sabato 28 febbraio 2009

Un appello per l’adesione alla Associazione per la sinistra

La costituzione dell’Associazione “perlaSinistra” è una buona notizia: aria chiara, fresca e pulita, da respirare insieme.

L’associazione è lo strumento politico, culturale, organizzativo per un soggetto politico nuovo e aperto della sinistra italiana.

Dopo l’assemblea costitutiva di dicembre all’Ambra Jovinelli è ora importante promuovere un’adesione convinta e diffusa all’associazione. Lo faremo attraverso le previste “primarie delle idee”; garantendo una bozza di regole democratiche, essenziali, funzionali e condivise (“uno statuto”); lavorando al profilo valoriale e programmatico (“una carta d’intenti”); agendo subito sulle urgenze della politica, la pace innanzitutto in Medio oriente e l’ambiente innanzitutto per il negoziato climatico, quotidianamente e localmente (“il fare e comunicare politica”).

Noi, ecologisti di sinistra, aderiamo e sollecitiamo l’adesione all’associazione “perlaSinistra”.

Il crescente sconvolgimento climatico, la sanguinosa geopolitica dell’energia, il deterioramento delle risorse naturali, s’intrecciano con una crisi economica profonda, che alimenta disoccupazione e precarietà. Sono sfide che chiamano a profonde trasformazioni della società e offrono l’occasione per rilanciare un pacifico ben vivere per tutti (educazione scientifica, energie rinnovabili, riqualificazione urbana, filiere corte, riconversione produttiva, mobilità sostenibile, commercio e credito equi e solidali, democrazia ecologica)

L’ecologismo di sinistra rappresenta un contributo essenziale di tutte le varie attività dell’associazione, del suo radicamento, del suo profilo, del suo respiro.

Ci impegniamo nei quattro gruppi operativi, nei forum tematici, nelle scadenze nazionali, nei presidi locali per confermare la costitutiva, forte e permanente caratterizzazione ambientalista dell’associazione.

Promuoviamo subito una campagna per le fonti rinnovabili di energia, in  particolare sole e vento, nel contesto del quarto anniversario dell’entrata in vigore del protocollo di Kyoto (16 febbraio 2009) e del lancio del protocollo per l’acqua come diritto umano e bene comune (12 e 13 febbraio 2009).

Dopo le “primarie delle idee”, la definizione di regole, la bozza di intenti, convocheremo a marzo una assemblea nazionale tematica sui temi del “green new deal”, dell’economia pulita e rinnovabile, ecologica e solidale, alla quale saranno invitati tutti gli aderenti all’associazione interessati e chi sottoscriverà questo appello.



Roma, 23 gennaio 2009





Valerio Calzolaio, Marcello Cini, Loredana De Petris, Enrico Fontana, Giorgio Galotti, Umberto Guidoni, Cinzia Lancia, Denise Lancia, Anna Luise, Mirko Lombardi, Simonetta Lombardo, Walter Mancini, Gianni Mattioli, Roberto Musacchio,  Massimo Serafini,

 



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mercoledì 25 febbraio 2009

L’affare nucleare

Durante l’ultimo vertice europeo dedicato alla crisi economica, i teleoperatori non si sono lasciati sfuggire gli sguardi di complice sopportazione che Angela Merkel e Nicolas Sarkozy si sono scambiati quando Berlusconi ha spiegato che l’Italia starebbe meglio degli altri. Le loro riprese sono state poi selezionate dai telegiornali italiani, restii a mostrare un presidente del consiglio che continua a coprirsi di ridicolo. E, poi, gli affari sono affari, conta la ciccia non le moine. E il presidente francese era in procinto di firmare un buon affare con l’Italia, inutile sottilizzare. Gli affari riguardano il nucleare. Finalmente i francesi hanno trovato un acquirente delle loro esperienze, tecnologie, politiche; si apre loro un mercato chiuso quasi ovunque; hanno scritto loro merito e tempistica. Il gioco è fatto. Per ora.

Il vertice italo-francese di Roma prevede quattro nuove centrali nucleari, costruite insieme tutte in territorio italiano, aprendo il mercato italiano dell’energia atomica (chiuso per espressa volontà popolare da oltre venti anni) ai grandi players francesi. La Francia esporta in Italia la propria tecnologia nucleare e accetta che gli italiani partecipino alle future eventuali (incerte e precarie) esportazioni della tecnologia francese.

A Roma si decide di costruire in Italia centrali della cosiddetta terza generazione di nucleare (costosa, pericolosa, idrovora, militarizzata, senza soluzioni per le scorie). Stop. Il balbettio del PD sul fatto che non sarebbe giusto già dire no a quelle di quarta generazione viene zittito per quello che è, ipocrita ed incompetente. La produzione di quarta generazione non esiste, alla ricerca in tal senso tutti abbiamo detto sempre si, ENEL e governo hanno parlato sempre e comunque di terza generazione per l’Italia che governano (loro) oggi.

A Roma si decide che, se tutto va bene, il primo chilowattora nucleare servirà alla domanda di energia elettrica (non solo) degli italiani dopo il 2020, allora sarà eventualmente forse pronta solo la prima delle quattro centrali, le altre dopo. E noi, in base agli accordi europei, dovremo ridurre entro il 2020, le emissioni di gas serra, dunque molto prima che eventualmente forse il nucleare possa sostituire fonti che li emettono. Doppio danno dunque: la priorità data al nucleare taglia le gambe alle fonti rinnovabili e non aiuta alla svolta energetica decisa dall’Europa, per mitigare e adattarsi ai cambiamenti climatici.

Ovviamente bisogna mobilitarsi subito e bene, con militanza diffusa e scientifica. Moltiplichiamo le iniziative dei movimenti, la documentazione istituzionale, i pronunciamenti del mondo della ricerca e dell’università. L’accordo ancora non ha il via libera parlamentare, già sarebbe qualcosa che il pd passasse dall’astensione al voto contrario. Nessuno ha finora descritto come si scelgono i siti e in Italia un sito idoneo (distante da centri abitati, difendibile come Fort Knox) non è facilmente individuabile. Per altro si parla di nuove centrali nei siti vecchi e la Regione Emilia Romagna ha già dichiarato (a dicembre, su iniziativa di Sinistra Democratica) la propria indisponibilità. Vedremo quali regioni, province, comuni si faranno avanti per ospitare la prima pietra della prima centrale nucleare. Vedremo. Intanto diciamo no, spieghiamo l’errore che stanno facendo. E mobilitiamoci con spirito unitario e antica determinazione!


*della Direzione nazionale di Sd





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domenica 15 febbraio 2009

Si al referendum sul testamento biologico

Pieno sostegno di Sd alla proposta di Ignazio Marino di sottoporre a referendum la legge sul Testamento Biologico voluta dal governo.

Restiamo ancora una volta stupefatti  di fronte all’ostinazione con cui il Pd riesce a dividersi perfino su una scelta di elementare decenza come quella di sottoporre al giudizio degli elettori  una pessima legge.





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Consiglio Nazionale di Sd: Lista della sinistra alle europee e amministrative

Il Consiglio Nazionale  di Sd ha approvato alla unanimità la proposta avanzata da Claudio Fava, di presentarsi  alle prossime elezioni amministrative ed  europee con una lista della sinistra coerente con il progetto di costruzione di un nuovo soggetto politico.





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