venerdì 23 novembre 2007


Nella prossima primavera si voterà per il rinnovo del consiglio regionale. Il cammino intrapreso da Sinistra Democratica, Rifondazione, Pdci, Verdi e non solo è davvero importante.


In Friuli Venezia Giulia il percorso unitario della Sinistra è cominciato

E’ fortemente sentita anche tra i cittadini della nostra Regione, specie tra i giovani ed i lavoratori non iscritti ad alcun partito, l’esigenza dell’unità tra le forze della sinistra ed ecologiste. E’ iniziato un processo unitario che vede già esperienze significative nelle varie province della regione e che troverà importanti conferme negli Stati generali convocati a Roma nel primo fine settimana di dicembre. Il punto della situazione nel Friuli Venezia Giulia è stato fatto ieri dalle delegazioni regionali del Partito della Rifondazione comunista, dei Comunisti italiani, dei Verdi e di Sinistra democratica che hanno convenuto sui percorsi futuri e le forme di convergenza maturate nelle rappresentanze istituzionali. In particolare è stata confermata l’esigenza di un maggiore coordinamento e di iniziative unitarie negli Enti locali e nel Consiglio regionale sia per quel che concerne l’attuazione del programma di Intesa democratica nell’ultimo scorcio della legislatura che il confronto programmatico per le prossime elezioni regionali. Si terranno anche incontri periodici con l’Assessore Antonaz per un confronto riguardante le scelte più importanti adottate nella giunta regionale. Le forme in cui si realizzerà l’ esperienza unitaria delle forze della sinistra e degli ecologisti saranno decise a livello nazionale e con la partecipazione delle delegazioni regionali. Le segreterie regionali registrano con soddisfazione il lavoro già avviato dai tavoli della sinistra esistenti sul territorio, in cui si è iniziato anche un confronto sulle prossime elezioni amministrative, particolarmente avanzato nella realtà udinese dove sono già state elaborate alcune linee programmatiche comuni per le prossime elezioni comunali. L’esperienza di questi giorni ci conferma comunque che il processo unitario non riguarda soltanto i partiti ed i movimenti che ne sono promotori ma che esso risponde ad una domanda proveniente da vaste categorie sociali, personalità della cultura e della scienza e da tutti coloro che hanno vissuto e condividono con le forze del cambiamento l’esigenza di restituire all’ Italia una grande forza unitaria e plurale della sinistra e degli ecologisti.


Sinistra Democratica Friuli Venezia Giulia

giovedì 22 novembre 2007

FINANZIARIA.EMENDAMENTO PER FARE CONFERENZA
SU SERVITU' MILITARI.
LO PRESENTA LA SINISTRA, PARTE PETIZIONE ANTI-BASE DAL MOLIN.
Un emendamento per realizzare la conferenza nazionale sulle servitu' militari e una grande petizione nazionale contro l'allargamento della base di Vicenza.E' questo, in estrema sintesi, quanto deciso dalla riunione di oggi tra rappresentanti della sinistra e comitati No Dal Molin. Lalla Trupia (Sd), insieme con Elettra Deiana (Prc), Laura Fincato (Ulivo), Luana Zanella (Verdi), Titti Valpiana (Prc), Gino Sperandio (Prc), Manuela Palermi (Pdci) e Severino Galante (Pdci), organizzatori dell'incontro che si e' svolto oggi a Roma con i rappresentanti dei comitati vicentini del 'No al Dal Molin', rende noto che alla riunione, durata quasi tre ore, erano presenti esponenti del Coordinamento dei Comitati, del presidio permanente e della Rete Lilliput, Oscar Mancini e Danilo Andriollo della Cgil, Paolo Beni (Presidente nazionale dell'Arci), Paolo Nerozzi (Segretario nazionale Cgil), i Capigruppo alla Camera, Di Salvo (Sd), Migliore (Prc), Bonelli (Verdi), Sgobio (Pdci) e i Capigruppo al Senato, Salvi (Sd), Palermi (Pdci-Verdi), Russo Spena (Prc), oltre a numerosi parlamentari firmatari dell'appello a Prodi sulla moratoria."Pur da punti di vista e con accenti diversi", si e' proposto il lancio di una grande petizione nazionale per una raccolta firme che chieda la moratoria dei lavori di costruzione della base finche' non si svolgera' la seconda Conferenza nazionale sulle servitu' militari. Nel corso dell'incontro e' stato anche preso l'impegno di presentare un emendamento comune alla Finanziaria per prevedere lo svolgimento della Conferenza ed una mozione parlamentare che ne chieda la convocazione. I capigruppo presenti hanno raccolto e fatto loro la proposta, dichiarando il proprio impegno e appoggio a questa grande iniziativa unitaria.
Pordenone, 21 novembre 2007
COMUNICATO STAMPA
Bortolotti si studi la Costituzione
“L’iniziativa del primo cittadino di Azzano Decimo volta a introdurre nuove regole in materia di iscrizioni anagrafiche fa a pugni con il buon senso e con la Costituzione.” Non usa mezzi termini Vanni Tissino, consigliere comunale di Sinistra Democratica a Porcia ed un recente passato da Funzionario dell’Anagrafe del capoluogo, nel commentare la proposta del Sindaco Bortolotti volta subordinare l’iscrizione all’anagrafe comunale a requisiti di sua invenzione. “Bortolotti” continua Tissino “probabilmente non si è accorto che la materia dell’Anagrafe e dello Stato civile non è stata oggetto di devoluzione agli enti locali e che è, conseguentemente, rimasta di stretta competenza statale.” “Non solo”, aggiunge Tissino “la richiesta di iscrizione anagrafica costituisce un diritto soggettivo del cittadino e non può essere vincolata a condizioni diverse da quelle stabilita da leggi perché altrimenti si verrebbe a limitare la libertà di spostamento e di stabilimento dei cittadini sul territorio nazionale in palese violazione dell'art. 16 della Carta costituzionale.” “Questa idea del Sindaco” insiste Tissino “oltre a scontrarsi con normative costituzionali e di settore, dimostra la sua povertà culturale dal momento che riduce la questione della residenza al solo momento della richiesta di iscrizione anagrafica, senza tener conto di cosa accade dopo tale passaggio. E se così non fosse, le conseguenze sarebbero ancor più gravi perché significherebbe procedere alla cancellazione anagrafica d’ufficio di chiunque si trovi, anche temporaneamente, in difficoltà economiche.” “Mi auguro” conclude Tissino “che a questo punto ci sia un autorevole intervento del Prefetto che chiarisca al sindaco Bortolotti che nel momento in cui veste la fascia tricolore deve attenersi alla legge ed è opportuno che non rincorra le sue passioni di leghista duro e puro, lasciando le stesse al suo tempo libero.”
INTERVENTO
Quindi nel comune di Azzano non potranno risiedere i POVERI. Ma allora, Lei, signor Sindaco, non ce l’ha affatto con i delinquenti, ma con quelli che “potrebbero delinquere” in quanto poveri. Presumo, quindi, che Fiorani, per esempio, sarebbe il benvenuto. Peccato, è un po’ delinquente, ha truffato migliaia di risparmiatori, però ha un reddito molto alto, belle auto, belle donne, sicuramente il rolex d’oro e in più è bianco, comunitario e, forse, cattolico. Sarebbero ben accolti, quindi, in base al criterio da Lei individuato, anche Provenzano, Badalamenti, Lo Piccolo, Riina e compagnia bella…hanno un po’ esagerato con il crimine, ma vuoi mettere il reddito che possono vantare? Porterebbero un bel po’ di SCHEI al comune, non è vero? E sarebbero ben accolti anche gli straricchi sceicchi arabi, anche nel caso fossero finanziatori di Bin Laden? Ma è ovvio “I ga massa schei ”. E allora …venghino, signori, venghino…speculatori, truffatori, imbroglioni, Vanne Marchi, Ricucci, Parmalattari vari, ricettatori, ricattatori, spacciatori...ad Azzano sarete accolti a braccia aperte! Non occorre la fedina penale possibilmente pulita, ma il conto in banca più alto che si può, il resto è retorica da…parrucconi.
Sorrentino Natale
Consigliere comunale Cordenons

martedì 20 novembre 2007


Sinistra Democratica aderisce alla manifestazione del 24 novembre contro la violenza sulle donne



lunedì 19 novembre 2007


Un'inflazione programmata più bassa di quella effettiva; i ritardi nei rinnovi contrattuali; la mancata restituzione del fiscal drag e la scarsa redistribuzione della produttività: crollano le retribuzioni

In cinque anni (dal 2002 al 2007) i lavoratori hanno "perso" 1.900 euro. E' questo l'allarmante dato che caratterizza il calo di potere d'acquisto dei salari italiani. Un dato fornito dall'ultima indagine dell'Ires-Cgil ("Aggiornamento dei dati su salari e produttività in Italia e in Europa"), secondo cui nel 2002-2007, per un lavoratore con una retribuzione annua lorda di 24.890 euro (media 2007), "si arriva a cumulare una perdita complessiva a prezzi correnti pari a 1.210 euro". Se a questa si aggiunge il "minus" derivante dalla mancata restituzione del fiscal drag, la perdita ammonta a 1.896 euro.
La "rincorsa salariale", spiega l'Ires-Cgil, è determinata da una crescita delle retribuzioni inferiore all'inflazione reale e nasconde un effetto di trascinamento della perdita di potere d'acquisto: un lavoratore dipendente oltre alla perdita dell'anno in corso non recupera la diminuzione del potere d'acquisto nemmeno dell'anno precedente.A fine ottobre, con le dinamiche connesse all'aumento di prezzo del greggio e i mancati rinnovi contrattuali, le stime su inflazione e retribuzioni restano sostanzialmente immobili, nonostante una crescita della produttività pari a circa 1 punto percentuale. Il 2007, dunque, dovrebbe chiudersi con un'inflazione effettiva intorno all'1,9%, le retribuzioni contrattuali tra il 2,1% e il 2,2%, e quelle di fatto sostanzialmente in linea con l'inflazione effettiva al 2%.
Dal 1993 a oggi, secondo l'indagine, i salari reali mantengono il potere d'acquisto, ma non crescono oltre l'inflazione. Le retribuzioni di fatto registrano una crescita media annua, per l'intera economia, del 3,4%, a fronte di un'inflazione del 3,2% (le retribuzioni contrattuali crescono in media anche meno: solo il 2,7%). Questo sostanziale allineamento con l'inflazione è dovuto a un'inflazione programmata più bassa di quella effettiva, ai ritardi nei rinnovi contrattuali, alla mancata restituzione del fiscal drag e alla scarsa redistribuzione della produttività.
L'applicazione dell'Accordo del luglio 1993 - "secondo lo spirito con cui era stato concepito" - è stata ostacolata dallo scarto tra inflazione programmata (sulla cui base si rinnovano i contratti) l'inflazione sia attesa che effettiva. Questo è avvenuto in particolare nei periodi 1994-1996, nel quale si cumulò uno scarto di circa 6 punti, e nel periodo 2001-2004, nel quale si persero circa altri 4 punti. Nel corso dell'intero periodo 1993-2007, i contratti nazionali "sono stati costretti a cercare di recuperare le perdite che si erano cumulate a causa di questi scarti, per cui anche la redistribuzione di produttività realizzata tra il 1996 e il 2000 o nel 2005-2006 è stata assorbita da questa rincorsa al potere d'acquisto perduto nei periodi precedenti".
A questa difficoltà, sottolinea l'istituto di ricerca del sindacato, si sono aggiunti i ritardi - spesso anche di 12 mesi - registrati nel rinnovo dei contratti (nel pubblico impiego fino a due anni): anche questa è stata una delle difficoltà che ha ostacolato il normale funzionamento di regole e procedure di contrattazione dell'accordo del 1993 e che hanno indebolito la capacità dei contratti di difendere il potere d'acquisto. E c'è poi l'inadeguata redistribuzione della produttività attraverso la contrattazione di secondo livello, anche per le difficoltà incontrate nei rinnovi dei contratti nazionali.
Se il paese non riprende la strada degli investimenti ricerca e innovazione e in infrastrutture, e se non si fa crescere la produttività oraria del lavoro è tempo perso e qualsiasi soluzione non va al cuore del problema. Secondo Epifani, se il Governo riesce a superare questa fase di vita parlamentare e si dovesse aprire nel Paese una fase costituente di riforme, "da gennaio palazzo Chigi dovrebbe assumersi la responsabilità di una nuova politica dei redditi e di sviluppo, per una migliore dinamica delle retribuzioni".
In Italia, ha spiegato Epifani, "abbiamo una crescita più bassa, una produttività più bassa e una dinamica delle retribuzioni più bassa della media europea. Bisogna rimettere al centro dell'attenzione delle forze di Governo, del Parlamento e delle forze sociali il tema della crescita, della produttività e delle retribuzioni. Bisogna fare un'operazione di grande respiro - ha sottolineato - e dentro questa impostazione si possono affrontare tutte le questioni, partendo però dalla testa e non dai piedi, come si sta cercando di fare. Se il Paese - ha evidenziato il leader della Cgil - non riprende la strada degli investimenti in ricerca e innovazione, se non si rendono le infrastrutture più produttive, se non si fa crescere la produttività oraria del lavoro, è tempo perso e qualsiasi soluzione non va al cuore del problema. E' come si stesse svuotando la diga del Paese e si provasse a tamponare la falla con un dito. Bisogna ripensare e costruire - ha concluso - politiche in grado di affrontare tutti i termini della questione, non uno soltanto che peraltro è il più modesto (la flessibilità dell'orario di lavoro, ndr)".
Tornando alla ricerca, significativa è la differenza del potere d'acquisto dei redditi familiari di imprenditori e liberi professionisti con quello di impiegati e operai: per i primi, è cresciuto di 11.984 euro; per i secondi e terzi e calato rispettivamente di 3.047 e 2.592 euro. La modesta crescita delle retribuzioni, spiega l'indagine dell'Ires Cgil, è imputabile ad alcuni fattori: oltre lo scarto tra inflazione programmata e quella reale e i ritardi nel rinnovo dei contratti, anche "l'inadeguata retribuzione" della produttività attraverso la contrattazione di secondo livello.
La bassa crescita delle retribuzioni "si rende ancor più evidente se confrontata con quella dei maggiori paesi europei". Dal 1998 al 2006, le retribuzioni di fatto reali nel nostro paese sono rimaste sostanzialmente stabili, mentre negli altri paesi dell'area euro si registravano tassi di crescita nettamente superiori: il 10% in media nell'area della moneta unica, oltre il 15% in Francia e nel Regno Unito, e il 5% in Germania, nonostante il sostanziale congelamento salariale degli anni 2000. In Italia nel 2005, nel settore dei beni e servizi destinati alla vendita (senza l'agricoltura e il pubblico impiego), la retribuzione lorda annua media di un lavoratore single era inferiore di circa il 45% rispetto a Germania e Regno Unito e di circa il 25% rispetto alla Francia. La retribuzione netta registra più o meno le stesse differenze, con l'eccezione della Germania, dove lo scarto scende a circa il 30%.
Ad aggravare la questione salariale e ad abbassare il livello delle retribuzioni medie, conclude l'Ires, c'è la questione giovanile. Secondo i dati dell'istituto di ricerca, un apprendista in età 15-24 anni guadagna mediamente 736,85 euro netti al mese; un collaboratore occasionale, in età 15-34 anni, guadagna in media 768,80 euro netti mensili; un co.co.pro. o un co.co.co., in età compresa tra i 15 e 34 anni, guadagna in media 899,04 euro netti al mese. I giovanissimi, in particolare, percepiscono le retribuzioni più misere: gli stipendi inferiori a 800 euro sono molto diffusi tra chi ha 17-24 anni (55,8%). Le retribuzioni tra 800 e 1.000 euro, poi, sono molto diffuse nella classe d'età 25-32 anni.
Carla Ronga

Incontro a Cinemazero sui cambiamenti climatici. La Destra Tagliamento risente più di altre zone dei fenomeni
Pordenone si scopre calda e piovosa
Indagine dell’Osmer: la temperatura media è salita da 13,2 a 14,5 gradi. Piogge concentrate
Ci vogliono centinaia di migliaia di litri d'acqua per produrre un telefonino, ma le case costruttrici ne propongono continuamente di nuovi e a prezzi sempre più contenuti. Gli elettrodomestici vengono progettati per durare non oltre dieci anni e poi essere sostituiti. Sono alcuni esempi del divario crescente tra il modello di economia improntato al consumo rapido e la necessità di incrementare politiche responsabili legate all'ambiente. Su questi binari si è sviluppato l'incontro-conversazione ospitato a Cinemazero tra Sergio Sichenze, direttore del Laboratorio regionale di educazione ambientale e Sergio Nordio dell'Osmer (Osservatorio meteo) del Friuli. «I cambiamenti climatici degli ultimi anni - ha spiegato Sergio Nordio - sono evidenti anche nella nostra regione, con stagioni estive più calde che portano il termometro a toccare i 39-40 gradi. In Friuli Venezia Giulia le temperature sono oggetto di accurate misurazioni dal 1700; un periodo di tempo lungo che ci consente di constatare l'innalzamento dei valori. A Pordenone, per esempio, la temperatura media annuale è passata dai 13,2 gradi centigradi agli attuali 14,5. Lo scorso febbraio si è registrata la presenza di aria calda a quote elevate, mentre per tutto il mese di aprile abbiamo avuto 5,6 gradi sopra la norma». Capitolo piogge: «Le precipitazioni da qualche anno - ha sottolineato l'esperto Osmer - tendono a concentrarsi in tempi ristretti e Pordenone è il capoluogo regionale che più risente delle conseguenze del fenomeno. Basti ricordare i 300 millimetri caduti in un batter d'occhio (la pioggia di tre mesi) nell'autunno di due anni fa, mentre nell'ultima decade la quantità complessiva è scesa del 30-40 per cento. È mutata inoltre la distribuzione delle piogge, che toccano con una certa intensità anche la pianura».
«I cambiamenti in atto, percepiti oggi con chiarezza, ma dei quali erano ravvisabili da tempo importanti segnali, non hanno una causa scatenante unica, ma tante cause che concorrono fra loro. La complessità nel trovare soluzioni sta proprio nella difficoltà a prevedere le interazioni fra infinite sfaccettature del problema (ambiente, economia e società). La comunità scientifica internazionale - ha detto Sergio Sichenze - si interroga sui nostri stili di vita che devono mutare. Le questioni ambientali entrano in conflitto con il mercato che misura la ricchezza in termini di Pil. C'è bisogno - ha sostenuto Sergio Sichenze - di scelte consapevoli a diversi livelli, sia come cittadini nella quotidianità, sia come parte di un tutto. Non possiamo più firmare cambiali in bianco, ma dobbiamo partecipare alle decisioni dei nostri amministratori (oggi divenuti più sensibili di un tempo), in un compendio continuo di responsabilità soggettive e lavoro di gruppo».
Per quanto riguarda la nostra realtà «poco è stato fatto - ha detto Nordio - a livello di pianificazione e di salvaguardia del territorio. Pochi politici si interessano a quanto sta accadendo. Qualcosa si muove solo nel settore dell'agricoltura».
Lisa Rizzo
Il Gazzettino 19/11/2007

venerdì 16 novembre 2007

Manifestazione a Genova, adesione dei senatori di Sinistra democratica


I senatori del gruppo Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo hanno inviato oggi una lettera di adesione agli organizzatori della manifestazione del prossimo 17 novembre a Genova
"A Genova, nel luglio del 2001, le regole alla base della democrazia furono ripetutamente calpestate. Oggi che sono passati sei anni da quei tragici giorni le domande e le ferite restano ancora aperte La ricerca della verità su quanto drammaticamente successo in occasione del G8 è ancora di stretta attualità, scrivono i senatori di Sinistra Democratica Salvi, Pisa, Iovene, Bellini, Mele, Paolo Brutti, Galardi, Villone, Di Siena e Battaglia. Riteniamo sbagliata la bocciatura della proposta di istituire una commissione di inchiesta perché è necessario accertare tutta la verità attorno alle responsabilità politiche - di quelle personali sta alla magistratura occuparsene - nella gestione dell'ordine pubblico nel corso di quelle giornate che hanno scosso l'opinione pubblica italiana e spezzato una giovane vita, quella di Carlo Giuliani. A Genova sono in corso una serie di processi. Crediamo nell'indipendenza della Magistratura e siamo convinti che la verità alla fine emergerà. Siamo altresí convinti che settori delle Istituzioni, non abbiano appieno svolto il loro ruolo e che al proprio interno ci siano state gravi violazioni della legge oltre che reticenze e omissioni. Riteniamo quindi necessario continuare a ricercare la verità su quanto accaduto a Genova 6 anni fa per la verità e la giustizia, per difendere le garanzie democratiche sancite dalla nostra Carta Costituzionale, per il diritto alla libertà di espressione e di manifestazione, ma soprattutto per accertare, in maniera definitiva, i fatti che portarono all'uccisione di Carlo Giuliani. Per questi motivi, concludono i senatori di Sd, aderiamo alle manifestazioni indette il 17 prossimo a Genova".

sabato 10 novembre 2007

A livello nazionale Sinistra Democratica (assieme a Verdi, PRC e PdCI) aderisce alle manifestazioni promosse per i 20 anni della vittoria del referendum. L'8 e il 9 novembre 1987 un’ampia maggioranza (oltre l'ottanta per cento) votò no al nucleare.
Le manifestazioni confermano i sì del programma dell'Unione: risparmio, efficienza, sostenibilità, fonti alternative e rinnovabili assieme alle motivazioni del permanente no alla risposta nucleare nelle politiche energetiche italiane.
Varie sono le iniziative che ricorderanno la vittoria referendaria, anche di singoli partiti. Siamo convinti che tutte siano utili ad una responsabilizzazione critica dell'opinione pubblica e delle forze sociali sulla "scossa energetica" necessaria al nostro paese di fronte all'emergere dei cambiamenti climatici e alla necessaria riconversione rispetto al consumo dei combustibili fossili.
Su questo e su altri temi dell’attualità e della prospettiva politiche la Sinistra Democratica della provincia di Pordenone ha voluto aprire un blog, sdpordenone.blogspot.com, per far conoscere le proprie proposte e per dialogare apertamente con i cittadini. E’ disponibile anche un indirizzo e-mail: sdpordenone@yahoo.it

20 ANNI DEL REFERENDUM CONTRO IL NUCLEARE


mercoledì 7 novembre 2007


ADDIO ENZO, MAESTRO DI GIUSTIZIA E LIBERTA'

martedì 6 novembre 2007



Un lunedì tragico con cinque morti bianche, cinque persone, tra cui una mamma di tre bimbi, che in diverse parti d'Italia hanno perso la vita in incidenti sul lavoro. Una giornata che ha contato altrettanti feriti e che interroga la politica, colpevolmente distratta.

Un dramma quotidiano che va assolutamente estirpato perché non è più accettabile. Ogni giorno è esposto al rischio di dover registrare situazioni di assenza di tutele nei luoghi di lavoro, che magari riesce ad assurgere agli onori della cronaca, finendo sui giornali, quando ci si trova di fronte ad un numero inaccettabile, ad una giornata clou, come appunto quella odierna. Quello che appare incontestabile è che non è vero che si è avuta una riduzione del numero di morti e di infortuni sul lavoro. Anzi, appare evidente il contrario. E in queste ultime 24 ore se ne è avuta la prova.
Per questo la richiesta è che si proceda ad attuare, così come è stato fatto per l'emersione del lavoro nero, una campagna anche per quella degli infortuni e delle malattie professionali. Perché continuiamo ad avere, come sindacato, continue segnalazioni di incidenti denunciati come infortuni domestici o stradali, quando al contrario si tratta di incidenti sul lavoro.
Non si può, poi, continuare con questo meccanismo di competizione sui costi degli appalti e dell'economia del lavoro normale. Se un lavoratore che guida una betoniera viene fulminato da un cavo elettrico sarà la magistratura a verificare cosa è successo, ma mi fa pensare che qualcosa nell'organizzazione del lavoro non abbia funzionato. Troppo spesso si pretendono ritmi esasperati, si mettono i lavoratori in condizioni di precarietà e ricattabilità, dove è difficile esigere i propri diritti.
La mia reazione a quanto successo oggi è un mix di rabbia e di dolore. Sono cinque persone che stasera non tornano a casa. Cinque persone il cui salario non era di sicuro un granchè. Cinque vuoti per le persone care e per gli amici. Cinque responsabilità in più del sistema economico e istituzionale. Più che gli appelli vogliamo che finalmente, a partire da chi rappresenta tutti i cittadini, si ponga mano ad un sistema vero di vigilanza a cominciare da quella preventiva in capo alle Asl. Che si smetta di seguire gli imprenditori che vogliono competere nella riduzione dei costi. Cioè che si rimetta al centro il primo valore fondamentale che è quello del rispetto reciproco soprattutto verso l'integrità psico-fisica di chi lavora.
In questi giorni sono stati presi provvedimenti d'urgenza dopo un episodio grave di omicidio, quali provvedimenti d'urgenza radicali si prenderanno per cinque omicidi in un solo giorno? Nessuno vuole usare con leggerezza la parola omicidio, ma sono morti di cui qualcuno è responsabile. Sempre.
Il Testo unico sulla sicurezza è positivo, ora però ci aspettiamo che la normativa venga rapidamente raccordata e integrata; che in tanto si esiga l'applicazione di quanto già oggi è previsto. Vengano assunti più ispettori nelle Asl, si vincolino le erogazioni di contributi pubblici alle imprese all'abbattimento vero e non formale degli infortuni e si facciano massicciamente i controlli nei luoghi di lavoro. Solo così si potrà porre fine a questa mattanza inaccettabile.

Paola Agnello Modica

Segreteria confederale Cgil, responsabile ambiente e sicurezza


fonte aprileonline.info

sabato 3 novembre 2007

"Sinistra Democratica intende arrivare alla tornata amministrativa della prossima primavera con un percorso verso l’unità politica della sinistra che sia forte e radicato"

Riunione dell'esecutivo regionale del Movimento Sinistra Democratica per il socialismo europeo, lunedì scorso a Ronchi dei Legionari, nel corso dell'incontro è stata formalizzato la Segreteria regionale che risulta composta dai quattro coordinatori provinciali e dal coordinatore regionale.
Il Movimento, è stato detto, anche in Friuli Venezia Giulia, continua a lavorare per darsi struttura, forza e radicamento, regionalmente e sino ad ogni realtà che si articola sul territorio, al fine di sostenere ed implementare la sfida lanciata, con coraggio ed intelligenza, tesa a dare dignità e cittadinanza politica alla sinistra italiana. Al centro della discussione dell’Esecutivo regionale, il disegno politico unitario inteso “non quale pretesto per alzare le vecchie bandiere ma quale occasione per costruire insieme il nuovo”. La riunione è stata anche la prima occasione per ragionare attorno alla principale iniziativa di avvio del processo unitario tra i partiti e i movimenti della sinistra in programma a Roma l’8 ed il 9 dicembre prossimi con l’Assemblea nazionale per gli Stati Generali della sinistra e degli ambientalisti. Nell’introdurre i lavori, Fulvio Vallon ha inteso sottolineare che “il processo che parte non può altro che condurre a una nuova soggettività politica nel campo, più largo di quel che pensiamo, della sinistra in Italia. La somma dell’esistente non serve così come neppure la sintesi può essere sufficiente. Lo scopo, il senso, è il soggetto politico nuovo da realizzare. E il soggetto politico o nasce con estese e profonde radici sociali, ben collocate nel mondo del lavoro e dei saperi. Ecco perché è essenziale, in questo processo che inizia a prendere forma, definire subito il rapporto con il sindacato confederale e con le altre organizzazioni politiche e sociali che si collocano in quel campo come strutturale”. Gli atti politici compiuti da Sinistra Democratica, è stato poi detto nel corso dell'incontro, “ hanno recato, e recheranno, l’incontrovertibile segno dello spirito unitario. SD è un movimento che si ispira a una visione unitaria della sinistra e che esprime una politica di governo. Per questo, intende mettere in moto una propria soggettività, con l’intento di allargare il campo, di portare a unità attraverso una spinta insieme autonoma e convergente la cultura socialista, comunista, ecologista, dei diritti, della solidarietà, della pace, che parli a milioni di persone, che tocchi tutte le sensibilità, che si contrapponga alla concezione padronale della politica e del potere”. “A sinistra occorre ancora , è stato aggiunto, grande lavoro e costante impegno per decidere di cambiare davvero; affinché si configuri un soggetto unitario, seppur plurale, e alleato del Pd che riesca a superare l’atavica divisione tra sinistra riformista e sinistra radicale”. “Il Friuli Venezia Giulia può essere, nuovamente, sede di sperimentazione e di innovazione: per questo, Sinistra Democratica intende arrivare alla tornata amministrativa della prossima primavera con un percorso verso l’unità politica della sinistra che sia forte e radicato”.

venerdì 2 novembre 2007

Sì ad un’altra energia. No al nucleare

L'iniziativa SD, Verdi, PRC e PdCI aderiscono alla manifestazione promossa a Trino Vercellese, in Piemonte, per i 20 anni della vittoria del referendum: l'8 e il 9 novembre 1997 una ampia maggioranza (oltre l'ottanta per cento) votò no al nucleare.

I responsabili ambiente di SD, Verdi, PRC e PdCI ritengono che l'appello promosso da trenta autorevoli personalità piemontesi e il luogo scelto per la manifestazione nell'anniversario del 10 novembre assumono un grande rilievo nazionale.
L'appello conferma i sì del programma dell'Unione: risparmio, efficienza, sostenibilità, fonti alternative e rinnovabili. L'appello motiva il permanente no alla risposta nucleare nelle politiche energetiche italiane.
La manifestazione di sabato 10 novembre si svolgerà nella regione italiana che ha pagato di più (e ancora paga) per le scelte nucleari sbagliate e per la cattiva gestione delle centrali e delle scorie nel nostro paese, in prossimità di un impianto di "archeologia industriale" vuoto e pericoloso.
Nella prossima settimana varie saranno le iniziative che ricorderanno la vittoria referendaria, anche di singoli partiti. Siamo convinti che tutte siano utili ad una responsabilizzazione critica dell'opinione pubblica e delle forze sociali sulla "scossa energetica" necessaria al nostro paese di fronte all'emergere dei cambiamenti climatici e alla necessaria riconversione rispetto al consumo dei combustibili fossili. L'8 novembre SD, Verdi, PRC, PdCI organizzeranno una conferenza stampa su nucleare e scolta energetica.
Il 10 novembre saremo anche nel pieno del controvertice promosso da una fitta rete di movimenti ed organizzazioni. Vi sarà un sit-in l'8 al quale andremo, una manifestazione-concerto il 10 alla quale invitiamo a partecipare, molti seminari e approfondimenti dall'11 al 15 (le date del vertice mondiale a Roma).

Valerio Calzolaio
Grazia Francescato
Mirko Lombardi
Claudio Saroufim