lunedì 28 aprile 2008


Documento approvato dall’Esecutivo regionale di Sinistra Democratica del Friuli Venezia Giulia
Ronchi dei Legionari, 23 aprile 2008


1. Il Popolo delle libertà e la Lega stravincono le elezioni, il Pd resta inchiodato a oltre nove punti di distanza , Berlusconi torna al governo, “la Sinistra l’Arcobaleno” subisce una sconfitta storica e per la prima volta non entra in Parlamento. In Friuli Venezia Giulia, Intesa Democratica è sconfitta, Renzo Tondo è il nuovo Presidente della Regione.
Siamo stati penalizzati dall’appello ossessivo al voto utile (tanti elettori di sinistra hanno votato Pd illudendosi di poter battere Berlusconi ma il loro voto non è servito) e dall’astensione di un’altra parte delusa, per esempio, dall’operato del Governo Prodi appoggiato anche dalle forze di sinistra.
Questi elementi però non spiegano una sconfitta tanto bruciante maturata nell’ultimo anno, e che tanto deriva da nostri enormi e persino incredibili errori. Serve avviare una riflessione seria sulle motivazioni del risultato elettorale, con grande onestà intellettuale e coraggio politico nella consapevolezza che tutto è cambiato e che si impone una scelta collettiva e personale che rimotivi l’impegno per il rinnovamento della sinistra. Servirà dirsi tutto quello che pensiamo…e poi, finite le critiche e le invettive, rimettiamoci in cammino; ripartendo dal territorio, dai gruppi unitari che si sono formati in tante realtà, dalle associazioni che sono disponibili, dagli eletti nei comuni, nelle province e in Regione. Costruendo attorno a loro partecipazione , legame con i territori e discussione politica.
2. Per parte nostra - Sinistra Democratica - traiamo dagli esiti delle campagne elettorali – quella nazionale e quella regionale, troppo segnata dai temi nazionali e che ha impedito una valorizzazione dei risultati del buon governo della amministrazione Illy – la convinzione che, per le sorti del nostro Paese, di fronte alla netta vittoria della destra, costruire la presenza ed il radicamento della sinistra – anche in Friuli Venezia Giulia – sia irrinunciabile.
3. Siamo da subito al lavoro nelle città e nelle province della Regione affinché sia possibile dare fiducia e speranza ai militanti, agli elettori ed alle elettrici, alle cittadine e ai cittadini, che abbiamo incontrato nel corso della campagna elettorale, che ringraziamo per l’impegno speso e per i 32.041 voti a “la Sinistra l’Arcobaleno” che hanno determinato, peraltro, l’elezione in Consiglio Regionale di Stefano Pustetto, espressione del Movimento e un buon risultato per i candidati di Sinistra Democratica anche nelle circoscrizioni elettorali di Tolmezzo e di Pordenone.
A tutti questi elettori e ai tanti che, delusi, si sono allontanati anche dal voto, chiediamo di essere con noi per costruire insieme un progetto per il Friuli Venezia Giulia e per il Paese.
4. Ci rivolgiamo alle altre forze politiche della sinistra, impegnate come noi in una discussione approfondita che pienamente rispettiamo e le sollecitiamo a compiere, ognuna nella propria autonomia, passi decisivi nella direzione di un processo unitario che ora più che mai non può conoscere battute d’arresto.
5. Per questo, intendiamo dare vita, nel prossimo Consiglio regionale, al gruppo de “la Sinistra l’Arcobaleno” che, oltre alle rappresentanze istituzionali elette, coinvolga la sinistra diffusa che esiste, anche quella che ha scelto di non votarci, offrendole responsabilità e sovranità sul processo – irrinviabile – di costruzione della sinistra.
6. Siamo da sempre consapevoli che tale processo non possa avvenire se insieme alle forze politiche non entrano in gioco i tanti e i diversi soggetti di una sinistra diffusa, presente nel territorio e ricca di esperienze e di partecipazione democratica.
7. Ognuna di queste realtà – e noi per primi – deve ora mettersi al lavoro affinché in un percorso costituente, da aprire subito, si definiscano valori, contenuti, programmi di un progetto che ha come obiettivo la costruzione di una sinistra in Italia nell’insieme delle sue fondamentali culture politiche, ispirata ad un nuovo socialismo e forte di una cultura di governo capace di interpretare e raccogliere le sfide che il Paese ha di fronte.
8. Sul piano politico regionale ci sentiamo positivamente vincolati al programma sottoscritto da Intesa Democratica. Resta, questo, un programma avanzato e di progresso, sulla base del quale abbiamo assunto impegni con gli elettori e sul quale abbiamo ottenuto un certo consenso e che può ben rappresentare, anche dall’opposizione, la base sulla quale ricostruire una nuova alleanza di centrosinistra capace di contrastare la destra.
9. Nei prossimi giorni, in queste ore, ci aspetta un appuntamento importante: il ballottaggio che interesserà la città di Udine. L’esperienza politica maturata in questi anni va difesa e rafforzata. Rivolgiamo pertanto un appello forte alle donne e agli uomini della sinistra tutta per recarsi alle urne, votare Furio Honsell, impedire alla destra di conquistare il governo della città.
10. Ogni nostra realtà territoriale è impegnata a convocare, nelle prossime settimane, assemblee pubbliche e aperte al contributo di quanti interessati nelle quali, oltre a compiere un esame del voto, a porre le condizioni per un rilancio immediato della nostra iniziativa politica ed aprire una discussione sulle prospettive politiche della sinistra in Friuli Venezia Giulia e nel Paese.
Documento approvato dal Direttivo nazionale del 22 aprile 2008

1. Sinistra Democratica trae dall’esito della campagna elettorale la convinzione che, per le sorti del nostro Paese di fronte alla netta vittoria della destra, costruire la presenza ed il radicamento della sinistra sia irrinunciabile.
2. Intendiamo metterci subito al lavoro nelle diverse realtà del Paese perché sia possibile, ripartendo con un processo politico difficile ma necessario, dare fiducia e speranza a militanti, elettori ed elettrici, cittadine e cittadini, che abbiamo incontrato nel corso della campagna elettorale e che ringraziamo per l’impegno speso. A tutti questi e ai tanti che, delusi, si sono allontanati anche dal voto, chiediamo di essere con noi per costruire insieme un progetto per il Paese.
3. Ci rivolgiamo alle altre forze politiche della sinistra, impegnate come noi in una discussione approfondita che pienamente rispettiamo, sollecitandole a compiere ognuna nella propria autonomia passi decisivi nella direzione di un processo unitario che ora più che mai non può conoscere battute d’arresto.
4. Siamo stati consapevoli sin dall’inizio che questo processo di costruzione della sinistra italiana non può avvenire se insieme alle forze politiche non entrano in gioco i tanti e i diversi soggetti di una sinistra diffusa, presente nel territorio e ricca di esperienze e di partecipazione democratica.
5. Ognuna di queste realtà – e noi per primi - deve ora mettersi al lavoro affinché in un percorso costituente da aprire subito si definiscano valori, contenuti, programmi di un progetto che ha come obiettivo la costruzione di una sinistra in Italia nell’insieme delle sue fondamentali culture politiche, ispirata ad un nuovo socialismo e forte di una cultura di governo capace di interpretare e raccogliere le sfide che il Paese ha di fronte.
6. Sul piano politico sarà possibile contrastare la destra solo a partire dalla costruzione di un nuovo centrosinistra in Italia. Da soli non si è vinto, né si potrà vincere domani. Oggi è necessario alzarsi in difesa dei principi che fondano la Carta Costituzionale, opponendosi allo stravolgimento delle regole fondamentali della nostra democrazia politica rappresentativa. Il centrosinistra governa in tante città, province e regioni. Ci aspetta già nei prossimi giorni un appuntamento che riguarderà quasi tutte le province siciliane. Nei primi mesi del prossimo anno andranno al voto le più grandi città italiane e le principali province. Vogliamo dire fin d’ora che questo patrimonio politico va difeso e rafforzato, a cominciare dal ballottaggio che interesserà la provincia e la città di Roma. Rivolgiamo pertanto un appello forte alle donne e agli uomini di sinistra per recarsi alle urne, votare il centrosinistra, impedire alla destra di conquistare il governo della Capitale.
7. Rivolgiamo un saluto affettuoso a Fabio Mussi, il suo lavoro di questi anni è stato prezioso e profondo, siamo sicuri che tornerà presto, ristabilito da una degenza non breve, ad occuparsi della politica come ha sempre fatto e come abbiamo bisogno ritorni a fare.
8. Indichiamo ad ogni realtà territoriale di convocare assemblee nelle quali compiere un esame del voto e porre le condizioni per un rilancio immediato della nostra iniziativa politica. Sabato 10 maggio si terrà a Roma la Riunione del Comitato Promotore nazionale nel quale discutere delle prospettive politiche della sinistra italiana.

venerdì 11 aprile 2008

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APPELLO AGLI INDECISI

La campagna elettorale si è ormai consumata. In essa si sono sovrapposti due piani.

Il balletto insopportabile della politica separata, ridotta al confronto tra due soli contendenti che si assomigliano nel linguaggio e nelle proposte. E’ la pulsione neocentrista come esito della transizione irrisolta della crisi sociale, economica e politica. E’ l’esito su cui esplicitamente puntano i centri di comando dell’economia, della finanza, dell’informazione e dei poteri forti. Una camicia di forza sull’intero sistema politico per rendere le istituzioni impermeabili alle istanze sociali e al conflitto democratico.

Realizzare questo esito comporta l’eliminazione definitiva di quella che è stata chiamata l’anomalia italiana, ovvero la presenza di una sinistra politica, sociale, del mondo del lavoro, radicata nella società, rappresentata nelle istituzioni, influente nelle assemblee elettive.
Solo così si può comprendere l’apparente paradosso di una crisi, esplosa nel ventre molle del centro moderato e pagata, invece, con una rottura con la sinistra.

Si vuole arrivare allo splash down: la cancellazione della sinistra come strumento per la normalizzazione del caso italiano. Un obiettivo di fase che sta dentro un processo di americanizzazione di più lunga lena di cui va colta l’ispirazione di fondo: il conflitto di classe è ineliminabile ma ad esso può essere cancellata la rappresentanza politica e negata la politicità. Esso può esprimersi anche in forme radicali e diffuse ma senza che possa avere la capacità di scalare il livello della proposta generale di cambiamento. Esso va, quindi, sterilizzato dal punto di vista della possibilità di incisione nelle scelte di società.

C’è stata un’altra campagna elettorale, quella che abbiamo vissuto come Sinistra L’Arcobaleno, fatta di mille incontri, dibattiti, comizi. La campagna elettorale vissuta come l’aggiornamento dell’inchiesta sullo stato del Paese reale.

Questa ci restituisce l’immagine di un Paese sospeso tra ansia di cambiamento e sfiducia. Due facce anche qui che si sovrappongono. Nulla è semplice o può essere semplificato: questa rappresentazione doppia è dentro il corpo vivo e ferito del popolo della sinistra.

Non possiamo rivolgerci a questo popolo senza una autocritica sul tempo breve della crisi e sul processo di lungo respiro della ricostruzione della sinistra.

Non possiamo rivolgerci ad esso senza un bilancio di verità sui due anni di governo in cui la sinistra ha assunto ruoli importanti di responsabilità di governo e istituzionale.

Nei fatti, è stata smentita l’idea della permeabilità di quel governo da parte dei movimenti. Esso è stato assai più permeabile ai poteri forti che ne hanno condizionato le scelte attraverso la penetrazione dentro le principali forze che lo sostenevano: sulla redistribuzione del reddito, sulla lotta alla precarietà, sull’estensione dei diritti civili e così via. Così è ripiombato nella logica dei due tempi.

Abbiamo colto il senso di quell’esito.

La Sinistra si presenta autonomamente alle elezioni. Non è una condizione a tempo. Sarà autonoma ugualmente dopo il voto.

Al popolo di sinistra, ci rivolgiamo con l’avvio di un nuovo processo di aggregazione.

Il progetto che la sinistra italiana presenta alla prova elettorale, ovvero la Sinistra L’Arcobaleno, è quello necessario. Ma non è ancora sufficiente.

La questione decisiva si ripropone e chiama in causa la capacità di tutti e di ognuno, a partire dai gruppi dirigenti degli attuali partiti, di mettersi in discussione dentro un processo partecipativo. Il vero punto di applicazione del processo unitario è, quindi, quello di aprirsi alla partecipazione, di cessare di essere vissuto come elemento proprietario dei partiti che chiamano associazioni e singoli ma non li rendono protagonisti a pari titolo.

Concludo con due argomenti che sono anche l’assunzione di una responsabilità solenne.

La sinistra italiana ha una grande tradizione: dalla storia del Partito Comunista, alle esperienze socialiste e alle altre forze della sinistra politica che hanno fatto la storia e costruito la democrazia di questo Paese, alle organizzazioni del lavoro e del conflitto di classe, a quella sinistra sociale e dei movimenti che ha innervato il tessuto partecipativo più attivo, a quelle culture politiche di trasformazione, dal femminismo, all’ambientalismo critico, al pacifismo che sono fondative della nuova sinistra. Il movimento altermondialista, la sua domanda di un altro mondo possibile, ne hanno riaperto la strada per il futuro. Ci vuole il nostro, il vostro concorso perché si concretizzi, perché si riprenda il cammino. Ci vogliono sentimenti caldi, passione, emozione. Dobbiamo metterli in opera.

Non si illudano: l’anomalia del caso italiano non sarà cancellata. Questo è il voto utile che chiediamo a tutte le donne e gli uomini di sinistra.Qualsiasi esito del voto, non metterà in discussione il processo unitario in atto.

Abbiamo la forza di innovarci e cambiare per reggere la sfida di oggi, invertendo il processo di divisione e frantumazione. La Sinistra L’Arcobaleno è questo progetto, non è l’espediente per l’oggi ma l’investimento per il futuro.

Il 15 aprile parte il processo costituente della nuova sinistra.
Fausto Bertinotti

martedì 8 aprile 2008


Dal Pd un ricatto elettorale, al Senato leveremo seggi alla destra'
«Un´intervista inaudita. Franceschini prova forse a prenderci per i fondelli?».
Ha lanciato un appello agli elettori della sinistra.«No, è un vero e proprio ricatto elettorale. Prima il Pd ci scarica e ora, in extremis, di fronte ad una possibile, probabile sconfitta ecco che mette le mani avanti e si prepara ad addossarci la responsabilità del flop. Se Berlusconi vince, è colpa della sinistra che non vota Veltroni. Ma per favore. Io allora l´accusa la rovescio per intero».
In che modo, ministro?«Mon ami, Ralph Nader c´est vous, siete voi del Pd. Mica Bertinotti».
Tesi piuttosto ardita. Va spiegata.«La competizione si sta giocando esattamente con le regole che il Pd ha voluto, le squadre si affrontano con lo schema perseguito ostinatamente da Veltroni: la competizione con Berlusconi senza la sinistra. Non l´abbiamo certo voluta noi la fine del centrosinistra».
Ma anche per Rifondazione e la sinistra, dopo il governo Prodi, la fase dell´Unione era chiusa.«Con i miei amici della Sinistra arcobaleno ho insistito molto, all´indomani della crisi di governo, per un incontro con Veltroni, per capire che margini c´erano. Noi la mossa l´abbiamo fatta ma dall´altra parte abbiamo trovato un muro. Il leader del Pd, alla fine, fece filtrare l´idea di una separazione consensuale. Ma quando mai: la scelta fu loro. Al diavolo la sinistra. Però stranamente in certi casi i voti della sinistra non olent, non puzzano».
Quando?«Al comune di Roma, alle regionali in Sicilia, in centinaia di comuni in tutta Italia, dove il Pd si presenta insieme a noi».
La partita fra Veltroni e Berlusconi non si gioca sul filo dei voti? «Non credo, ma ammesso e non concesso l´uscita di Franceschini è anche tecnicamente sbagliata: al Senato la Sinistra toglierà più seggi al Pdl che al Pd. Conti alla mano. Una ragione in più per impegnarsi al massimo, ovunque, a superare lo sbarramento dell´otto per cento. Scaricare su di noi è troppo facile e comodo, sia in chiave pre-elettorale ma anche post-elettorale...».
Allude ad una resa dei conti all´interno del Pd, in caso di sconfitta?«Non metto bocca, le dinamiche interne del Pd sono cose che non mi riguardano più. Certo che a rovesciare su di noi i problemi loro, sono piuttosto abituati. Come per i 20 mesi di governo. Avevano 20 ministri su 25, il presidente del Consiglio, due vicepremier. Molti onori e molti oneri. Invece, se a Palazzo Chigi le cose non hanno funzionato, di chi è la colpa? Ma è ovvio: del ministro Mussi, di Ferrero, di Pecoraro. Ma ci sarà in quel partito qualcuno che si assume una responsabilità, 'adsum qui feci', come citava spesso Alessandro Natta? Comunque, nelle parole di Franceschini c´è qualcosa di ancora più inquietante, che mi fa rizzare i capelli».
Addirittura?«Il presidenzialismo di fatto, che si realizzerebbe nel nostro paese con la vittoria di Veltroni o di Berlusconi, al tempo stesso premier, segretario di partito e capo della maggioranza parlamentare. Vorrei ricordare a Franceschini che l´Italia è un regime parlamentare. E che meno di due anni fa abbiamo chiamato il popolo italiano ad un referendum per bocciare la riforma costituzionale della destra, a forte impalcatura presidenzialista. Adesso il vicesegretario pd ci propina l´elogio di tutti i poteri al leader. Ce lo dica: si preparano a ripresentare insieme a Berlusconi quella stessa controriforma bocciata dagli italiani?».
Appello al voto pro-Veltroni rispedito al mittente.«Di più. Lo faccio io un appello, al vecchio elettorato dei Ds. Date un voto che garantisca le persone che si sentono di sinistra, fate in modo che siano rappresentate, e perché in futuro si possa tenere aperta una prospettiva di governo di centrosinistra. Influendo sulla politica del Pd».

Mercoledì 9 aprile, alle ore 18.00, presso la saletta conferenze dell'ex Convento di San Francesco (vicolo San Francesco) ci sarà una bicchierata augurale con Ruben Colussi, che incontrerà elettrici ed elettori.

lunedì 7 aprile 2008


Appello al voto: "noi facciamo una scelta di parte"
NOI FACCIAMO UNA SCELTA DI PARTE

Noi sosteniamo le liste de “La Sinistra, l’Arcobaleno”, e il candidato-premier Fausto Bertinotti, per quattro buone ragioni.

1. Perché è un voto utile alla democrazia italiana e alla rinascita della politica. La contesa elettorale non può ridursi a una partita a due, o a un referendum tra leadership spettacolari. E il futuro del paese non può essere affidato al “modello americano” , che per definizione e vocazione storica cancella la sinistra dalla rappresentanza istituzionale. Per battere la destra, la sinistra resta essenziale. Per vincere la sfida della pace che muove milioni di persone, ci vuole una sinistra forte. Per superare la crisi di fiducia, e i pericoli di declino morale dell’Italia, le idee e la forza della sinistra restano imprescindibili.

2. Perché è un voto di parte. Dalla parte dei lavoratori e dei diritti del lavoro, operaio, precario, intellettuale, sfruttato, sottopagato, umiliato. Dalla parte delle donne, dei giovani e dei nuovi cittadini e cittadine migranti in cerca di libertà. Dalla parte del rispetto per l’ambiente, minacciato da un’idea di sviluppo cieca e squilibrata. Dalla parte del valore non mercificabile del sapere e della conoscenza. Fuori da questa parzialità, che rivendichiamo come una risorsa preziosa, non c’è vera possibilità di cambiamento. E tutto si “concilia”, si omologa, si appiattisce, in un clima di conformismo dilagante.

3. Perché è un voto laico. Per fermare l’invadenza interventista delle alte gerarchie vaticane e le tentazioni neo-temporaliste della Chiesa cattolica. Per arginare le insorgenze fondamentaliste, che attaccano leggi come la 194, bloccano l’allargamento dei diritti civili, diffondono omofobia, tentano di ricondurre le donne ad un ruolo antico di soggezione. Noi non vogliamo né “guerre di religione” né antistorici steccati tra credenti e non credenti. Crediamo piuttosto che la laicità dello Stato e il primato del Parlamento siano il fondamento più solido della libertà di tutti.

4. Perché è un voto di speranza: per una sinistra capace di rigenerare se stessa, il suo modo di essere e di agire, i suoi progetti. Un obiettivo difficile, ma assolutamente necessario, che può cominciare un percorso positivo nel fuoco di queste elezioni, il 13 e 14 aprile. Noi, a questa speranza non possiamo rinunciare.

Primi firmatari Pietro Ingrao; Marco Bellocchio, regista; Luciana Castellina, giornalista e scrittrice; Mario Ceroli, scultore; Marcello Cini, filosofo della scienza; Luciano Gallino, sociologo; Paul Ginsborg; Margherita Hack, astronoma; Lea Melandri, saggista e femminista; Mario Monicelli, regista; Achille Occhetto; Valentino Parlato, giornalista; Tamar Pitch, docente Univ. Perugia; Rosanna Praitano, presidente circolo Mario Mieli; Giuseppe Prestipino, filofoso; Marco Revelli, storico; Gianni Rinaldini, segretario generale Fiom; Rossana Rossanda; Paolo Rossi, attore, da anarchico; Edoardo Sanguineti, poeta e saggista; Aldo Tortorella; Mario Tronti, flosofo; Dario Vergassola, attore.

Per l’ambiente, per la sostenibilità, per il futuro il voto utile è a La Sinistra l’Arcobaleno
Il rispetto per l’ambiente e la volontà di costruire un mondo diverso da quello in cui viviamo sono tra le priorità del programma di La Sinistra l’Arcobaleno.Ne parliamo con il professor Gianni Mattioli, docente di fisica matematica e di fisica presso l’Università di Roma “La Sapienza”, che in una recente intervista pubblicata su “Il Manifesto” ha annunciato di aver abbandonato il Partito democratico per dare il suo voto a La Sinistra l’ Arcobaleno, proprio per difendere le tematiche ambientali.l’ArcobProfessore, ci può spiegare la sua decisione di sostenere il programma de La Sinistra L'Arcobaleno?La mia è una storia di sinistra. Alla metà degli anni ‘80 demmo vita ai Verdi perché la cultura dello sviluppismo, di cui era intrisa la sinistra, sembrava immodificabile. In questo ultimo decennio, molti hanno pensato che le due culture fondamentali della sinistra, quella del Movimento operaio e quella dei Cattolici democratici avrebbero dovuto trovare una sintesi. Si tratta di due culture che hanno scritto pagine nobili nella storia del Paese, ma sono culture di 150 anni fa, mentre la nostra società ha subito cambiamenti profondi. Alla luce di vicende drammatiche, quali lo sconvolgimento climatico o la geopolitica sanguinosa dell’energia, ho pensato che la cultura della Sostenibilità potesse rappresentare il terreno su cui costruire una sintesi dei valori sopra richiamati – solidarietà, egualitarismo – adatta a questo tempo. Per ciò ho lavorato per l’Ulivo, per la nascita del Partito democratico. Di fronte alle prove deludenti del PD, sia dal punto di vista della sua costruzione, sia dal punto di vista dei suoi contenuti programmatici, ho visto invece che, nella Sinistra, l’idea di intrecciare strettamente la trasformazione sociale con la sostenibilità si è radicata realmente: Bertinotti indica sostenibilità e non violenza come prospettive fondamentali su cui dar vita, dopo le elezioni, alla nuova forza politica della Sinistra.
Cosa l’ha delusa dell’esperienza con il Pd?Il percorso costituente non è stato accompagnato da uno sforzo, impegnativo ed entusiasmante, di coinvolgere migliaia di persone in un dibattito sulle idee, per far nascere, anche da punti di partenza diversi, un programma comune. Si è piuttosto puntato a costruire organigrammi mediati tra gli apparati esistenti e la cultura dell’immagine. Ma il punto più deludente è nei contenuti programmatici: Veltroni ripete in modo ossessivo questo obiettivo della crescita, senza alcuna indicazione critica su che cosa ciò possa significare, in un pianeta in cui le risorse, a cominciare dall’energia, non permettono più a seicento milioni di abitanti di consumarne tanto quanto gli altri sei miliardi. Ci si riempie la bocca di innovazione tecnologica per sostenere la competitività, senza rendersi conto che questa competizione distrugge risorse e distrugge lavoro, mentre le politiche economiche della sostenibilità – riqualificazione urbana, ristrutturazione delle reti di trasporto, energie pulite e rinnovabili, ristrutturazione dei processi produttivi volta a ridurre l’inquinamento e lo spreco di risorse, agricoltura per la sicurezza alimentare e per la salvaguardia del territorio, valorizzazione dell’ambiente e della bellezza,…- puntano al ben vivere per tutti e, insieme, danno fiato all’economia. Nel programma del PD si è arrivati ad inserire, non la ricerca in materia di energia nucleare, ma le tecnologie di IV generazione, formula che all’esterno fa dire che anche il PD, come Berlusconi, è per il rilancio. Ci può spiegare la sua opposizione all’ambientalismo del sì?Non penso soltanto a dissennate scelte di opere pubbliche – quali il MOSE a Venezia o la Tirrenica o inceneritori - ma ad una visione generale. I cambiamenti climatici o la crisi energetica impongono di cambiare la struttura del bilancio energetico, riducendo rapidamente il consumo dei combustibili fossili. Non ci si illuda sull’energia nucleare: a parte le scorie, o la proliferazione militare, o i costi, si pensi che oggi essa copre il 6,5% dei consumi mondiali di energia e, a questo pur modestissimo ritmo, c’è uranio fissile per 30 anni. Se volessimo fare dell’uranio l’alternativa al petrolio, ci scanneremmo su di esso come facciamo sul petrolio. E’ vero che ci sono ottime tecnologie per il risparmio energetico e per l’uso di energie pulite e rinnovabili, ma il passaggio da produzioni di energia fortemente concentrate come le attuali (carbone, petrolio, gas) a produzioni decentrate sul territorio richiede una profonda rivoluzione ingegneristica, economica e organizzativa troppo lunga rispetto ai tempi minacciosi dell’emergenza con cui dobbiamo misurarci. Questo richiede allora che si guardi oggi ai nostri stili di vita e si proceda subito a quei cambiamenti che sopra indicavo come politiche della sostenibilità. Sono politiche di ben vivere per tutti, ma basate su una cultura della qualità piuttosto che della quantità, che richiede molto di più uso parsimonioso delle risorse, che spreco e dunque poco ha a che fare con il SI.
Quali sono, secondo lei, le priorità politiche su cui la Sinistra l’Arcobaleno dovrebbe intervenire?Non voglio parlare qui di tutto: giovani, immigrazione, salute o pace e mi limiterò alle questioni discusse.La innovazione tecnologica, l’aumento di produttività del lavoro, finalizzate alla competizione tra le imprese, distruggono occupazione. Ho indicato sopra quegli elementi di politica economica, prima ancora che di politica ambientale, che aprono prospettive straordinarie di buona e stabile occupazione. In un territorio limitato e bellissimo non si può pensare di garantire a tutte le famiglie l’abitare, senza procedere ad una redistribuzione del patrimonio abitativo esistente: ci dice il Cresme che in Italia ci sono 2,5 milioni di alloggi inutilizzati. Insomma la politica della sostenibilità ha bisogno di equità sociale e viceversa. Siamo pronti a scrivere capitoli di programma per mostrarlo.

giovedì 3 aprile 2008

NASCE IL NETWORK GIOVANI DELLA SINISTRA ARCOBALENO


Venerdì 4 aprile nasce a Pordenone il Network giovani della Sinistra Arcobaleno. Verrà presentato nel corso di un'iniziativa che si terrà alla casa del popolo di Torre in via Carnaro 10 dalle 17.30. la serata prevede la proiezione dei film “una scomoda verità” e “l'incubo di Darwin” oltre a momenti di riflessione e dibattito, intervallati da un “aperitivo arcobaleno”. I film vogliono essere spunto per un dibattito sui temi ambientali e sullo sfruttamento dell'ambiente da parte del modello economico prevalente. “Il Network giovani vuole essere a Sinistra un luogo di partecipazione per i giovani in un momento in cui è grande la distanza percepita che sembra separarci dalla politica. Il progetto della Sinistra Arcobaleno vuole dare delle risposte concrete a questo disagio” ha dichiarato Alberto Bacco, candidato consigliere regionale della SA. “E' necessario recuperare la funzione di ascolto e di visione del futuro che le giovani generazioni richiedono alla politica per il cambiamento. Il Network giovani della Sinistra Arcobaleno può rilanciare lo spirito che fu della Sinistra giovanile dei DS, ora inevitabilmente perso con la scelta della costruzione del PD” conclude Michele Ciol del coordinamento provinciale Sinistra Democratica, già segretario regionale della Sinistra giovanile.

MUSICA E APERITIVO
CON LA BAND
ROCK – BLUES - FUNKY
TICKET

DOMENICA 6 APRILE DALLE 17.30
PRESSO LA LOGGIA
IN PIAZZA DEL POPOLO
A SAN VITO AL TAGLIAMENTO

L’OCCASIONE PER ASCOLTARE MUSICA E PARLARE CON I CANDIDATI ALLE ELEZIONI REGIONALI DE
LA SINISTRA L’ARCOBALENO


IL VOTO UTILE PER TE!