedi sono destinate ad equipaggiare anche i Tornado italiani: i nostri militari vengono addestrati a farlo.
La legge d'iniziativa popolare - per la quale anche Sinistra Democratica s'impegna a raccogliere le firme - mira a premere sul Governo per rinegoziare con gli USA la rimozione degli ordigni nucleari. Altri paesi lo hanno fatto senza suscitare scandali internazionali: nel 2000 la Grecia, che ne aveva 20, ha ottenuto dagli Usa il ritiro. Anche la Germania si è mossa in questa direzione: nel 2006 ha fatto eliminare130 delle 150 bombe B61 conservate nella base di Ramstein. Questo significa che si può fare !
L'attuale Governo italiano - per cui abbiamo raccolto consenso, che abbiamo contribuito a fare vincere e lealmente sostenuto in Parlamento- finora ha fortemente deluso il popolo della Pace: l'aumento delle spese per le armi, la nuova base di Vicenza, il rifiuto di ogni spiraglio di riconversione dal militare al civile, l'adesione "clandestina" allo scudo balistico antimissile...per non parlare dell'Aghanistan! La presentazione e la successiva approvazione di questa legge d'iniziativa popolare potrebbe essere l'occasione per un'inversione di tendenza.Per questo dobbiamo creare attorno alla raccolta di firme una mobilitazione ampia e informata.
Sinistra Democratica s'impegna - insieme alle altre forze di Sinistra Arcobaleno - a DEDICARE IL WEEK-END del 19 e 20 GENNAIO ad allestire banchetti per la raccolta delle firme.
Chiediamo a tutte le compagne e ai compagni di Sinistra Semocratica d'impegnarsi per questa scadenza contattando i promotori e i tanti comitati locali
promotori@unfuturosenzatomiche.org oppure . segreteria@unfuturosenzatomiche.org e il sito www.unfuturosenzatomiche.org.
Ricordiamo che è stato realizzato anche un DVD che può essere utilizzato in iniziative e banchetti per informare sui contenuti della campagna.
Impegniamoci tutte e tutti in questa scadenza: diamo alla Pace un'altra occasione !

martedì 25 dicembre 2007

BUON NATALE A TUTTI DALLA SINISTRA DEMOCRATICA

sabato 22 dicembre 2007

REGIONE FVG. SD, BELTRAME SI DIMETTA DA CONSIGLIO
Per Sinistra democratica del Friuli Venezia Giulia l'assessore Ezio Beltrame si deve dimettere da consigliere regionale, altrimenti vi sarebbe 'un vulnus sul piano delle regole' della coalizione di Intesa democratica.Lo afferma in una nota il coordinatore regionale di SD, Fulvio Vallon, sottolineando che 'l'intera legislatura regionale e' stata caratterizzata da una netta distinzione tra i poteri della Giunta e quelli dell'assemblea legislativa'.Secondo Vallon, inoltre, le dimissioni di Beltrame 'dovrebbero essere normali se Intesa Democratica intende consolidarsi quale soggetto innovatore e plurale capace di raccogliere anche le diverse articolazioni della rappresentanza politica, come nel caso - conclude la nota - di Sinistra Democratica per il socialismo europeo'.
Oggi, 22 dicembre 2007, è il 60° anniversario della nostra Costituzione. Fu approvata il 22 dicembre 1947 ed entrò in vigore il 1° gennaio 1948.

martedì 18 dicembre 2007

Stop alla pena di morte, finalmente una buona notizia
Quella del 18 dicembre sarà davvero una data da ricordare. Sostenuta da una larghissima, e forse inaspettata maggioranza, l'Onu ha aprovato la proposto italiana, fatta propria poi dall'Europa, di moratoria contro la pena di morte.Una vittoria importante innazuttutto per i diritti umani, poi per le tante associazioni che da anni si battono per eliminare dalla faccia della terra la pena capitale come strumento degli stati per esercitare la giustizia. Ed è, anche un successo della diplomazia italiana che ha lavorato e lottato per questo risultato. Certo è un primo passo e altri e difficili ne restano da compiere per salutare il giorno in cui in ogni paese della terra sarà vietato uccidere. Ma per arrivare alla meta occorre cominciare a camminare.Ecco le prime dichiarazioni di Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo.
PENA MORTE: BANDOLI (SD), BELLA GIORNATA PER STORIA DIRITTI UMANI.
E' un voto storico, dopo i diversi tentativi mai andati in porto negli scorsi anni'.Ad affermarlo e' Fulvia Bandoli (SD) che aggiunge: 'Approvando la risoluzione sulla moratoria della pena di morte, l assemblea plenaria dell'Onu parla al mondo e soprattutto a quei paesi che ancora massicciamente la praticano. La costanza del partito Radicale, di Nessuno tocchi Caino (associazione di cui mi onoro di far parte da tanti anni), la determinazione del Governo Italiano e la sua capacita' di costruire alleanze hanno prodotto questo splendido segnale. Oggi e' una bella giornata per la storia dei diritti umani'.
Pena di morte, Leoni (Sd): Voto dell'Onu e' un evento storico. "Il voto con cui l'Onu ha approvato oggi la moratoria sulla pena di morte e' un evento storico". Lo ha detto il vicepresidente della Camera ed esponente di Sinistra democratica Carlo Leoni. "La strada che porta all'abolizione della pena di morte e' ancora lunga, ma la volonta' espressa a larga maggioranza nel voto dell'Assemblea delle Nazioni Unite a New York, rappresenta un passo fondamentale verso il raggiungimento dell'obiettivo finale. Lo testimonia anche il fatto, avvenuto solo pochi giorni fa, il 13 dicembre scorso, della messa al bando, da parte del Parlamento del New Jersey, della pena di morte in quello stato. Questo - ha proseguito - e' un evento che da' nuova linfa a tutti i movimenti e a tutte le associazioni che, nel mondo, lottano da anni, ogni giorno, per interrompere l'attuazione delle sentenze capitali. Ci rende orgogliosi sottolineare, in una giornata cosi' importante, il ruolo prezioso che ha avuto l'Italia nel portare all'attenzione dell'Onu questa battaglia, grazie all'impegno del governo Prodi nella politica estera. Il cammino verso l'abolizione della pena di morte, da oggi, riparte di slancio, con una grande certezza in piu' e con piu' fiducia", ha concluso Leoni.

sabato 15 dicembre 2007


Occhetto aderisce a Sinistra Democratica

Il leader della svolta della Bolognina, con una conferenza stampa insieme a Fabio Mussi, ha spiegato le ragioni che lo hanno spinto ad aderire al movimento: in primis, il desiderio di contribuire a costruire una nuova Sinistra al fianco di molti "ragazzi dell' '89", in un clima di continuità rispetto a quel passato politico.
"La nostra ambizione è quella di costruire la vera Sinistra: una Sinistra senza aggettivi, democratica e libertaria, che parta da un'unità di valori, non di apparati. E in Sinistra Democratica, un movimento che va oltre il partito e trascende la vecchia idea di Sinistra, ho visto il primo segnale di questo percorso: per questo ho deciso di aderirvi".Bisogna partire dalle ultime battute dell'intervento di Achille Occhetto per riprendere un cammino iniziato quasi venti anni fa, un cammino che compie una svolta importante e riparte con grande vigore verso un chiaro obiettivo.La Sala Stampa di Montecitorio è affollata di giornalisti e di telecamere, venuti a testimoniare un rientro importante nella scena politica della Sinistra italiana.
Fabio Mussi, visibilmente contento di ritrovare Achel al suo fianco, sottolinea come "il contributo di Occhetto" alla nascita di questa nuova Sinistra "sarà di prima grandezza"."Ricordo altre stagioni in cui Occhetto ha dato un contributo straordinario al nostro rinnovamento, ricordo un congresso del Pc in cui sorprese tutti aprendo il proprio intervento parlando di Amazzonia e di risorse naturali: Occhetto rompeva gli schemi, cambiava i paradigmi intellettuali della politica del tempo", continua Mussi, fotografando la grande lungimiranza del protagonista della svolta della Bolognina, dell'interprete di un cambiamento epocale per la Sinistra italiana.
Ma non c'è traccia di retorica malinconia nelle parole e nei toni dei due compagni di strada. Anzi, oggi l'entusiasmo dell'89 sembra rivivere intatto nella nuova stagione della Sinistra, sbocciata lo scorso week end con gli Stati generali alla Nuova Fiera di Roma.
E' proprio il nuovo soggetto a dare voce e compimento alla svolta di quasi venti anni fa, riallacciando un discorso, un filo rosso, comunque presente in questi anni. "Siamo qui a riprendere un cammino - ha dichiarato Occhetto -. E sono felice che sia con Sinistra Democratica, dove ritrovo una parte importante dei ragazzi dell'89. Veltroni, nel primo discorso ufficiale da segretario del Pd, ha dichiarato che senza la mia svolta non ci sarebbe stato il Pd. Be' - sorride il vecchio segretario del Pc - ma io sono qua, non là...ci deve essere qualcosa che non va, quindi".
Occhetto cerca di spiegare la svolta della Bolognina: "Volevamo uscire, da sinistra, dalle macerie del Comunismo. Nessuno pensava che drammi ed errori del Comunismo condannassero la Sinistra a sparire dalla politica italiana, ma che dessero la spinta per la creazione di una nuova Sinistra, senza muri che dividessero comunisti, socialisti, cattolici di sinistra". Spiega la svolta dell'89, Occhetto, ma sembra che tratteggi la nuova formazione, La Sinistra L'Arcobaleno: "ora siamo oltre le divisioni del ‘900 e a nessuno è chiesta un'abiura: ora può nascere una Sinistra moderna, plurale, al cui centro ci siano le questioni di genere e il tema dell'ambiente. Una Sinistra che dica no al salotto buono della finanza e sì alle grandi istanze del lavoro. Che lotti per il disarmo, per la messa al bando delle armi di distruzione di massa. Che sappia proporre un nuovo modello di sviluppo, un nuovo modo di consumare e produrre: una Sinistra che non si vergogni di criticare il capitalismo".
Si parla di contenuti, di una costituente delle idee, di un gruppo di saggi che mettano sul tavolo una griglia di questioni fondamentali sulle quali confrontarsi per arrivare all'unità rosso-verde, che risponda all'esigenza di Sinistra che tantissimi militanti hanno manifestato con la loro presenza al primo atto del nuovo soggetto lo scorso week end.
E sulla legge elettorale, il tema di questi giorni, Mussi riporta tutti sul vero punto della questione: "E' importante, certo, trovare un accordo prima del referendum che darebbe un esito peggiore della Legge Acerbo, ma la legge elettorale, da sola, non risolve le crisi intellettuali e morali del Paese".Quindi "meditazione e testa sulle spalle, senza dimenticare i grandi temi della Finanziaria, del Welfare e del ddl sulla sicurezza".Anche su questo la Sinistra vuole dimostrare di avere un nuovo approccio alla politica.

lunedì 10 dicembre 2007


Risoluzione finale dell'Assemblea della Sinistra e degli ecologisti

Nei prossimi mesi…
1. L’assemblea generale della sinistra e degli ecologisti assume la proposta della carta degli intenti e la immette dentro un percorso partecipativo nei territori, nelle associazioni, nei movimenti, nelle forze politiche partecipanti al percorso di costruzione del soggetto unitario, plurale, federale della sinistra.
2. Ugualmente, nel percorso partecipativo di discussione, vengono messi i report e i materiali dei tavoli tematici svolti l’8 dicembre con l’obiettivo di determinare la condivisione di un impianto generale politico programmatico della sinistra unitaria, plurale, federale.
3. L’assemblea generale della sinistra e degli ecologisti indice una grande campagna di ascolto nel Paese: si svolgano assemblee in tutte le città, si costituiscano comitati promotori, aperti ad associazioni, movimenti, donne e uomini singoli, si costituiscano case comuni nei territori, laboratori sociali, luoghi aperti alla partecipazione più ampia possibile, si utilizzi il portale web condiviso. Individuiamo, altresì, la necessità di incontri territoriali e nazionali di donne e uomini impegnati nelle istituzioni regionali e locali.Entro i primi due mesi del prossimo anno, pensiamo possa essere fatto una prima verifica di questo processo partecipativo che si concluda sabato 23 e domenica 24 febbraio con due giornate generali di assemblee popolari in tutte le città e con un pronunciamento popolare che si esprima direttamente sulla costruzione unitaria in corso, la carta di intenti proposta, le campagne politiche da promuovere.
4. Vogliamo costruire il soggetto unitario, plurale, federale come un nuovo spazio pubblico della politica, aperto alla partecipazione di partiti e soggetti politici, altri soggetti organizzati in movimenti e associazioni e anche a singole donne e singoli uomini non iscritti ad alcuna forza politica e non direttamente coinvolti dentro la partecipazione ad altri soggetti collettivi. Le forme della discussione, della partecipazione e della decisione sono quindi fondamentali e in gran parte inedite. Proponiamo, anche in questa direzione, un vero percorso partecipativo e di stabilire tra le prime prima tappe di esso, lo svolgimento di un seminario nazionale, convocato con la stessa apertura dell’assemblea generale della sinistra e degli ecologisti, da svolgersi entro il mese di febbraio del prossimo anno.



L'Assemblea dell'8 e 9 dicembre si è conclusa con la lettura di un documento impegnativo


Dichiarazione di Intenti


Noi, donne e uomini che abbiamo partecipato all’Assemblea generale della sinistra e degli ecologisti, siamo impegnati nella costruzione di un nuovo soggetto della sinistra e degli ecologisti: unitario, plurale, federativo. L’Italia moderna, nata dalla Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista, ha bisogno di una sinistra politica rinnovata. Il mondo chiama a nuove culture critiche, che conservano la memoria del passato e tengono lo sguardo rivolto al futuro.
Questi sono i nostri principi: uguaglianza, giustizia, libertà; pace, dialogo di civiltà; valore del lavoro e del sapere; centralità dell’ambiente; laicità dello Stato; critica dei modelli patriarcali e maschilisti.
Il soggetto della sinistra e degli ecologisti oggi parte. Crescerà attraverso un processo popolare, democratico e partecipato, aperto alle adesioni collettive e singole, per radicarsi nella storia del Paese. L’ambizione è quella di costituire non una forza minoritaria, ma una forza grande ed autonoma, capace di competere per l’egemonia, influente nella vita della società e dello Stato, che pesi nella realtà politico-sociale del centrosinistra. Un soggetto capace di contrastare le derive populiste e plebiscitarie, figlie di una politica debole e della separazione tra potere e cittadini. Un protagonista in Italia, interno ai movimenti, collegato ai gruppi e ai partiti più importanti della sinistra e dell’ambientalismo in Europa.
La sinistra/l’arcobaleno che vogliamo è del lavoro e dell’ambiente. La globalizzazione liberista si è retta su una doppia svalorizzazione: del lavoro umano e delle risorse naturali. La riduzione a merce provoca la doppia rottura degli equilibri sociali e degli equilibri ambientali. Intollerabile crescita delle diseguaglianze e insostenibili cambiamenti climatici hanno una comune origine e portano alla stessa risposta: un altro mondo è possibile.
Mettere in valore l’ambiente e il lavoro (in tutte le sue forme, da quelle oggi più ripetitive alle più creative) è il cuore di un pensiero nuovo, che non rinuncia a coltivare in questo mondo la speranza umana. In Occidente, ciò comporta innanzitutto alzare la qualità del lavoro, combattere il precariato, modificare gli stili di vita, contrastare la discriminazione verso le donne.
Comporta la difesa e il rinnovamento dello Stato sociale, e la progettazione di una riforma più grande di quella che portò allo Stato sociale: una società non consumista, un’economia non dissipativa ed ecologica, una tecnologia più evoluta. Un nuovo inventario dei beni comuni dell’umanità: acqua, cibo, salute, conoscenza. La conoscenza deve crescere ed essere distribuita: impossibile, senza la libertà della cultura, dell’informazione, della scienza e della ricerca, e senza la lotta conseguente contro le regressioni tribali, etniche, nazionaliste, fondamentaliste. Il dialogo tra culture e civiltà diverse, aperto a nuove scritture universalistiche dei diritti sociali e dei principi di libertà, è tanto più essenziale nell’epoca delle grandi migrazioni, del web e della comunicazione globale.
La sinistra/l’arcobaleno che vogliamo è della pace. Lo spirito della guerra minaccia l’umanità. Ecco di nuovo la corsa al riarmo: cresce vertiginosamente la spesa per armamenti convenzionali, chimici, batteriologici, nucleari. Saltano le firme sui Trattati di riduzione e controllo degli armamenti. L’Europa è uno degli epicentri della corsa. Ora, è il momento di fermarla. La pace, che ha visto scendere in campo il più grande movimento di massa del dopoguerra, particolarmente in occasione della guerra irakena, è la carta vincente. La pace è possibile in un mondo multipolare. I fatti hanno già dimostrato che il mondo non è governabile da un unico centro di comando. Anche per questo c’è bisogno di un’ Europa più forte ed autonoma.
La sinistra/l’arcobaleno che vogliamo è delle libertà individuali e collettive. Le libertà possono crescere solo in uno Stato laico. Per questo la laicità dello Stato è un bene non negoziabile. Uno Stato laico riconosce le forme di vita e le scelte sessuali di tutte e di tutti. Si regge sul rispetto di tutti i sistemi di idee, di tutte le concezioni religiose, di tutte le visioni del mondo. Combatte l’omofobia e il maschilismo. Assume dal femminismo la critica delle strutture patriarcali e il principio della democrazia di genere. Crea le condizioni sociali e istituzionali per rendere effettivi i diritti e le scelte libere di tutte e di tutti.
La sinistra/l’arcobaleno che vogliamo guarda ad una nuova stagione della democrazia italiana. Pronta ad assumersi, oggi e in futuro, responsabilità di governo, od esercitare la sua funzione dall’opposizione. I temi all’ordine del giorno sembrano “autorità, governabilità, decisione”, non si vede che quelli veri sono l’autorevolezza e la legittimazione, una nuova capacità di rappresentanza politica, in un rapporto dialettico con l’autonomia della rappresentanza sociale, a partire dai grandi sindacati di categoria e confederali.
La sinistra/l’arcobaleno contribuirà a rinnovare il sistema politico e le forme della partecipazione democratica, contrasterà l’antico trasformismo. Se c’è declino italiano, esso dipende dal corporativismo, dal dilagare del privilegio e dell’ineguaglianza; dalla debole innovazione, dalla perdita di coesione, dalla diffusa illegalità; dalla perdita della capacità di indignarsi verso quello stato di violenza assoluta che si chiama mafia, ‘ndrangheta, camorra; dall’oblio della questione morale. Riformare la democrazia e la politica vuol dire nutrire di valori un progetto di società.
Noi, partecipanti all’Assemblea generale della sinistra e degli ecologisti, ci rivolgiamo alle forze politiche, ai gruppi organizzati, ai movimenti, al popolo della sinistra, a tutte le singole persone che vogliono partecipare attivamente alla costruzione del nuovo soggetto federativo. In una discussione aperta e libera sulle idee, gli obiettivi, i programmi, le forme di organizzazione e di rappresentanza.
Venite, diventate parte di un progetto che può cambiare profondamente la situazione italiana e influenzare la politica europea.


Assemblea generale della sinistra e degli ecologistiRoma, 8/9 dicembre 2007

domenica 9 dicembre 2007


I contenuti della Sinistra

La prima giornata dell'Assemblea della sinistra e degli ecologisti è stata dedicata ai workshop, che hanno affrontato una gran varietà di temi centrali per la base del nuovo soggetto in marcia verso l'unità.


La prima giornata dell'Assemblea della sinistra e degli ecologisti, quella dedicata ai workshop, che hanno affrontato i temi che stanno a cuore alla base del nuovo soggetto in marcia verso l'unità, ha visto una grande partecipazione. I gruppi di confronto sono stati nove, divisi per area tematica: "Economia, ambiente, clima, beni comuni, territorio" ; "Libertà, diritti civili, laicità"; "Democrazia, etica pubblica, rappresentanza, nuove forme di partecipazione"; "Lotta ai poteri mafiosi, alle ecomafie, legalità democratica"; "Conoscenza, cultura, ricerca, innovazione"; "Economia, lavoro, qualità dello sviluppo"; "Welfare, diritti di cittadinanza"; "Migranti e cittadinanza"; "Pace, disarmo, cooperazione ed Europa". Dal dibattito di ciascuno dei nove gruppi è stato messo a punto un documento che fornirà un orizzonte programmatico per le quattro formazioni che domenica presenteranno la carta dei valori del nuovo soggetto unitario.
Ciascun workshop si è svolto con interventi iniziali di "esperti", politici e studiosi vicini ai temi della materia trattata, seguiti da opinioni espresse dai partecipanti, divisi tra militanza e semplice curiosità.
Con una sola eccezione: il gruppo di lavoro dedicato della laicità e dei diritti civili, dove la rete delle femministe ha espresso con un appello il desiderio che lo spazio del dibattito fosse trasformato in un'assemblea. Basta con gli interventi di studiosi o rappresentanti delle istituzioni, il dibattito doveva secondo loro privilegiare i soggetti reali, in carne e ossa che subiscono ma allo stesso tempo lottano per il riconoscimento dei loro diritti. Quello che hanno chiesto le femministe è stato se su questo tema è possibile aprire, nel caso ce ne fosse bisogno, una crisi di governo. Per loro la risposto, naturalmente, sì. Dopo un acceso confronto tra le parti in causa i lavori sono proseguiti secondo programma. Tra gli interventi quello del deputato del Pdci Nicola Tranfaglia, che ha sottolineato il rischio che il governo possa, sul tema delle libertà cedere ai ricatti della Chiesa arrivando, per esempio, a varare una legge sulle coppie di fatto più annacquata dei Dico.
Di altri diritti si è discusso nel forum dedicato al lavoro, tema che deve occupare una posizione centrale e prioritaria nel progetto unitario. Priorità che, come ha ricordato Maurizio Scarpa della Filcams - Cgil, sta diventando un'emergenza sotto forma di precarietà. Problema di cui si parla molto ma poco si conosce perché, secondo il sindacalista, la precarietà non è solo un contratto a termine. Anche nelle forme contrattuali a tempo indeterminato questa emerge in forme diverse, mascherate, come le esternalizzazioni e i part - time. Ci si chiede se ci sarà un "secondo tempo" per quanto riguarda la partita del protocollo sul welfare, tempo che deve includere la lotta per cambiare la legislazione sul lavoro. Senza questa battaglia la sinistra è votata non solo alla sconfitta elettorale e politica, ma a quella sociale. Si è parlato anche dei rapporti tra partiti e sindacato e, ferma restando la legittima autonomia di entrambe le parti è necessario muoversi insieme: senza sindacato non si può pensare di ottenere un incisivo cambiamento nelle politiche lavorative.
I temi del lavoro e dello sviluppo non possono essere scissi da quello della legalità, e di questo legame si è discusso nel workshop "lotta ai poteri mafiosi, alle ecomafie, per la legalità democratica", dove si è lanciato un forte e unitario segnale di contrasto alla criminalità organizzata. Un problema che non è solo del Mezzogiorno e non può più essere spiegato con la metafora del "cancro" in un paese altrimenti sano. Perché la mafia riguarda l'Italia intera e, anzi, ha da tempo superato, "globalizzandosi", i confini nazionali. Si è evoluta, non è più solo una questione di "pizzo", ma spazia dalla finanza alla politica, fino all'ambiente. In questo senso un primo e concreto passo nella lotta alle ecomafie, ha ricordato il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraio Scanio nel suo intervento, è il ddl sui crimini ambientali, che assolutamente "deve diventare legge al più presto".
Un'altra emergenza è la condizione in cui versano la conoscenza e la ricerca nel nostro paese. A presenziare il workshop il ministro Fabio Mussi, introdotto da Marcello Cini. A seguire l'intervetno di Alba Sasso, deputata di Sd, incentrato sul rapporto più o meno virtuoso tra scuola e istruzione e cittadinanza, legato anche ad università e ricerca. Chiude il cerchio con il molto apprezzato j'accuse di Roberto Jovino, rappresentante dell ‘Unione degli studenti. "Se la politica non è cultura non sarà mai vera politica", chiude il regista teatrale Pippo di Mara riassumendo i contenuti di questo workshop.
Ma alla sinistra che si unisce sta a cuore anche la qualità della democrazia e quella italiana, a sentire gli oratori del gruppo di lavoro "Democrazia, etica pubblica, rappresentanza, nuove forme di partecipazione", proprio bene non sta. Concordi, nella diagnosi, le tesi dei professori Gianni Ferrara e Paul Ginsborg, il primo che vede in nuovi istituti di partecipazione la ricetta per "una forza di sinistra che voglia vivificare le conquiste del secolo scorso", il secondo che propone due criteri per riuscire a individuare una "partecipazione che serve". Uno è la continuità, per formare dei cittadini attivi, istruiti, non necessariamente di sinistra. Poi, i politici devono essere coinvolti e rassegnarsi a cedere parte della loro sovranità ai movimenti dal basso.

fonte www.aprileonline.info


I partiti per ora vogliono la federazione, ma non è detto che i militanti arrivati in migliaia a Roma non spingano i loro gruppi dirigenti a rompere gli argini e a dar vita a un unico partito.

Sono arrivati in tanti da tutta Italia alla Nuova fiera di Roma, fatta di un insieme di anonimi capannoni nei pressi dell'aeroporto di Fiumicino. Sono i militanti di Rifondazione, Pdci, Verdi, Sinistra democratica e di molte associazioni: le forze promotrici di 'La sinistra-l'arcobaleno', il logo che dovrebbe unire tutti in vista delle elezioni amministrative della prossima primavera.
La strada per la sinistra unita è faticosa, e lo sa bene chi attraversa a piedi la lunga tensostruttura che collega i parcheggi, la stazione, dai capannoni. Ma la voglia c'è e contagia anche chi si dice dubbioso, chi assicura "vengo, ma solo per dare un'occhiatina". E poi l'occhiatina si trasforma nell'ingresso in uno dei tanti gruppi di lavoro, nell'abbraccio con compagni e amici che magari non si incontravano da tempo ed ecco, il gioco è fatto. I partiti per ora vogliono la federazione, ma non è detto che i militanti arrivati in migliaia a Roma non spingano i loro gruppi dirigenti a rompere gli argini e a dar vita a un unico partito. Sullo sfondo, Ingrao e la sua intervista alla Stampa: " ci voleva più coraggio". E le parole del "padre nobile" di questa nuova aggregazione rimbombano nel corridoio centrale del decimo padiglione. Smentite, controsmentite, infine l'assicurazione che Ingrao domani ci sarà, se non in carne ed ossa, almeno con un messaggio da leggere in plenaria. Piero Sansonetti, il direttore di Liberazione si sarebbe recato proprio a Csa sua per convincerlo a rettificare, ad ammorbidire o almeno a smussare gli angoli di quel "non partecipo" che è suonato come una bocciatura per la Sinistra nascente.
In attesa di domani, quando a prendere la parola saranno i leader, dopo una specie di saluto musicale con protagonisti Beppe Barra e Andrea Rivera, il lavoro comune di questa prima giornata degli "Stati generali della sinistra" è stato all'insegna del confronto in appositi gruppi di discussione: dall'economia e dal welfare ai diritti di cittadinanza; dalle ecomafie all'etica pubblica; dai beni comuni alla laicità."Sono stati lasciati fuori - dicono gli organizzatori - i temi cari al politicismo di tutti i giorni: dalla legge elettorale ai rapporti con il governo Prodi. Qui vorremmo discutere di quello che ci unisce al di la' delle contingenze della fase politica".L'obiettivo è mettere in mostra le idee di una cultura critica che sarebbe stata abbandonata dal Partito democratico: dai temi del lavoro e del precariato (senza dimenticare ovviamente i morti sul lavoro di questi giorni) fino a quelli del cambiamento climatico e dei continui strappi alle compatibilità ambientali.
Se Ingrao critica gli Stati generali per l'eccesso di timidezza unitaria e di burocratismo, c'è anche chi dissente per ragioni opposte. Alcune componenti di Rifondazione (a iniziare da quella che si raccoglie intorno alla rivista 'L'Ernesto' dei parlamentari Luigi Pegolo e Fosco Giannini) non sono presenti alla Nuova fiera di Roma: per loro, sarebbe stato meglio abbandonare subito il governo Prodi e decretare la crisi della maggioranza di centrosinistra. Marco Rizzo, deputato europeo del Pdci, ha ripetuto intanto, da un altro versante, che lui non si arrende all'abbandono della falce e martello. Qualche contestazione era stata annunciata alla vigilia pure dai comitati che a Vicenza si battono contro il raddoppio della base militare della Nato, ma una lettera inviata ieri a Prodi dai quattro ministri della sinistra (Mussi, Ferrero, Bianchi e Pecoraro Scanio) in cui si chiede di fermare di quel progetto ha per ora raffreddato le polemiche.Un altro dissenso, questa volta costruttivo, arriva invece dalle associazioni e dai movimenti che non si riconoscono nei quattro partiti promotori: si sono autoconvocati in serata dopo la fine dei workshop per precisare le loro proposte. "Più che una polemica, la nostra è una sollecitazione a superare le residue resistenze a dar vita a un soggetto unitario con una vera e propria fase costituente", dice lo storico Paul Ginsborg, che ha stilato un promemoria sulle forme organizzate e sulla democrazia interna che dovrebbero ispirare l'eventuale nuovo partito della sinistra.
L'attesa ora si sposta su domani, quando dagli interventi dei segretari nazionali il popolo della sinistra cercherà di comprendere quanto è realmente consistente questo sogno di unità.Toccherà ai segretari Franco Giordano, Oliviero Diliberto, Pecoraro Scanio e Fabio Mussi spiegare cosa vogliono fare sulla riforma elettorale, sui rapporti con il governo (l'annunciata verifica prevista per l'inizio del 2008) e come intendono proseguire il lavoro unitario che si è avviato oggi.Tra le tante indiscrezioni, ce n'è una che dovrebbe mettere tutti d'accordo: la "carta dei valori" scaturita dai workshop e il logo con cui presentarsi unitariamente alle elezioni verranno sottoposti alle 'primarie di programma' tra gli iscritti di Rifondazione, Pdci, Verdi e Sinistra democratica. Non c'e' intenzione, almeno per ora, di esprimersi sulla leadership (saranno infatti i quattro segretari a gestire i primi passi della federazione unitaria tra le quattro formazioni politiche).
Ma le voci si rincorrono e c'è chi è pronto ad assicurare che - dopo un lungo tira e molla - domani prenderà la parola nella seduta plenaria Nichi Vendola, governatore della Puglia, dirigente di Rifondazione comunista, indicato da molti come futuro leader in pectore di La sinistra-l'arcobaleno. Se ricevesse troppi applausi, in una sorta di applausometro per la designazione del leader, l'evento non sarebbe ben accolto dagli organizzatori degli Stati generali. Di qui qualche resistenza, forse alla fine superata, a concedergli la platea degli Stati generali. E ancora, sempre voci di corridoio parlano di un probabile intervento di Gianni Rinaldini, segretario della Fiom, vicino a Rifondazione ma spillone nel fianco di Sinistra democratica. Ma su questo, la quadra sembra non essere ancora stata trovata.

fonte www.aprileonline.info

giovedì 6 dicembre 2007

Che l'Assemblea sia un buon inizio nel segno della Perugia-Assisi
di Flavio Lotti*

Cari amici, mi dispiace di non partecipare all’Assemblea generale della sinistra e degli ecologisti. In quei giorni sarò a Nairobi per partecipare ad un seminario internazionale sulle guerre in Africa, che abbiamo contribuito ad organizzare, e per “festeggiare” ,il 10 dicembre, l’apertura dell’Anno dei diritti umani con i più poveri della terra: coloro che dei diritti non conoscono nemmeno l’esistenza, visto che non ne godono nemmeno uno.
Sono peraltro consapevole dell’importante decisione che avete assunto convocando questo incontro. Si tratta di un processo difficile ma necessario e urgente. Nessuno può permettersi di restare alla finestra.
La profonda crisi sociale e politica che stiamo vivendo nel nostro paese e le gravi tensioni e ingiustizie che continuano su scala planetaria devono spingerci a lavorare tutti insieme per costruire una politica davvero nuova, decisa, come abbiamo detto anche durante la Marcia Perugina-Assisi, a mettere al centro della promozione di tutti i diritti umani per tutti.
Mi auguro che queste due giornate siano un buon inizio e vi assicuro la mia piena disponibilità a collaborare nel rispetto dei diversi ruoli, competenze e responsabilità.
In attesa di risentirci vi invio i più calorosi auguri di buon lavoro.
*Coordinatore della Tavola della Pace

martedì 4 dicembre 2007

Assemblea Generale della Sinistra e degli Ecologisti

Si apre sabato 8 dicembre alle ore 14.00 e i lavori si svolgeranno in Forum tematici, eccoli:

Economia, ambiente, clima, beni comuni, territorio
Contiene due sottogruppi:agricoltura infrastrutture e mobilità

Libertà, diritti civili, laicità
Democrazia, etica pubblica, rappresentanza, nuove forme della partecipazione
Lotta ai poteri mafiosi, alle ecomafie, per la legalità democratica
Conoscenza, cultura, ricerca

Economia, lavoro, qualità dello sviluppo
Welfare, diritti di cittadinanza
Migranti e cittadinanza
Si divide in due sessioni

Contro le politiche securitarie e per un nuovo antirazzismo
Nuovi diritti sociali e politici
Pace, disarmo, cooperazione, Europa

Domenica l’Assemblea si svolgerà in plenaria a partire dalle ore 9.30
Come si arriva alla Nuova Fiera di RomaIn Autobus:Linea Atac 808 per Fiera Romadei capasso, bravetta/feltreschi, pisana/bravetta, pisana/bentivoglio, pisana/sorbolonghi, pisana/pietrabruna, pisana/facchinetti, pisana/casale ninfeo, pisana/colle massimo, pisana/longhena, pisana/quartiere incis, pisana/varani, pisana/collettore, pisana/ponte pisano, pisana/brava, pisana/fosso magliana, pisana/civico 1036, pisana/g.r.a., pisana/gizzi, pisana/salesiani, pisana/casale de giorgi, pisana/orroli 2, pisana/orroli 1, pisana/citta' dei ragazzi, pisana/regione lazio, pisana/nurachi, pisana/complesso s. Cecilia, ponte galeria/pisana, ponte galeria/civico 181, ponte galeria/moratelle, ponte galeria/pitentino, portuense/domus de maria, portuense/ponte galeria (fm2), eiffel/fiera di roma, eiffel
In auto:Dal GRA (Grande Raccordo Anulare) uscita 30 in direzione Fiumicino e poi seguire le indicazioni segnaletiche per Fiera Roma
In treno:Dalle Stazioni Tuscolana, Tiburtina, Ostiense collegate alle Linee A e Bdella Metropolitana prendere il Treno Fr 1 direzione Fiumicino e scendere alla Fermata Fiera Roma

venerdì 23 novembre 2007


Nella prossima primavera si voterà per il rinnovo del consiglio regionale. Il cammino intrapreso da Sinistra Democratica, Rifondazione, Pdci, Verdi e non solo è davvero importante.


In Friuli Venezia Giulia il percorso unitario della Sinistra è cominciato

E’ fortemente sentita anche tra i cittadini della nostra Regione, specie tra i giovani ed i lavoratori non iscritti ad alcun partito, l’esigenza dell’unità tra le forze della sinistra ed ecologiste. E’ iniziato un processo unitario che vede già esperienze significative nelle varie province della regione e che troverà importanti conferme negli Stati generali convocati a Roma nel primo fine settimana di dicembre. Il punto della situazione nel Friuli Venezia Giulia è stato fatto ieri dalle delegazioni regionali del Partito della Rifondazione comunista, dei Comunisti italiani, dei Verdi e di Sinistra democratica che hanno convenuto sui percorsi futuri e le forme di convergenza maturate nelle rappresentanze istituzionali. In particolare è stata confermata l’esigenza di un maggiore coordinamento e di iniziative unitarie negli Enti locali e nel Consiglio regionale sia per quel che concerne l’attuazione del programma di Intesa democratica nell’ultimo scorcio della legislatura che il confronto programmatico per le prossime elezioni regionali. Si terranno anche incontri periodici con l’Assessore Antonaz per un confronto riguardante le scelte più importanti adottate nella giunta regionale. Le forme in cui si realizzerà l’ esperienza unitaria delle forze della sinistra e degli ecologisti saranno decise a livello nazionale e con la partecipazione delle delegazioni regionali. Le segreterie regionali registrano con soddisfazione il lavoro già avviato dai tavoli della sinistra esistenti sul territorio, in cui si è iniziato anche un confronto sulle prossime elezioni amministrative, particolarmente avanzato nella realtà udinese dove sono già state elaborate alcune linee programmatiche comuni per le prossime elezioni comunali. L’esperienza di questi giorni ci conferma comunque che il processo unitario non riguarda soltanto i partiti ed i movimenti che ne sono promotori ma che esso risponde ad una domanda proveniente da vaste categorie sociali, personalità della cultura e della scienza e da tutti coloro che hanno vissuto e condividono con le forze del cambiamento l’esigenza di restituire all’ Italia una grande forza unitaria e plurale della sinistra e degli ecologisti.


Sinistra Democratica Friuli Venezia Giulia

giovedì 22 novembre 2007

FINANZIARIA.EMENDAMENTO PER FARE CONFERENZA
SU SERVITU' MILITARI.
LO PRESENTA LA SINISTRA, PARTE PETIZIONE ANTI-BASE DAL MOLIN.
Un emendamento per realizzare la conferenza nazionale sulle servitu' militari e una grande petizione nazionale contro l'allargamento della base di Vicenza.E' questo, in estrema sintesi, quanto deciso dalla riunione di oggi tra rappresentanti della sinistra e comitati No Dal Molin. Lalla Trupia (Sd), insieme con Elettra Deiana (Prc), Laura Fincato (Ulivo), Luana Zanella (Verdi), Titti Valpiana (Prc), Gino Sperandio (Prc), Manuela Palermi (Pdci) e Severino Galante (Pdci), organizzatori dell'incontro che si e' svolto oggi a Roma con i rappresentanti dei comitati vicentini del 'No al Dal Molin', rende noto che alla riunione, durata quasi tre ore, erano presenti esponenti del Coordinamento dei Comitati, del presidio permanente e della Rete Lilliput, Oscar Mancini e Danilo Andriollo della Cgil, Paolo Beni (Presidente nazionale dell'Arci), Paolo Nerozzi (Segretario nazionale Cgil), i Capigruppo alla Camera, Di Salvo (Sd), Migliore (Prc), Bonelli (Verdi), Sgobio (Pdci) e i Capigruppo al Senato, Salvi (Sd), Palermi (Pdci-Verdi), Russo Spena (Prc), oltre a numerosi parlamentari firmatari dell'appello a Prodi sulla moratoria."Pur da punti di vista e con accenti diversi", si e' proposto il lancio di una grande petizione nazionale per una raccolta firme che chieda la moratoria dei lavori di costruzione della base finche' non si svolgera' la seconda Conferenza nazionale sulle servitu' militari. Nel corso dell'incontro e' stato anche preso l'impegno di presentare un emendamento comune alla Finanziaria per prevedere lo svolgimento della Conferenza ed una mozione parlamentare che ne chieda la convocazione. I capigruppo presenti hanno raccolto e fatto loro la proposta, dichiarando il proprio impegno e appoggio a questa grande iniziativa unitaria.
Pordenone, 21 novembre 2007
COMUNICATO STAMPA
Bortolotti si studi la Costituzione
“L’iniziativa del primo cittadino di Azzano Decimo volta a introdurre nuove regole in materia di iscrizioni anagrafiche fa a pugni con il buon senso e con la Costituzione.” Non usa mezzi termini Vanni Tissino, consigliere comunale di Sinistra Democratica a Porcia ed un recente passato da Funzionario dell’Anagrafe del capoluogo, nel commentare la proposta del Sindaco Bortolotti volta subordinare l’iscrizione all’anagrafe comunale a requisiti di sua invenzione. “Bortolotti” continua Tissino “probabilmente non si è accorto che la materia dell’Anagrafe e dello Stato civile non è stata oggetto di devoluzione agli enti locali e che è, conseguentemente, rimasta di stretta competenza statale.” “Non solo”, aggiunge Tissino “la richiesta di iscrizione anagrafica costituisce un diritto soggettivo del cittadino e non può essere vincolata a condizioni diverse da quelle stabilita da leggi perché altrimenti si verrebbe a limitare la libertà di spostamento e di stabilimento dei cittadini sul territorio nazionale in palese violazione dell'art. 16 della Carta costituzionale.” “Questa idea del Sindaco” insiste Tissino “oltre a scontrarsi con normative costituzionali e di settore, dimostra la sua povertà culturale dal momento che riduce la questione della residenza al solo momento della richiesta di iscrizione anagrafica, senza tener conto di cosa accade dopo tale passaggio. E se così non fosse, le conseguenze sarebbero ancor più gravi perché significherebbe procedere alla cancellazione anagrafica d’ufficio di chiunque si trovi, anche temporaneamente, in difficoltà economiche.” “Mi auguro” conclude Tissino “che a questo punto ci sia un autorevole intervento del Prefetto che chiarisca al sindaco Bortolotti che nel momento in cui veste la fascia tricolore deve attenersi alla legge ed è opportuno che non rincorra le sue passioni di leghista duro e puro, lasciando le stesse al suo tempo libero.”
INTERVENTO
Quindi nel comune di Azzano non potranno risiedere i POVERI. Ma allora, Lei, signor Sindaco, non ce l’ha affatto con i delinquenti, ma con quelli che “potrebbero delinquere” in quanto poveri. Presumo, quindi, che Fiorani, per esempio, sarebbe il benvenuto. Peccato, è un po’ delinquente, ha truffato migliaia di risparmiatori, però ha un reddito molto alto, belle auto, belle donne, sicuramente il rolex d’oro e in più è bianco, comunitario e, forse, cattolico. Sarebbero ben accolti, quindi, in base al criterio da Lei individuato, anche Provenzano, Badalamenti, Lo Piccolo, Riina e compagnia bella…hanno un po’ esagerato con il crimine, ma vuoi mettere il reddito che possono vantare? Porterebbero un bel po’ di SCHEI al comune, non è vero? E sarebbero ben accolti anche gli straricchi sceicchi arabi, anche nel caso fossero finanziatori di Bin Laden? Ma è ovvio “I ga massa schei ”. E allora …venghino, signori, venghino…speculatori, truffatori, imbroglioni, Vanne Marchi, Ricucci, Parmalattari vari, ricettatori, ricattatori, spacciatori...ad Azzano sarete accolti a braccia aperte! Non occorre la fedina penale possibilmente pulita, ma il conto in banca più alto che si può, il resto è retorica da…parrucconi.
Sorrentino Natale
Consigliere comunale Cordenons

martedì 20 novembre 2007


Sinistra Democratica aderisce alla manifestazione del 24 novembre contro la violenza sulle donne



lunedì 19 novembre 2007


Un'inflazione programmata più bassa di quella effettiva; i ritardi nei rinnovi contrattuali; la mancata restituzione del fiscal drag e la scarsa redistribuzione della produttività: crollano le retribuzioni

In cinque anni (dal 2002 al 2007) i lavoratori hanno "perso" 1.900 euro. E' questo l'allarmante dato che caratterizza il calo di potere d'acquisto dei salari italiani. Un dato fornito dall'ultima indagine dell'Ires-Cgil ("Aggiornamento dei dati su salari e produttività in Italia e in Europa"), secondo cui nel 2002-2007, per un lavoratore con una retribuzione annua lorda di 24.890 euro (media 2007), "si arriva a cumulare una perdita complessiva a prezzi correnti pari a 1.210 euro". Se a questa si aggiunge il "minus" derivante dalla mancata restituzione del fiscal drag, la perdita ammonta a 1.896 euro.
La "rincorsa salariale", spiega l'Ires-Cgil, è determinata da una crescita delle retribuzioni inferiore all'inflazione reale e nasconde un effetto di trascinamento della perdita di potere d'acquisto: un lavoratore dipendente oltre alla perdita dell'anno in corso non recupera la diminuzione del potere d'acquisto nemmeno dell'anno precedente.A fine ottobre, con le dinamiche connesse all'aumento di prezzo del greggio e i mancati rinnovi contrattuali, le stime su inflazione e retribuzioni restano sostanzialmente immobili, nonostante una crescita della produttività pari a circa 1 punto percentuale. Il 2007, dunque, dovrebbe chiudersi con un'inflazione effettiva intorno all'1,9%, le retribuzioni contrattuali tra il 2,1% e il 2,2%, e quelle di fatto sostanzialmente in linea con l'inflazione effettiva al 2%.
Dal 1993 a oggi, secondo l'indagine, i salari reali mantengono il potere d'acquisto, ma non crescono oltre l'inflazione. Le retribuzioni di fatto registrano una crescita media annua, per l'intera economia, del 3,4%, a fronte di un'inflazione del 3,2% (le retribuzioni contrattuali crescono in media anche meno: solo il 2,7%). Questo sostanziale allineamento con l'inflazione è dovuto a un'inflazione programmata più bassa di quella effettiva, ai ritardi nei rinnovi contrattuali, alla mancata restituzione del fiscal drag e alla scarsa redistribuzione della produttività.
L'applicazione dell'Accordo del luglio 1993 - "secondo lo spirito con cui era stato concepito" - è stata ostacolata dallo scarto tra inflazione programmata (sulla cui base si rinnovano i contratti) l'inflazione sia attesa che effettiva. Questo è avvenuto in particolare nei periodi 1994-1996, nel quale si cumulò uno scarto di circa 6 punti, e nel periodo 2001-2004, nel quale si persero circa altri 4 punti. Nel corso dell'intero periodo 1993-2007, i contratti nazionali "sono stati costretti a cercare di recuperare le perdite che si erano cumulate a causa di questi scarti, per cui anche la redistribuzione di produttività realizzata tra il 1996 e il 2000 o nel 2005-2006 è stata assorbita da questa rincorsa al potere d'acquisto perduto nei periodi precedenti".
A questa difficoltà, sottolinea l'istituto di ricerca del sindacato, si sono aggiunti i ritardi - spesso anche di 12 mesi - registrati nel rinnovo dei contratti (nel pubblico impiego fino a due anni): anche questa è stata una delle difficoltà che ha ostacolato il normale funzionamento di regole e procedure di contrattazione dell'accordo del 1993 e che hanno indebolito la capacità dei contratti di difendere il potere d'acquisto. E c'è poi l'inadeguata redistribuzione della produttività attraverso la contrattazione di secondo livello, anche per le difficoltà incontrate nei rinnovi dei contratti nazionali.
Se il paese non riprende la strada degli investimenti ricerca e innovazione e in infrastrutture, e se non si fa crescere la produttività oraria del lavoro è tempo perso e qualsiasi soluzione non va al cuore del problema. Secondo Epifani, se il Governo riesce a superare questa fase di vita parlamentare e si dovesse aprire nel Paese una fase costituente di riforme, "da gennaio palazzo Chigi dovrebbe assumersi la responsabilità di una nuova politica dei redditi e di sviluppo, per una migliore dinamica delle retribuzioni".
In Italia, ha spiegato Epifani, "abbiamo una crescita più bassa, una produttività più bassa e una dinamica delle retribuzioni più bassa della media europea. Bisogna rimettere al centro dell'attenzione delle forze di Governo, del Parlamento e delle forze sociali il tema della crescita, della produttività e delle retribuzioni. Bisogna fare un'operazione di grande respiro - ha sottolineato - e dentro questa impostazione si possono affrontare tutte le questioni, partendo però dalla testa e non dai piedi, come si sta cercando di fare. Se il Paese - ha evidenziato il leader della Cgil - non riprende la strada degli investimenti in ricerca e innovazione, se non si rendono le infrastrutture più produttive, se non si fa crescere la produttività oraria del lavoro, è tempo perso e qualsiasi soluzione non va al cuore del problema. E' come si stesse svuotando la diga del Paese e si provasse a tamponare la falla con un dito. Bisogna ripensare e costruire - ha concluso - politiche in grado di affrontare tutti i termini della questione, non uno soltanto che peraltro è il più modesto (la flessibilità dell'orario di lavoro, ndr)".
Tornando alla ricerca, significativa è la differenza del potere d'acquisto dei redditi familiari di imprenditori e liberi professionisti con quello di impiegati e operai: per i primi, è cresciuto di 11.984 euro; per i secondi e terzi e calato rispettivamente di 3.047 e 2.592 euro. La modesta crescita delle retribuzioni, spiega l'indagine dell'Ires Cgil, è imputabile ad alcuni fattori: oltre lo scarto tra inflazione programmata e quella reale e i ritardi nel rinnovo dei contratti, anche "l'inadeguata retribuzione" della produttività attraverso la contrattazione di secondo livello.
La bassa crescita delle retribuzioni "si rende ancor più evidente se confrontata con quella dei maggiori paesi europei". Dal 1998 al 2006, le retribuzioni di fatto reali nel nostro paese sono rimaste sostanzialmente stabili, mentre negli altri paesi dell'area euro si registravano tassi di crescita nettamente superiori: il 10% in media nell'area della moneta unica, oltre il 15% in Francia e nel Regno Unito, e il 5% in Germania, nonostante il sostanziale congelamento salariale degli anni 2000. In Italia nel 2005, nel settore dei beni e servizi destinati alla vendita (senza l'agricoltura e il pubblico impiego), la retribuzione lorda annua media di un lavoratore single era inferiore di circa il 45% rispetto a Germania e Regno Unito e di circa il 25% rispetto alla Francia. La retribuzione netta registra più o meno le stesse differenze, con l'eccezione della Germania, dove lo scarto scende a circa il 30%.
Ad aggravare la questione salariale e ad abbassare il livello delle retribuzioni medie, conclude l'Ires, c'è la questione giovanile. Secondo i dati dell'istituto di ricerca, un apprendista in età 15-24 anni guadagna mediamente 736,85 euro netti al mese; un collaboratore occasionale, in età 15-34 anni, guadagna in media 768,80 euro netti mensili; un co.co.pro. o un co.co.co., in età compresa tra i 15 e 34 anni, guadagna in media 899,04 euro netti al mese. I giovanissimi, in particolare, percepiscono le retribuzioni più misere: gli stipendi inferiori a 800 euro sono molto diffusi tra chi ha 17-24 anni (55,8%). Le retribuzioni tra 800 e 1.000 euro, poi, sono molto diffuse nella classe d'età 25-32 anni.
Carla Ronga

Incontro a Cinemazero sui cambiamenti climatici. La Destra Tagliamento risente più di altre zone dei fenomeni
Pordenone si scopre calda e piovosa
Indagine dell’Osmer: la temperatura media è salita da 13,2 a 14,5 gradi. Piogge concentrate
Ci vogliono centinaia di migliaia di litri d'acqua per produrre un telefonino, ma le case costruttrici ne propongono continuamente di nuovi e a prezzi sempre più contenuti. Gli elettrodomestici vengono progettati per durare non oltre dieci anni e poi essere sostituiti. Sono alcuni esempi del divario crescente tra il modello di economia improntato al consumo rapido e la necessità di incrementare politiche responsabili legate all'ambiente. Su questi binari si è sviluppato l'incontro-conversazione ospitato a Cinemazero tra Sergio Sichenze, direttore del Laboratorio regionale di educazione ambientale e Sergio Nordio dell'Osmer (Osservatorio meteo) del Friuli. «I cambiamenti climatici degli ultimi anni - ha spiegato Sergio Nordio - sono evidenti anche nella nostra regione, con stagioni estive più calde che portano il termometro a toccare i 39-40 gradi. In Friuli Venezia Giulia le temperature sono oggetto di accurate misurazioni dal 1700; un periodo di tempo lungo che ci consente di constatare l'innalzamento dei valori. A Pordenone, per esempio, la temperatura media annuale è passata dai 13,2 gradi centigradi agli attuali 14,5. Lo scorso febbraio si è registrata la presenza di aria calda a quote elevate, mentre per tutto il mese di aprile abbiamo avuto 5,6 gradi sopra la norma». Capitolo piogge: «Le precipitazioni da qualche anno - ha sottolineato l'esperto Osmer - tendono a concentrarsi in tempi ristretti e Pordenone è il capoluogo regionale che più risente delle conseguenze del fenomeno. Basti ricordare i 300 millimetri caduti in un batter d'occhio (la pioggia di tre mesi) nell'autunno di due anni fa, mentre nell'ultima decade la quantità complessiva è scesa del 30-40 per cento. È mutata inoltre la distribuzione delle piogge, che toccano con una certa intensità anche la pianura».
«I cambiamenti in atto, percepiti oggi con chiarezza, ma dei quali erano ravvisabili da tempo importanti segnali, non hanno una causa scatenante unica, ma tante cause che concorrono fra loro. La complessità nel trovare soluzioni sta proprio nella difficoltà a prevedere le interazioni fra infinite sfaccettature del problema (ambiente, economia e società). La comunità scientifica internazionale - ha detto Sergio Sichenze - si interroga sui nostri stili di vita che devono mutare. Le questioni ambientali entrano in conflitto con il mercato che misura la ricchezza in termini di Pil. C'è bisogno - ha sostenuto Sergio Sichenze - di scelte consapevoli a diversi livelli, sia come cittadini nella quotidianità, sia come parte di un tutto. Non possiamo più firmare cambiali in bianco, ma dobbiamo partecipare alle decisioni dei nostri amministratori (oggi divenuti più sensibili di un tempo), in un compendio continuo di responsabilità soggettive e lavoro di gruppo».
Per quanto riguarda la nostra realtà «poco è stato fatto - ha detto Nordio - a livello di pianificazione e di salvaguardia del territorio. Pochi politici si interessano a quanto sta accadendo. Qualcosa si muove solo nel settore dell'agricoltura».
Lisa Rizzo
Il Gazzettino 19/11/2007

venerdì 16 novembre 2007

Manifestazione a Genova, adesione dei senatori di Sinistra democratica


I senatori del gruppo Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo hanno inviato oggi una lettera di adesione agli organizzatori della manifestazione del prossimo 17 novembre a Genova
"A Genova, nel luglio del 2001, le regole alla base della democrazia furono ripetutamente calpestate. Oggi che sono passati sei anni da quei tragici giorni le domande e le ferite restano ancora aperte La ricerca della verità su quanto drammaticamente successo in occasione del G8 è ancora di stretta attualità, scrivono i senatori di Sinistra Democratica Salvi, Pisa, Iovene, Bellini, Mele, Paolo Brutti, Galardi, Villone, Di Siena e Battaglia. Riteniamo sbagliata la bocciatura della proposta di istituire una commissione di inchiesta perché è necessario accertare tutta la verità attorno alle responsabilità politiche - di quelle personali sta alla magistratura occuparsene - nella gestione dell'ordine pubblico nel corso di quelle giornate che hanno scosso l'opinione pubblica italiana e spezzato una giovane vita, quella di Carlo Giuliani. A Genova sono in corso una serie di processi. Crediamo nell'indipendenza della Magistratura e siamo convinti che la verità alla fine emergerà. Siamo altresí convinti che settori delle Istituzioni, non abbiano appieno svolto il loro ruolo e che al proprio interno ci siano state gravi violazioni della legge oltre che reticenze e omissioni. Riteniamo quindi necessario continuare a ricercare la verità su quanto accaduto a Genova 6 anni fa per la verità e la giustizia, per difendere le garanzie democratiche sancite dalla nostra Carta Costituzionale, per il diritto alla libertà di espressione e di manifestazione, ma soprattutto per accertare, in maniera definitiva, i fatti che portarono all'uccisione di Carlo Giuliani. Per questi motivi, concludono i senatori di Sd, aderiamo alle manifestazioni indette il 17 prossimo a Genova".

sabato 10 novembre 2007

A livello nazionale Sinistra Democratica (assieme a Verdi, PRC e PdCI) aderisce alle manifestazioni promosse per i 20 anni della vittoria del referendum. L'8 e il 9 novembre 1987 un’ampia maggioranza (oltre l'ottanta per cento) votò no al nucleare.
Le manifestazioni confermano i sì del programma dell'Unione: risparmio, efficienza, sostenibilità, fonti alternative e rinnovabili assieme alle motivazioni del permanente no alla risposta nucleare nelle politiche energetiche italiane.
Varie sono le iniziative che ricorderanno la vittoria referendaria, anche di singoli partiti. Siamo convinti che tutte siano utili ad una responsabilizzazione critica dell'opinione pubblica e delle forze sociali sulla "scossa energetica" necessaria al nostro paese di fronte all'emergere dei cambiamenti climatici e alla necessaria riconversione rispetto al consumo dei combustibili fossili.
Su questo e su altri temi dell’attualità e della prospettiva politiche la Sinistra Democratica della provincia di Pordenone ha voluto aprire un blog, sdpordenone.blogspot.com, per far conoscere le proprie proposte e per dialogare apertamente con i cittadini. E’ disponibile anche un indirizzo e-mail: sdpordenone@yahoo.it

20 ANNI DEL REFERENDUM CONTRO IL NUCLEARE


mercoledì 7 novembre 2007


ADDIO ENZO, MAESTRO DI GIUSTIZIA E LIBERTA'

martedì 6 novembre 2007



Un lunedì tragico con cinque morti bianche, cinque persone, tra cui una mamma di tre bimbi, che in diverse parti d'Italia hanno perso la vita in incidenti sul lavoro. Una giornata che ha contato altrettanti feriti e che interroga la politica, colpevolmente distratta.

Un dramma quotidiano che va assolutamente estirpato perché non è più accettabile. Ogni giorno è esposto al rischio di dover registrare situazioni di assenza di tutele nei luoghi di lavoro, che magari riesce ad assurgere agli onori della cronaca, finendo sui giornali, quando ci si trova di fronte ad un numero inaccettabile, ad una giornata clou, come appunto quella odierna. Quello che appare incontestabile è che non è vero che si è avuta una riduzione del numero di morti e di infortuni sul lavoro. Anzi, appare evidente il contrario. E in queste ultime 24 ore se ne è avuta la prova.
Per questo la richiesta è che si proceda ad attuare, così come è stato fatto per l'emersione del lavoro nero, una campagna anche per quella degli infortuni e delle malattie professionali. Perché continuiamo ad avere, come sindacato, continue segnalazioni di incidenti denunciati come infortuni domestici o stradali, quando al contrario si tratta di incidenti sul lavoro.
Non si può, poi, continuare con questo meccanismo di competizione sui costi degli appalti e dell'economia del lavoro normale. Se un lavoratore che guida una betoniera viene fulminato da un cavo elettrico sarà la magistratura a verificare cosa è successo, ma mi fa pensare che qualcosa nell'organizzazione del lavoro non abbia funzionato. Troppo spesso si pretendono ritmi esasperati, si mettono i lavoratori in condizioni di precarietà e ricattabilità, dove è difficile esigere i propri diritti.
La mia reazione a quanto successo oggi è un mix di rabbia e di dolore. Sono cinque persone che stasera non tornano a casa. Cinque persone il cui salario non era di sicuro un granchè. Cinque vuoti per le persone care e per gli amici. Cinque responsabilità in più del sistema economico e istituzionale. Più che gli appelli vogliamo che finalmente, a partire da chi rappresenta tutti i cittadini, si ponga mano ad un sistema vero di vigilanza a cominciare da quella preventiva in capo alle Asl. Che si smetta di seguire gli imprenditori che vogliono competere nella riduzione dei costi. Cioè che si rimetta al centro il primo valore fondamentale che è quello del rispetto reciproco soprattutto verso l'integrità psico-fisica di chi lavora.
In questi giorni sono stati presi provvedimenti d'urgenza dopo un episodio grave di omicidio, quali provvedimenti d'urgenza radicali si prenderanno per cinque omicidi in un solo giorno? Nessuno vuole usare con leggerezza la parola omicidio, ma sono morti di cui qualcuno è responsabile. Sempre.
Il Testo unico sulla sicurezza è positivo, ora però ci aspettiamo che la normativa venga rapidamente raccordata e integrata; che in tanto si esiga l'applicazione di quanto già oggi è previsto. Vengano assunti più ispettori nelle Asl, si vincolino le erogazioni di contributi pubblici alle imprese all'abbattimento vero e non formale degli infortuni e si facciano massicciamente i controlli nei luoghi di lavoro. Solo così si potrà porre fine a questa mattanza inaccettabile.

Paola Agnello Modica

Segreteria confederale Cgil, responsabile ambiente e sicurezza


fonte aprileonline.info

sabato 3 novembre 2007

"Sinistra Democratica intende arrivare alla tornata amministrativa della prossima primavera con un percorso verso l’unità politica della sinistra che sia forte e radicato"

Riunione dell'esecutivo regionale del Movimento Sinistra Democratica per il socialismo europeo, lunedì scorso a Ronchi dei Legionari, nel corso dell'incontro è stata formalizzato la Segreteria regionale che risulta composta dai quattro coordinatori provinciali e dal coordinatore regionale.
Il Movimento, è stato detto, anche in Friuli Venezia Giulia, continua a lavorare per darsi struttura, forza e radicamento, regionalmente e sino ad ogni realtà che si articola sul territorio, al fine di sostenere ed implementare la sfida lanciata, con coraggio ed intelligenza, tesa a dare dignità e cittadinanza politica alla sinistra italiana. Al centro della discussione dell’Esecutivo regionale, il disegno politico unitario inteso “non quale pretesto per alzare le vecchie bandiere ma quale occasione per costruire insieme il nuovo”. La riunione è stata anche la prima occasione per ragionare attorno alla principale iniziativa di avvio del processo unitario tra i partiti e i movimenti della sinistra in programma a Roma l’8 ed il 9 dicembre prossimi con l’Assemblea nazionale per gli Stati Generali della sinistra e degli ambientalisti. Nell’introdurre i lavori, Fulvio Vallon ha inteso sottolineare che “il processo che parte non può altro che condurre a una nuova soggettività politica nel campo, più largo di quel che pensiamo, della sinistra in Italia. La somma dell’esistente non serve così come neppure la sintesi può essere sufficiente. Lo scopo, il senso, è il soggetto politico nuovo da realizzare. E il soggetto politico o nasce con estese e profonde radici sociali, ben collocate nel mondo del lavoro e dei saperi. Ecco perché è essenziale, in questo processo che inizia a prendere forma, definire subito il rapporto con il sindacato confederale e con le altre organizzazioni politiche e sociali che si collocano in quel campo come strutturale”. Gli atti politici compiuti da Sinistra Democratica, è stato poi detto nel corso dell'incontro, “ hanno recato, e recheranno, l’incontrovertibile segno dello spirito unitario. SD è un movimento che si ispira a una visione unitaria della sinistra e che esprime una politica di governo. Per questo, intende mettere in moto una propria soggettività, con l’intento di allargare il campo, di portare a unità attraverso una spinta insieme autonoma e convergente la cultura socialista, comunista, ecologista, dei diritti, della solidarietà, della pace, che parli a milioni di persone, che tocchi tutte le sensibilità, che si contrapponga alla concezione padronale della politica e del potere”. “A sinistra occorre ancora , è stato aggiunto, grande lavoro e costante impegno per decidere di cambiare davvero; affinché si configuri un soggetto unitario, seppur plurale, e alleato del Pd che riesca a superare l’atavica divisione tra sinistra riformista e sinistra radicale”. “Il Friuli Venezia Giulia può essere, nuovamente, sede di sperimentazione e di innovazione: per questo, Sinistra Democratica intende arrivare alla tornata amministrativa della prossima primavera con un percorso verso l’unità politica della sinistra che sia forte e radicato”.

venerdì 2 novembre 2007

Sì ad un’altra energia. No al nucleare

L'iniziativa SD, Verdi, PRC e PdCI aderiscono alla manifestazione promossa a Trino Vercellese, in Piemonte, per i 20 anni della vittoria del referendum: l'8 e il 9 novembre 1997 una ampia maggioranza (oltre l'ottanta per cento) votò no al nucleare.

I responsabili ambiente di SD, Verdi, PRC e PdCI ritengono che l'appello promosso da trenta autorevoli personalità piemontesi e il luogo scelto per la manifestazione nell'anniversario del 10 novembre assumono un grande rilievo nazionale.
L'appello conferma i sì del programma dell'Unione: risparmio, efficienza, sostenibilità, fonti alternative e rinnovabili. L'appello motiva il permanente no alla risposta nucleare nelle politiche energetiche italiane.
La manifestazione di sabato 10 novembre si svolgerà nella regione italiana che ha pagato di più (e ancora paga) per le scelte nucleari sbagliate e per la cattiva gestione delle centrali e delle scorie nel nostro paese, in prossimità di un impianto di "archeologia industriale" vuoto e pericoloso.
Nella prossima settimana varie saranno le iniziative che ricorderanno la vittoria referendaria, anche di singoli partiti. Siamo convinti che tutte siano utili ad una responsabilizzazione critica dell'opinione pubblica e delle forze sociali sulla "scossa energetica" necessaria al nostro paese di fronte all'emergere dei cambiamenti climatici e alla necessaria riconversione rispetto al consumo dei combustibili fossili. L'8 novembre SD, Verdi, PRC, PdCI organizzeranno una conferenza stampa su nucleare e scolta energetica.
Il 10 novembre saremo anche nel pieno del controvertice promosso da una fitta rete di movimenti ed organizzazioni. Vi sarà un sit-in l'8 al quale andremo, una manifestazione-concerto il 10 alla quale invitiamo a partecipare, molti seminari e approfondimenti dall'11 al 15 (le date del vertice mondiale a Roma).

Valerio Calzolaio
Grazia Francescato
Mirko Lombardi
Claudio Saroufim

mercoledì 31 ottobre 2007

Benvenuti nel blog della Sinistra Democratica per il socialismo europeo della provincia di Pordenone. Questo è un luogo di presentazione delle nostre proposte politiche, delle nostre iniziative, di discussione e confronto aperto a tutti. Il nostro movimento è nato con lo scopo di creare in Italia un grande partito unitario, plurale e popolare della Sinistra che risponda alle esigenze dei più deboli e di chi è colpito negativamente dalle trasformazioni sociali in atto. Lavoriamo per dar vita ad un grande partito della Sinistra di governo.